I migranti e ASIA/USB BOLOGNA occupano la caserma della Cri Tensione ai Prati di Caprara, la polizia pronta a sgomberare il centro
da "LA REPUBBLICA" BOLOGNA
di ROSARIO DI RAIMONDO
Bologna - HANNO un pezzo di carta tra le mani e qualche soldo in tasca: troppo poco per loro perché si possa considerare finita l’emergenza Nord-Africa. Cinquanta profughi nigeriani ospiti dei Prati di Caprara si sono barricati nel centro gestito dalla Croce Rossa. Ieri, per ordine della Prefettura, sarebbero dovuti andare via. Aiutati dagli attivisti di Usb-migranti e Asia-Rdb, hanno invece occupato l’ex caserma dove vivono da due anni, mentre fuori la polizia in tenuta antisommossa presidiava l’ingresso: «Aiutateci, non sappiamo dove andare, non vogliamo dormire in strada». Chi se n’è già andato, si arrangia come
può. «Uno l’ho trovato ieri notte davanti a una chiesa di Borgo Panigale — racconta Eta, una donna che partecipa al presidio e abbraccia i migranti come fossero figli suoi — L’ho portato a casa mia. Questi sono esseri umani, non pacchi da gettare in mezzo alla strada».
Il blitz di Usb-migranti scatta a
mezzogiorno: «Vogliamo garanzie, da qui non li cacciate» scandisce Giorgio Simbola a nome del sindacato. Nel frattempo la Croce Rossa ha staccato anche la luce. Nessuno porta il pranzo oggi. Dentro, un uomo prega faccia al muro, canta una litania straziante che riempie i corridoi sporchi. Qualcuno porta da mangiare, i
minuti passano e i contatti col Comune e l’assessore al Welfare Amelia Frascaroli si fanno sempre più nervosi: «Vogliamo una soluzione», continua Giorgio, e con lui Maria Elena e Michele dell’Associazione 3 Febbraio. Poi tutti gli altri, fra cui gli attivisti del Tpo, arrivati nel primo pomeriggio.
Alla fine la scelta è segnata: si occupa. Prima un consulto con i nigeriani, che a loro volta decidono se restare o andarsene. Vince la prima ipotesi, si sbarrano gli ingressi secondari. La polizia controlla a distanza, e più tardi una pattuglia arriverà anche al centro- migranti di Villa Aldini per controllare la situazione. A sera
uno spiraglio, aspettando un vero e proprio accordo: per questa notte, l’ultima, si resta qui. Oggi il Comune cercherà di trovare dei posti disponibili nei dormitori, quelli del piano-freddo messo a punto durante l’inverno per i senza casa. Sono una trentina in tutto, ma i profughi rimasti a Bologna sono almeno il doppio. Quella di ieri è stata l’ultima concessione, stamattina non resterà altra scelta che andarsene. Eppure da gennaio (quando è scaduta l’emergenza Nord-Africa) a oggi, dopo due mesi di proroga, «qualcosa si poteva fare per evitare tutto questo — dice Neva Cocchi del Tpo — Adesso lasciate loro almeno il tempo di organizzarsi. Alcuni hanno persino lavorato gratis
in tribunale. E ora nessuno li vuole più». Ogni migrante ha un permesso di soggiorno e una sorta di “passaporto” per muoversi liberamente in Europa, oltre a mille euro (500 dalla Prefettura, gli altri dalla Cri). Pochi fortunati andranno da amici e parenti, in Italia o all’estero.