Firenze. Più di mille in corteo si accampano contro il piano-casa

Firenze -

Più di mille persone hanno partecipato oggi a Firenze alla manifestazione contro il “modello Renzi”. A scendere in piazza la rabbia sociale contro il piano-casa e il jobs act. Occupanti di case, giovani precari, studenti e lavoratori hanno animato un corteo determinato e vivace che ha portato la propria contestazione sotto i principali luoghi simbolo del regime dell’austerity e della precarietà targato Partito Democratico.

 

Dopo essere partito da piazza S.Marco il corteo ha sanzionato il Centro per l’impiego e il punto vendita di Eataly, esprimendo chiaramente l’indisponibilità sociale a piegarsi allo sfruttamento sotto il ricatto permanente della disoccupazione.

 

La contestazione si è poi spostata sotto la Regione Toscana, dove è stata rispedita al mittente l’accusa di “colpevolezza” che i regolamenti regionali rivolgono alle centinaia di famiglie che non riescono a pagare un affitto: non esiste una “morosità colpevole”, la colpa è delle istituzioni, della rendita e degli speculatori!

 

A questo punto il corteo si è diretto con rabbia verso il proprio obiettivo principale: Palazzo Vecchio, massima espressione del potere PD e luogo simbolo di un renzismo becero che i movimenti in città combattono da anni. Ad accoglierlo una piazza militarizzata che non è riuscita a scoraggiare le tante mani che hanno lanciato contro il palazzo verdure marce e uova. Qui nessuno ha paura! La volontà della questura di vietare al corteo il passaggio dentro piazza della Signoria ha dovuto fare i conti con la determinazione di un movimento disposto a guadagnarsi a spinta la libertà di manifestare, come dimostrato durante l’“assedio al lusso” dello scorso dicembre.

La tendopoli allestita a fine corteo in piazza S.Lorenzo, alle spalle della Prefettura, sta lì ad esprimere una volontà diffusa di continuare senza paura la mobilitazione contro il piano-casa e la voglia di sfidare un governo cittadino che vuole tenere fuori dal centro-vetrina i proletari, i loro bisogni, le loro lotte. L’iniziativa di oggi si è dimostrata da subito capace di mettere in crisi la controparte, che si è vista costretta a incontrare una delegazione degli occupanti.Le richieste sono chiare: l’art.5 non deve essere approvato né tanto meno applicato dalle istituzioni locali! In caso contrario, saranno i movimenti a porre le condizioni della sua inapplicabilità reale facendo valere il contropotere accumulato nelle lotte!

 

Determinazione, coraggio, rabbia, protagonismo, voglia di mettersi in gioco e non arrendersi di fronte a una controparte sempre più arrogante e indisposta a cedere con facilità. Questo si è visto oggi nel bellissimo spezzone della lotta per la casa che ha aperto la manifestazione. Come il 19 ottobre, come il 12 aprile, come nelle mille piazze che hanno animato il paese negli ultimi mesi, gli occupanti di case si sono ancora una volta, e forse in misura senza precedenti in questa città, dimostrati capaci di produrre una conflittualità sociale all’altezza dei tempi e di aprire importanti spazi di ricomposizione. Passaggio dopo passaggio vediamo come l’antagonismo espresso nella vertenzialità quotidiana condotta senza spirito di mediazioni al ribasso si sedimenti in forme di autonomia reali. Politicizzazione dei bisogni e capacità di spostare i rapporti di forza sono alcune delle gambe principali che continuano a far camminare questo movimento sulla strada di un cambiamento radicale della società.

 

La direzione è quella giusta… avanti tutta!

 

“La vera bellezza è nella Firenze che lotta”