EMERGENZA CASA, ONDATA DI OCCUPAZIONI: ROMA ALZA LA TESTA
Sette stabili occupati a Roma nel corso della mattinata: a via delle Province, al Prenestino, Trastevere, Anagnina, Ponte di Nona, Ostiense, Torrevecchia... L’emergenza sociale sulla casa impone soluzioni alternative all’inerzia e alla speculazione immobiliare.
14.30: con una lettera aperta agli abitanti di Roma, i movimenti di lotta per il diritto all'abitare hanno convocato una assemblea pubblica lunedi 10 dicembre in piazza del Campidoglio. Qui di seguito il testo della lettera.
Lettera agli abitanti e alle abitanti di Roma. 10 dicembre assemblea cittadina in piazza del campidoglio
Sono molteplici e insistenti le richieste di un intervento serio che sappia tutelare il futuro urbanistico della città in cui viviamo, ma nonostante da più parti si contesti il profilo che l’amministrazione Alemanno ha assunto sulle politiche abitative, sulla mobilità, sulla gestione del patrimonio e delle aree pubbliche, sulla qualità dei servizi alla persona, sulla gestione dei rifiuti e dell’ambiente, questa giunta va avanti imperterrita continuando a sostenere le ragioni del mattone e della rendita, della finanza e del malaffare.
Intanto la precarietà aumenta, l’insicurezza governa la città e in ogni quartiere si addensano progetti carichi di nuovo cemento e di oneri concessori utili a ripianare la casse in rosso delle amministrazioni. In questa maniera milioni di metri quadrati di territorio stanno per essere assaliti in nome di un’edilizia vorace e inutile. Deroghe peggiorative ad un piano regolatore già munifico con i costruttori, cambi destinazione d’uso funzionali alla speculazione più vergognosa, premi di cubatura legati all’abbattimento e alla ricostruzione di edifici privati, facilitazioni nelle procedure che autorizzano nuovi insediamenti edilizi.
Dunque nessuna discontinuità tra Veltroni ed Alemanno, continuano a governare Caltagirone, Toti, Parnasi, Scarpellini, Mezzaroma, Bonifaci, Santarelli, Salini e altri più o meno potenti. Una città consegnata in mano ai signori delle gru, pronti già con gli assegni in mano per la prossima campagna elettorale. Chi offre di più?
Mentre ci prepariamo ad assistere ad una serie di provvedimenti che aggrediranno ettari su ettari di suolo, metteranno in vendita immobili pubblici e abbandoneranno per sempre l’edilizia residenziale popolare così come l’abbiamo conosciuta, centinaia di migliaia di persone sono in grave emergenza abitativa. Mentre si progettano esperimenti di cosiddetto housing sociale con affitti che partono da 800 euro, un’intera città va in crisi colpita da sfratti, pignoramenti e sgomberi. Le occupazioni di immobili o appartamenti poi, non riguardano più solo soggetti organizzati, in quanto sono ormai svariate le iniziative spontanee individuali e di piccoli gruppi legati fra loro dalla medesima emergenza alloggiativa.
Gli inquilini degli enti privatizzati e pubblici, delle casse di risparmio e dei fondi pensione, degli istituti di credito e assicurativi, dell’Ater e del Comune di Roma, insieme con chi vive aspettando l’ufficiale giudiziario, con chi è alle prese con i mutui e con la gabella dell’IMU, con condominio e bollette da pagare e il pignoramento per insolvenza alle porte, con gli studenti e i migranti che pagano centinaia di euro per una stanza o un posto letto, con i precari e le precarie che non hanno un reddito sufficiente per lasciare le abitazioni dei propri genitori, con chi occupa per necessità immobili vuoti o abbandonati, lanciano una campagna per il diritto alla città. Per riappropriarci di una sovranità decisionale negata e spesso annegata dentro processi partecipativi fasulli. Per rivendicare affitti commisurati al reddito.
Riprendiamoci la città con un’idea di riuso che fermi ogni ulteriore consumo di suolo e punti ad utilizzare quello che esiste. A partire dalle decine di miglia di alloggi vuoti che nessuno potrà acquistare, passando per la tutela degli inquilini alle prese con le dismissioni e con gli aumenti d’affitto, dei cosiddetti occupanti senza titolo, dei nuclei a rischio di sfratto per morosità incolpevole, di coloro che costretti ad acquistare da un mercato drogato sono oggi alle prese con mutui insostenibili per case che stanno anche perdendo il loro valore.
Con la nostra iniziativa lanciamo un appello alla città per impedire che altre case private vengano costruite, che il patrimonio pubblico venga venduto, che la mobilità venga peggiorata e che la qualità della vita si degradi ancora di più, perdendo altro verde e ulteriore terreno agricolo. Invitiamo tutti e tutte ad un’assemblea cittadina sulla piazza del Campidoglio LUNEDI 10 DICEMBRE ALLE ORE 17 verso una mobilitazione permanente che sappia fermare le prossime manovre urbanistiche che il Comune si appresta a varare e che sappia unire e rafforzare le iniziative e le lotte presenti in ogni territorio.
Movimenti per il diritto all'abitare
14.00 “L’ex clinica Valle Fiorita a via di Torrevecchia è stata occupata dal Coordinamento cittadino di lotta per la casa con oltre 400 persone e di queste la stragrande maggioranza sono nuclei familiari in emergenza abitativa, oltre a giovani coppie, precari e disoccupati. Valle Fiorita è stata chiusa un anno fa, dopo aver tenuto senza stipendio i dipendenti per diverso tempo. Probabilmente la proprietà era in attesa di acchiappare il solito treno della speculazione finanziaria, ma stavolta gli è andata male. Il Municipio 19, dove è ubicata l’ex clinica, è ai primi posti per numero di occupazioni di immobili liberi o abbandonati da parte dei senza casa, per tamponare la drammaticità della richiesta di alloggi a prezzi popolari. (da Rifondazione, Roma)
13.30: Un gruppo di studenti dell'Universita' Roma Tre e di lavoratori precari ha occupato uno stabile in via Ostiense 124 a Roma, per farne "uno studentato e la casa dei precari". I giovani sono entrati nell'edificio da anni in degrado, si sono chiusi dentro sbarrando il cancello con delle catene e hanno srotolato dalle finestre un grande striscione: "Ex Acea occupato". "La nostra risposta allo spauracchio della crisi e' la riappropriazione, concreta e non solo enunciata - sostengono gli studenti -. Noi abbiamo smesso di credere alle chiacchiere, alle promesse, alle elezioni gia' da tanto tempo e oggi ci riprendiamo una casa, un pezzo di reddito, un pezzo di vita".
13.10: Occupato da decine di famiglie senza casa l' ex Hotel Congress in via Prenestina 944, lo rende noto una attivista dei Blocchi Precari Metropolitani ai microfoni di Radio città Aperta. Basta miseria, casa e reddito per tutt@ affermano gli occupanti e il BPM.
13.00: Sono state occupati altri edifici nelle zone di Anagnina e Ponte di Nona, lo rendono noto Coordinamento cittadino di lotta per la Casa e Action.
12.50: Ci segnalano che un gruppo di giovani e di studenti ha occupato uno stabile inutilizzato in via Induno a Trastevere.
Intorno alle 12.00 di questa mattina, alcune decine di famiglie senza casa - organizzate con i Blocchi Precari Metropolitani - hanno occupato un palazzo dell’Inps in via delle Province a Roma. L’edificio era inutilizzato e, vista la sua collocazione, sarà probabilmente uno degli stabili oggetti della intensa campagna di dismissioni a cui stanno procedendo governo ed enti previdenziali. Un regalo ai gruppi finanziari e immobiliari che così acquistano a prezzi vantaggiosissimi immobili in zone di pregio, lucrando sulle plusvalenze. Ma è anche uno schiaffo alla impetuosa domande di abitazioni a prezzi accessibili che sta esplodendo in moltissime città ed aree metropolitane, dove tutti i dati confermano un boom di sfratti e pignoramenti che mettono intere famiglie in mezzo alla strada. Oltre all’occupazione di via delle Province se ne segnalano anche altre in diversi punti della città. Aggiorneremo le notizie mano a mano che saranno più dettagliate.
Il comunicato dei movimenti per il diritto all'abitare:
ROMA ALZA LA TESTA
Ogni giorno a Roma centinaia di persone aspettano, cariche di ansia e di rabbia, la visita di un ufficiale giudiziario chiamato ad eseguire l’ennesimo sfratto o pignoramento.
Nello stesso momento decine di migliaia di inquilini degli enti pubblici o privatizzati sentono che il mondo, all’improvviso, sta per crollargli addosso perché la casa in cui vivono viene venduta a prezzi di mercato e non possono comprarla, oppure perché il prezzo della loro “pigione” da un momento all’altro viene raddoppiato o triplicato.
Altre centinaia di migliaia di persone sono costrette, fra mille acrobazie, ad andare avanti sopravvivendo in situazioni di coabitazione forzata, o in situazioni di vera e propria emergenza: in case che non sono case o nelle baraccopoli del 2000 che sorgono un po’ ovunque, nelle pieghe o ai margini dei nostri quartieri.
Sono i figli, di tutte le età e di tanti paesi diversi, delle politiche di austerità, dell’aumento dei prezzi e delle tariffe, dei tagli e dei licenziamenti, della vendita del patrimonio pubblico e delle speculazioni: della precarietà che ruba, in un colpo solo, presente e futuro di generazioni diverse.
Figli di una crisi che non è loro, che non hanno generato, ma che stanno integralmente pagando.
Una crisi che non stanno certamente pagando gli strapagati manager della finanza o delle banche che continuano come vampiri a succhiare il nostro sangue. Ne i “sempreverdi” signori del mattone che hanno devastato e continuano a saccheggiare la nostra città per costruire ovunque centri commerciali e case dai prezzi irraggiungibili che nessuno riesce più a comprare. Come del resto non la sta pagando una classe politica corrotta e del tutto subalterna a questi interessi che ora cerca di cambiare look per non cambiare niente.
Oggi però, non è un giorno qualunque, perché chi fino adesso ha pagato tutto ha deciso di voltare pagina, di non essere più spettatore e di cambiare. Cambiare veramente, insieme ad altri partendo da se, dalla condizione di chi non ce la fa veramente più ad arrivare alla fine del mese.
Oggi abbiamo dato vita a manifestazioni ed iniziative diffuse nella città. Soprattutto abbiamo occupato contemporaneamente 10 palazzi e strutture. Più di 1000 nuclei familiari, circa 3000 persone fra single e famiglie, hanno non solo un tetto sulla testa ma case vere, sottratte alla rendita, in cui abitare, da difendere.
Se tutto questo non sarà sufficiente a far cambiare idea e programmi alla “trasversale cupola” che governa la città ed il paese CONSIDERATE CHE SIAMO SOLO ALL’INIZIO!
Movimenti per il Diritto all’Abitare
Sull'ondata di occupazioni abitative in corso a Roma e in solidarietà con le famiglie occupanti di seguito un comunicato della Rete dei Comunisti:
Roma. Una metropoli recuperata
La Rete dei Comunisti esprime solidarietà alle famiglie che oggi hanno occupato centinaia di case.
Questa mattina nella Capitale centinaia di famiglie senza casa hanno occupato numerosi edifici inutilizzati o lasciati vuoti a fini speculativi.
Queste iniziative sono la rivelazione della profondità dell'emergenza sociale sul problema delle abitazioni e sono l'indicazione giusta di risposta ad una situazione caratterizzata dall'inerzia delle istituzioni e dai meccanismi speculativi sugli affitti e il patrimonio immobiliare disponibile.
Tutti gli indicatori sociali più recenti denunciano il boom degli sfratti, dei pignoramenti e il livello inaccessibile degli affitti delle case. Il governo e il Comune di fronte a questa emergenza continuano a girare la testa dall'altra parte (mantenendo irrilevante l'edilizia popolare e sociale) o a proporre misure furbesche e inefficaci come l'housing sociale.
Al contrario, la giunta comunale e regionale e il “piano per le città” del governo Monti continuano a mettere in campo misure che favoriscono solo gli interessi privati e speculativi nella gestione dell'urbanistica e delle città.
Ma su questa logica c'è una totale convergenza tra maggioranze di centro-destra o di centro-sinistra. La storia recente della cementificazione della nostra città lo rivela e lo conferma ampiamente.
La metropoli non è una merce, è un ambito vissuto e reso vivo dalle migliaia di persone che ci vivono, ci lavorano, vi si muovono. Gli interessi privati (banche, fondi immobiliari, costruttori o multinazionali che siano) puntano solo a piegare al proprio profitto le condizioni di vita, gli spazi e i tempi della gente che invece rende vive e umane le città.
Con l'ondata di occupazione delle case di oggi, con la resistenza agli sfratti avviati in moltissime città, con l'occupazione di spazi, edifici, scuole inutilizzati per rendere agibili agli interessi sociali collettivi e non a quelli privati, si sta creando una nuova idea di metropoli e di relazioni sociali al suo interno,
La Rete dei Comunisti è pienamente solidale con le famiglie che hanno occupate
le case e ne sosterrà ogni iniziativa di lotta, resistenza e affermazione dei
propri diritti.