"Francesco, scusa per il disturbo", gli occupanti scrivono al Papa

Roma -

Accampati da 14 giorni a Santa Maria Maggiore. Domani arriva il Papa


"Scusaci, Papa, per essere entrati nella Basilica a rifugiarci e grazie per l'ospitalità". Quindici giorni dopo, sono ancora lì, nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Le 50 famiglie sgomberate da un palazzo di Torre Spaccata che dal 4 giugno vivono e dormono dentro una delle quattro basiliche papali, ieri hanno preso carta e penna per scrivere al Pontefice che proprio domani potrebbero incrociare, al termine della processione del Corpus Domini. papa Bergoglio infatti, come tradizione, al termine della processione del Corpus Domini, entrerà in chiesa, da solo, per una preghiera alla Madonna e per spogliarsi dei paramenti sacri.

I 120 senza casa, con tutta probabilità, saranno fatti uscire. Dentro, però, resteranno le buste, le coperte, gli zaini che da giorni sono ammassati in un angolo della basilica. Due giorni fa, intanto, al di là del possibile incrocio col Papa, a visitare le 50 famiglie è arrivato Konrad Krajewski, arcivescovo di Benevento ed elemosiniere apostolico di Papa Francesco. A raccontarlo sono i portavoce dei Blocchi precari metropolitani, una delle sigle che sta seguendo le vicende degli sgomberati da Torre Spaccata: secondo quanto riferiscono, don Konrad avrebbe promesso di prendere contatto in tempi rapidi con il Campidoglio per trovare una soluzione al caso.

Da parte loro, i senza casa hanno comunque deciso di scrivere una lettera al Pontefice per chiedere "un aiuto sincero per sensibilizzare il Comune di Roma che ci ha abbandonato, togliendoci tutti i diritti dei cittadini". Una missiva per spiegare anche le ragioni che hanno portato all'occupazione: "Questo gesto è stato dettato dalla disperazione di padri e madri di famiglia che non avevano più un tetto sotto cui riparare i propri figli". La lettera si conclude con le scuse dei senza casa. "Cogliamo l'occasione per porgervi le nostre scuse per essere entrati nella Basilica a rifugiarci e la ringraziamo per l'ospitalità".