Figuraccia mondiale per l'Italia. Ha consentito lo sfratto di nuclei fragilissimi e sotto protezione internazionale (ONU)!
La relazione dell'Onu sugli sfratti in Italia annichilisce l'Italia del potere ed il suo squallido racconto sulla questione abitativa. Nell'immediato post-covid sono stati sfrattati nuclei fragilissimi, nonostante fossero posti sotto protezione e nonostante si chiedesse per loro l'applicazione di misure alternative atte a tutelarne la dignità. Asia-Usb che allora promosse diverse petizioni e che denunciò la prepotenza dello Stato che ne ha impedito l'applicazione, chiede che adesso i responsabili rispondano del mancato rispetto dei Trattati sottoscritti dall'Italia, i quali difendono il diritto ad una abitazione.
Che lo Stato Italiano nella tremenda questione abitativa, declinata nella sua versione più drammatica, ossia quella dell’esecuzione degli sfratti, non tenesse conto di alcuna denuncia, richiamo o ammonimento, ci è noto e lo denunciamo ormai quasi quotidianamente. A mettere nero su bianco l’ingiustizia sociale che ogni giorno viene perpetrata nel nostro paese è l’Onu stessa, con il suo Rapporto Speciale Sugli Sfratti In Italia.
La relazione serva da monito a Governo, Regione e Comune visto che le responsabilità di fronte alla questione abitativa sono non solo multilivello, ma anche multicolore, visto che al governo del paese e della città si sono avvicendate tutte le principali forze politiche.
Un documento di 16 pagine in cui si bacchetta il Governo Italiano che nel 2022 ha ignorato deliberatamente alcune sospensioni di esecuzione emesse dal Cescr delle Nazioni Unite in merito a sfratti ai danni di anziani, invalidi, famiglie con minori e altre categorie di persone fragili, esortando di fatto i tribunali a ignorare le decisioni dei Relatori Speciali Onu, in quanto non vincolanti. Ciò è falso in quanto la sottoscrizione di un trattato obbliga il paese aderente a tenere conto dei richiami degli organi che vigilano sul trattato stesso. Tanto che le sospensioni richieste erano momentanee e non definitive, emesse cioè in attesa di uno studio attento e particolare del caso e/o della sua risoluzione con l’assegnazione di un alloggio adeguato. Non avevano nulla a che fare con la legittimità della proprietà privata in quanto chiedevano soluzioni pubbliche, alternative. I Tribunali hanno subito colto la palla al balzo, alleggerendosi dall l’impaccio delle mancate esecuzioni ed accettando acriticamente il parere espresso dallo Stato. E a proposito di sospensioni leggendo il documento non possiamo non ripercorrere tutti i casi che abbiamo seguito in quegli anni con il Movimento per il diritto all'abitare di Roma (tra queste le famiglie di Silvio Latino) e per cui abbiamo promosso le opposizioni Onu assieme ad altre realtà cittadine, compresa l’Assemblea di Autodifesa Abitativa che ha importato questa pratica a Roma, accompagnando all’azione legale le pratiche conflittuali: picchetti, presidi, manifestazioni.
Ci vengono in mente non solo Carlo, l’ultimo pittore di via Margutta, o Begum, divisa dal suo nucleo e sfrattata con l’assenso del medico nonostante suo fratello fosse alettato con un solo polmone funzionante, ma anche tutti gli altri, come Erminia, strappata alla sua Centocelle, Salima, studentessa madre cacciata con l’intervento di due battaglioni di Carabinieri in assetto antisommossa e tutti gli altri e le altre cui è stata sottratto un Diritto Fondamentale come quello alla Casa e a cui nessuna istituzione, Stato, Regione o Comune che sia, è riuscita a dare una risposta adeguata. C’è fra loro chi è dovuto andare via da Roma, chi abita in un garage pieno di muffa e chi ha perso ogni contatto con la realtà.
Che in Italia il diritto alla casa venga quotidianamente calpestato e che la narrazione creata da una stampa prona al potere e alla rendita parassitaria sia capovolta ci era noto, e lo sanno le decine di migliaia di famiglie in attesa di una casa popolare, le migliaia di nuclei sotto sgombero o sfratto da parte degli enti che detengono e gestiscono patrimonio pubblico (Ater, Comune, Inps e altri enti), i milioni di cittadini schiacciati sotto il peso di affitti insostenibili e da una legge che non garantisce alcuna protezione legale in caso di repentina perdita del proprio reddito. Chi fino ad oggi ha fatto finta di niente, girandosi dall’altra parte o contribuendo attivamente all’aggravarsi della questione abitativa, può leggere il documento e sperimentare, come gesto espiativo minimo, qualche decennio di silenziosa vergogna.
Asia-Usb