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In questi giorni si sta svolgendo al Maxxi di Roma "Cittร nel Futuro 2030-2050". Promosso da ANCE (Associazione Nazionale Costruttori ed Edili) sotto la direzione dell'ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, questo convegno dal nome roboante si prefigge di mettere allo stesso tavolo attori istituzionali, economici, palazzinari e politici per discutere quale debba essere"la cittร del futuro" in termini di abitare, attrattivitร economica, resilienza, rigenerazione urbana, sostenibilitร .
Oltre alla infelice scelta di tenere questo convegno dentro un luogo al centro di un boicottaggio internazionale per i suoi legami culturali ed economici con l'economia del genocidio (e che fino a pochi giorni fa ha ospitato una mostra sui grandi progetti speculativi di stadi in giro per il mondo), nel ricchissimo programma di "Cittร nel Futuro" salta all'occhio un dato evidente. Tutti questi attori istituzionali (dal Governo al Comune), politici (dal PD a FdI) ed economici (Costruttori, Confindustria, ..) stanno ancora una volta concertando la "cittร del futuro" senza interpellare chi la abita.
ร esattamente ciรฒ che รจ avvenuto in occasione della presentazione del Giubileo delle periferie, e piรน in generale quando รจ sul piatto quel "Modello Giubileo". Quest'ultimo รจ ormai ben piรน di una gestione di scopo del grande evento religioso. ร un vero e proprio modello di governance bipartisan fondato sulla partnership pubblico-privato, sulla messa a valore di ogni spazio e servizio e sulla gestione di chi abita la cittร e i territori vicini come un problema di ordine pubblico. Un approccio bene incarnato dalla oramai onnipresente (e abusata) figura del Commissario che gestisce ogni sorta di questione: dal nuovo stadio, ai rifiuti, alle periferie, alle risorse per il PNRR e via dicendo.
Seguendo questa logica, i diritti inalienabili come quelli alla casa, all'acqua, alla salute e all'autoderminazione dei territori vengono superati dalla gestione finanziaria del suolo e delle altre risorse per attrarre investimenti e popolazioni altospendenti. Pertanto, diventa normale e anzi logico confrontarsi su cosa sia la rigenerazione urbana tagliando fuori chi abita la cittร e si organizza per difendere l'inalienabile diritto all'abitare, o di vivibilitร delle aree interne senza chi abita quei territori. Pare anche normale discutere di "giovani nella cittร " senza coinvolgere quelle generazioni, quegli studenti e quelle studentesse a cui ogni giorno viene negato il diritto allo studio, all'autonomia abitativa e all'emancipazione.
Oppure, diventa logico fare diversi panel sulla sostenibilitร senza sentire chi contesta le metodologie di captazione dell'acqua messe in campo da ACEA (societร municipalizzata tra i partner di questo evento), o chi si batte contro la devastazione sociale e ambientale che opere come lo stadio, il porto crocieristico, l'inceneritore e i vari biodigestori genereranno in aree giร pesantemente sfruttate e congestionate.
Insomma, la loro cittร del futuro si struttura tagliando fuori tutto quel composito blocco sociale che, dai posti di lavoro, dalle scuole, dalle universitร , dai quartieri popolari, dalla provincia e dai territori piรน penalizzati dalle scelte politiche di Comune, Regione e Governo, non ha piรน intenzione di subire ma รจ pronto a rilanciare il proprio progetto di cittร , come faremo rivendicando e costruendo un consiglio comunale aperto.
Da parte nostra, chiamiamo tutte quelle realtร e persone indisponibili a farsi schiacciare da questi processi a raccolta giovedรฌ 9 dalle ore 15 in poi a piazza Apollodoro in contemporanea all'inizio del panel "Cantiere Roma: le sfide di una Capitale". Facciamoci sentire: il futuro della cittร lo decide chi lo abita!