Enti previdenziali: ecco dove finiscono i soldi delle nostre pensioni, che in parte prima servivano per fare case per i lavoratori!!
La mani di Gazprom sul Forte Village
Il gioiello di Pula pronto per il big russo
Il big russo dell'energia sarebbe pronto a rilevare la gestione del Forte VIllage dal gruppo Marcegaglia. Le trattative starebbero per chiudersi.
Sette alberghi, 700 camere, 33 suite, parco da 25 ettari e piante tropicali davanti a una spiaggia da sogno più un centro di talassoterapia dotato di sei vasche di acqua salina e numerose piscine disseminate un po' di qua e un po' di là per la struttura. Sono i numeri e le caratteristiche del Forte Village, la cui gestione è a un passo dal cambio.
MANI RUSSE SU PULA - Il resort più famoso della Sardegna starebbe infatti per passare sotto il controllo del big russo dell’energia Gazprom. Un colosso che secondo le indiscrezioni pubblicate oggi dal quotidiano economico MilanoFinanza sarebbe pronto a rilevare la gestione del gioiello di Pula da Mita resort Srl, società presieduta da Emma Marcegaglia e controllata per metà dal gruppo dell’ex presidente di Confindustria attraverso la Gaia Turismo e per il restante 50% dalla Olli Resort di Andrea Donà Dalle Rose.
L’immobile appartiene invece al fondo IdeaFimit (61,30% DeA Capital, 29,67% Inps, 5,97% Enasarco, 2,98% Inarcassa e 0,08% detenuto da altri soci). Nonostante il riserbo sulle cifre, indiscrezioni di stampa parlano di una operazione da 200 milioni, tanto costerebbe all’acquirente rilevare la gestione fino al 2037 del Forte Village.
I NUMERI DEL GRUPPO - L’esigenza di cedere il Forte deriva dalla necessità (dichiarata dal Gruppo Marcegaglia a fine 2012) di razionalizzare le attività: il Mita resort controlla infatti molte tra le più lussuose realtà turistische italiane come l’Isola di Albarella, casrtel Monastero nel Chianti, Pugnochiuso resort in Puglia, Le Tonnare a Stintino e il mai decollato Porto Arsenale de La Maddalena. Esigenza di razionalizzare ma anche fame di risorse. Nel 2011 Mita resort ha infatti chiuso l’esercizio con una perdita pari a 6,2 milioni di euro a fronte di ricavi per 55 milioni.
Così, nel resto del territorio nazionale come in Sardegna, le realtà migliori (dal punto di vista economico) stanno sempre più finendo nel mirino di gruppi esteri con soldi cash da mettere sul piatto sia nei momenti di euforia economica sia, evidentemente, in quelli di grave crisi.
Se l’operazione con Gazprom si dovesse chiudere, secondo MilanoFinanza, si potrebbero scatenare gli interessi dei Moratti per possibili accordi con il gruppo di raffinazione Saras. Ma i margini per un forte interesse della famiglia Moratti in quel senso, al momento risultano piuttosto ridotti.
Sabato 23 marzo 2013