Emergenza casa Roma, deputati Pd-Sel: Necessaria moratoria sugli sfratti
Emergenza casa Roma, deputati Pd-Sel: Necessaria moratoria sugli sfratti
“Tornano le procedure di sfratto a Roma, e si aggrava la situazione degli inquilini degli ex enti previdenziali e in maniera particolare della Fondazione Enpaia. Un’autentica calamità sociale per numerose famiglie, già colpite da gravi emergenze socio-economiche”. È quanto dichiarano i deputati Ileana Piazzoni e Filiberto Zaratti (Sel) e Roberto Morassut, Khalid Chaouki e Marco Miccoli (Pd) in una nota congiunta. “A seguito della scadenza del blocco degli sfratti- proseguono i deputati- a far data dal 15 gennaio si sono infatti susseguite decine di procedure di sfratto con richieste di allontanamento forzoso e dunque l’intervento della forza pubblica, anche in presenza di minori o anziani con disabilità gravi. Una situazione che non può continuare, in particolar modo di fronte ad una emergenza abitativa alla quale sembra non si vogliano trovare soluzioni concrete o garanzie per un adeguato sostegno. Per le strade della Capitale sono tornati a sfilare i movimenti per la casa, i quali chiedono proprio questo genere di risposte".
"Per questo motivo, dopo le innumerevoli iniziative di contrasto all’emergenza casa e al problema sociale legato agli sfratti, abbiamo scritto al prefetto di Roma per chiedere un incontro al fine di illustrare la situazione e chiedere un’ulteriore proroga degli sfratti, soprattutto di fronte all’emergenza sociale nella quale si trovano i nuclei familiari interessati alle nuove procedure che hanno colpito Roma”. “Anche alla luce della recente pronuncia del Consiglio di Stato – concludono i promotori dell’iniziativa - che ha ribadito una situazione di incertezza e difformità nelle procedure di dismissione dei diversi enti, bloccando di fatto le dismissioni immobiliari della cassa dei ragionieri e segnalando la necessità di un intervento normativo in materia, riteniamo che sia indispensabile una moratoria degli sfratti e dei rinnovi contrattuali almeno fino a quando il governo e il Parlamento non assumano chiari indirizzi in merito”.