Casa, dal governo Meloni solo dichiarazioni di guerra: neanche l'ombra di un alloggio pubblico!
Il Governo vuole aumentare le pene, snellire ulteriormente le procedure di sfratto e sgombero e dare più potere alle forze dell'ordine. Ma su come garantire il diritto alla casa non spende nemmeno una parola.
Fratelli di Italia, partito di maggior peso nella coalizione di maggioranza, ha presentato un disegno di legge per mettere fine alle cosiddette occupazioni abusive. La ricetta è sempre la stessa, trattare il problema e la questione abitativa come una questione di ordine pubblica. Nella fattispecie il partito di Giorgia Meloni propone pene più severe (fine a 9 anni), legislazione speciale (negando il diritto al rito abbreviato) e sgombero entro 24 ore (cosa che tra l’altro già esiste nei casi di flagranza di reato). Il tutto condito da motivazioni strampalate in cui si mescolano i dati delle esecuzioni per morosità con quelli dei procedimenti di sgombero e altre amenità che dimostrano quanto scarsa sia la conoscenza del problema.
Nel pieno di una campagna mediatica diffamatoria condotta nei confronti del Movimento di lotta per la casa il Governo si appresta dunque a prendere provvedimenti pesanti nei confronti (anche) di chi per estrema necessità occupa un alloggio vuoto e, come nel caso di parecchi immobili di Edilizia Pubblica o privata, lasciato all’abbandono ed al degrado per anni. il tutto in nome dell’articolo 42 della Costituzione. Quasi tutti però nel citare tale articolo lo troncano. È invece utile citarlo per intero: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”.
Ovviamente, all’interno non tanto della proposta di Fdi ma dei programmi complessivi di questo Governo, non c’è nessun accenno al problema abitativo dal punto di vista delle politiche da adottare in merito. Nessun piano investimento per incrementare la quota ERP, ormai riconosciuta come altamente insufficiente da tutti gli organi e gli enti di ricerca, nessun intervento sui canoni ormai insostenibili, nessuna azione per impedire o almeno disincentivare l’abbandono ed il non-uso di patrimonio abitativo ai danni della collettività. Nulla. Solo un insopportabile e ormai insostenibile servilismo alla rendita, al mondo dei costruttori e degli speculatori. Un mondo al quale servire politiche repressive ed in linea, tutto sommato, con quanto visto nei precedenti anni, almeno dal 2014 in poi, con una serie di interventi legislativi atti a contrastare il fenomeno delle occupazioni, dalla Legge Renzi-Lupi ai vari Decreti sicurezza fino ai 48.000 sgomberi evocati del Governo Conte I, quello con Salvini agli Interni. Tutti interventi miseramente falliti per il semplice motivo che non affrontano la causa del problema, ma si scagliano su uno degli effetti.
La causa del profondo disagio abitativo delle metropoli, ma ultimamente anche dei medi e piccoli centri, è invece la carenza di alloggi pubblici in grado di garantire il Diritto alla Casa, l’uso scellerato del poco patrimonio esistente per politiche di bilancio o profitto (dismissioni, aste e truffe dei Pdz ne sono un esempio), ed una legge sui canoni che ha prodotto affitti più alti dei salari e più di due milioni di sfratti in 20 anni.
Fin quando non si metterà mano a quanto descritto, nessuna inasprimento delle pene e delle procedure potrà frenare chi occupa un alloggio per non finire, assieme ai suoi cari, in mezzo a una strada o sotto un ponte.
Asia USB