GLI INQUILINI RESTISTENTI DI VIA PINCHERLE HANNO OCCUPANO L' ATER DI ROMA.

Lettera degli inquilini: 130 euro al mese? OK il prezzo è giusto!

Roma -

Oggi 22 marzo gli inquilini resistenti di Via Pincherle hanno occupato la sede di ATER a Lungotevere Tor di Nona per reclamare il loro diritto ad avere dei contratti di affitto che siano adeguati alle loro condizioni economiche e sociali.Da due anni, infatti, gli inquilini stanno aspettando che l’ATER si decida ad aprire un tavolo di confronto con i rappresentanti degli inquilini e di AS.I.A per discutere di come rivedere gli affitti che gravano ormai in maniera considerevole sui loro redditi ormai “falcidiati” dalla crisi economica e contrastare le procedure di sfratto messe in atto e che colpiscono le famiglie più esposte economicamente.Gli alloggi di via Pincherle non sono ERP ma patrimonio disponibile legati quindi alla legge 431 che disciplina i contratti a libero mercato o a canone concordato: ebbene è questa la mannaia che gli inquilini hanno sulla testa!Oggi, andando direttamente nella sede di ATER, abbiamo reclamato il nostro diritto ad avere  dei contratti che siano determinati sulla base del reddito ISEE e delle condizioni sociali delle famiglie assegnatarie, come stabilito dalla Delibera Regionale, tenuto conto della funzione “sociale” di ATER e dei  criteri di salvaguardia sociale ed economica delle famiglie.Una delegazione composta da membri  del Comitato Inquilini e di AS.I.A è stata ricevuta dal Commissario Dr. Prestagiovanni, presenti il Direttore Generale  ed altri Dirigenti dell’Azienda; alla fine dell’incontro l’Amministrazione ATER  ha accolto la nostra richiesta di istituire un  tavolo di trattative, con la presenza dell’Assessore Buontempo, entro pochi giorni.Gli inquilini, pur valutando positivamente l’incontro di oggi e restando in attesa di una convocazione a breve, mantengono  lo stato di mobilitazione fino a che la situazione non verrà risolta positivamente.
Roma 22 marzo 2011C.I.P.

Comitato Inquilini Pincherle ASIA-USB
 

 

130 euro al mese?   OK il prezzo è giusto!

 

Nel maggio di due anni fa a Roma accadde qualcosa che sembrava impossibile fino a poco tempo prima. Nella nostra regione per la prima volta, un ente pubblico l’ATER, assolvendo alla sua funzione sociale, rilevò degli appartamenti in via Pincherle e in Viale dei Colli Portuensi di proprietà di una società privata, consentendo così agli inquilini che non avevano potuto comprare la propria casa di continuare ad abitarvi. Fu una vittoria.

Fu la dimostrazione concreta che quando le istituzioni si mettono d’accordo e si ha una volontà comune, è possibile costruire un percorso alternativo che mette al centro il problema sociale della casa e del diritto di abitare delle fasce più deboli, cosi come le battaglie condotte contro le speculazioni immobiliari che da sempre affliggono il nostro territorio, possono essere vinte.
Dopo due anni, però, gli inquilini non sono ancora riusciti ad affrontare con la nuova proprietà ATER le importanti problematiche che li riguardano.

ATER acquistò gli appartamenti sulla base di una delibera regionale fondata sulla tutela dei redditi familiari affrontando così le diverse situazioni di sofferenza economica.  Due nuclei familiari sono ancora in attesa di una risposta, mentre molti altri non riescono ad arrivare alla fine del mese a causa del canone troppo alto.  Doveva essere messo in funzione da ATER uno sportello dedicato a queste problematiche a disposizione sia da via Pincherle che da via dei Colli Portuensi ma stiamo ancora aspettando. Continuiamo a pagare un canone di affitto che non prende in considerazione le reali esigenze economiche degli inquilini molti dei quali ultra 75enni, monoreddito, invalidi civili, pensionati al minimo, famiglie composte da madri con figli a carico e anche famiglie di precari, risultato di anni di crisi economica.

Tutto questo sta disattendendo lo ”scopo sociale” previsto dalle norme statutarie dell’ente e dalla delibera Regionale che dava mandato ad ATER di acquistare le case in cui abitiamo da decenni, così come non osserva fino ad ora, l’applicazione dei criteri di stipula dei contratti di locazione che come cita la delibera : “…dovranno tenere conto del reddito ISEE …di eventuali presenze nel nucleo familiare di persone con handicap o soggetti con età maggiore di 65 anni …condizioni familiari e lavorative di particolare disagio…”. Si è arrivati invece a richieste di sfrattoAllo stato attuale non esiste spazio di confronto possibile, la gestione condominiale risente fortemente delle decisioni dei “proprietari” con rilevanti aggravi economici sugli  “affittuari”.

L’indignazione aumenta quando a fronte di canoni di affitto poco sostenibili, la governatrice Polverini per un alloggio ATER nel quartiere di San Saba pagava 130€. 

“L’era dei privilegi è giunta al capolinea”  ha tuonato cosi in un’intervista la governatrice riferendosi ad “affittopoli” e ci trova perfettamente d’accordo al punto che riteniamo sia giusto la riconsegna ad ATER dell’appartamento “non abitato” e metterlo a disposizione di chi ne ha veramente bisogno. Non ci troverà per nulla d’accordo invece, se ATER ha deciso che dobbiamo essere solo noi a contribuire al risanamento del suo deficit. Questa città continua a soffrire per situazioni che umiliano i cittadini che ogni giorno lottano per ottenere il giusto diritto a una casa e ad un reddito sicuro.  E’ inaccettabile che proprio le famiglie che perdono quote di reddito siano minacciate di sfratto e ai “potenti” sia permesso di occupare case che per legge spetterebbero alle fasce più deboli della popolazione.

 Ora basta!!!!

 

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 Inquilini resistenti Via Pincherle e Via dei Colli Portuensi