GLI INQUILINI ENPAIA SCRIVONO AL SINDACO RAGGI: FERMARE LA POLITICA SPECULATIVA SUL PATRIMONIO DELL'ENTE
ANCHE GLI INQUILINI ENPAIA SCRIVONO AL SINDACO RAGGI:
FERMARE LA POLITICA SPECULATIVA SUL PATRIMONIO DELL'ENTE PREVIDENZIALE
Egregio Sig. Sindaco,
I sottoscritti:
(lettera firmata dai referenti dei comitati Enpaia in rappresentanza delle 180 famiglie, la stragrande maggioranza sotto sfratto, di Via Pian di Scò, di via Grotta Perfetta, di via Bonaiuto, di via Deserto dei Gobi, di via Righelli e via Benedetto Croce, ecc.)
nell'augurarLe buon lavoro all'inizio del suo mandato istituzionale
vogliamo esporLe un problema che riteniamo giusto e di primaria importanza e che riguarda in special modo Roma e poiché crediamo che Lei sia dalla parte di chi crede in un diritto fondamentale come quello della casa e che sia contro chi usa l'arma degli sfratti verso coloro i quali contestano l'aumento degli affitti anche del 100%.
Chi Le scrive è un copioso numero di inquilini ENPAIA (Ente Previdenziale Privatizzato, con molti appartamenti a Roma), che nel 2010 si son visti recapitare richieste di canoni di locazione raddoppiate, e tutto ciò con il consenso e l'approvazione di quelle OO.SS. (Sunia, Sicet, Uniat) che avevano sottoscritto con l'Ente, un accordo sindacale, senza nemmeno interpellare noi inquilini.
Abbiamo denunciato il vergognoso accordo alle Istituzioni tutte, Comune, Provincia, Regione, ANCI, segreteria del PD e parlamentari vari.
Abbiamo anche chiesto un colloquio, mai avvenuto, con il suo predecessore Sig, Ignazio Marino sembra che anche in questo caso abbia prevalso la politica della convenienza e del vantaggio.
Da tutte le Istituzioni, ci è stato assicurato interessamento e collaborazione per trovare una soluzione al drammatico problema che ancora oggi, a distanza di sei anni, stiamo discutendo; perché l'ENPAIA, disattendendo tutto e tutti, non si è fatta scrupolo di inviare le intimazioni di sfratto per "finita locazione".
Le lasciamo immaginare quale sentimento di sconcerto e di preoccupazione abbia suscitato in noi tale comunicazione! Con l’ufficiale giudiziario che mensilmente bussa alle nostre porte. Sono circa 180 le famiglie che rappresentiamo e che hanno ricevuto lo sfratto per finita locazione.
Sottolineiamo che abitiamo in queste case da 30/40 anni e abbiamo una età media di 65/75 anni.
Inoltre il D.lgs 104/96 e successive integrazioni, affermava giuridicamente che gli Enti previdenziali privatizzati, avevano l'obbligo di alienare il proprio patrimonio immobiliare a favore degli inquilini.
Se l'ENPAIA avesse rispettato la norma vigente, avrebbe dovuto dismettere le sue proprietà nel termine di 5 anni dall'emanazione del D.gls 104/96.(alcuni comitati di inquilini si son visti penalizzati al pagamento delle spese legali per 40.000,00 Euro) e pensare che nel 2001, avevamo anche l'età per chiedere un mutuo!
Oltre a ciò, è vergognoso assistere inerti come i giudici del Tribunale Civile di Roma -sez. VI, possano seguitare nel confermare le ordinanze di rilascio per” finita locazione”(siamo l'unico paese in Europa con lo sfratto"per finita locazione"), mentre:
- la sentenza del Consiglio di Stato n. 06014/2013 del 30 ottobre 2012,
- la sentenza del Tar del Lazio n. 05938/2013 del 12 giugno 2013
- la sentenza del Consiglio di Stato n. 8826/2013 del 15.gennaio 2014
ribadiscono che Enti come l'ENPAIA sono da considerasi "pubblici" a tutti gli effetti e come tali obbligati ad attenersi alla normativa prevista per gli Enti pubblici (anche in questo caso i singoli inquilini hanno dovuto sostenere spese legali per svariate migliaia di Euro).
Appare chiaro che, i vertici dell'ENPAIA disattendono tutto ciò e la conseguente gestione del patrimonio abitativo sta alimentando l’emergenza casa nella nostra città, coinvolgendo anche quelle famiglie in grado di pagare affitti di 700/1000 euro mensili!
Chiediamo una moratoria che metta un fermo allo stillicidio degli accessi dell'ufficiale giudiziario e l'apertura di un tavolo inter-istituzionale per concordare canoni di affitto equi.
Solo grazie alle instancabili attività dell'avv. PERTICARO, del Sindacato ASIA USB e - in Parlamento - dell’onorevole Roberta Lombardi ad oggi siamo riusciti a tutelare da soli e tra mille difficoltà e nel silenzio dell'amministrazione comunale il diritto ad abitare le nostre case.
Teniamo a precisare che vogliamo pagare un canone di affitto giusto (attualmente paghiamo da 700,00 a 1000,00 € al mese), misurato e proporzionato al nostro reddito e non ingiusto, speculativo e lucroso, mirato a "far cassa" per ripianare i loro investimenti sbagliati che hanno generato nei loro bilanci enormi ammanchi.
Non serve ribadirlo e neanche sottolinearlo che, se anche una sola intimazione di sfratto”per finita locazione” divenisse esecutiva, il problema assumerebbe valore sociale, che coinvolgerebbe le Istituzioni le quali dovrebbero occuparsi delle migliaia di cittadini, perlopiù anziani, che perderebbero l’alloggio in cui vivono da più di 40 anni.
Crediamo che il M5Stelle è il partito più vicino alla famiglia, ai lavoratori ed ai pensionati, ma in questo momento come pensa di aiutarci?
Ci siamo affidati al programma elettorale da Lei proposto, e i risultati elettorali lo hanno dimostrato anche nei municipi ove i loro immobili sono costruiti.
Pensiamo, inoltre, di vivere in democrazia e di poter dialogare per arrivare ad un accordo soddisfacente per tutti, ma questo l'ENPAIA non lo considera possibile!.
Dopo sei anni, è ora di manifestare il nostro dissenso per fermare chi la legge la vuole usare solo per difendere i propri privilegi a danno dei cittadini!
Il suo movimento è il movimento del “fare”e ci sembra il momento di dare risposte concrete ed esaurienti all'annoso problema della casa.
Risposte alle quali i suoi predecessori si sono sottratti tacitamente.
Dichiariamo fin d'ora la massima disponibilità a fornirLe qualsiasi chiarimento o approfondimento e auguriamo di svolgere un buon lavoro a Lei ed alla sua Giunta, teso alla legalità ed alla trasparenza, principi fondamentali del suo movimento
Rimaniamo in attesa di un suo cortese cenno di risposta.
Distinti saluti.