I numeri complessivi dell'emergenza casa in Italia fanno paura. Ma il governo Meloni fa finta di niente

A fronte dei dati pubblicati il 12 aprile da La Stampa, ci si aspetterebbe una presa di posizione da parte dell'esecutivo che vada al di la degli slogan contro gli occupanti. L'immobilismo del Governo sarà pagato da un milione e mezzo di famiglie in crisi con gli affitti e con i mutui.

Roma -

Il 12 aprile sul sito de La Stampa è stato pubblicato un articolo sull’emergenza abitativa in atto in questo paese. L’articolo, a firma di Paolo Russo, quantifica le famiglie in difficoltà ed in procinto di subire una procedura forzosa in 1,5 milioni di famiglie. Ma come si è giunti a tale cifra? Semplice, aggregando i dati degli sfratti in esecuzione a quelli dei mutuatari in sofferenza.

I primi non riescono a pagare affitti ormai insostenibili se rapportati al salario medio, i secondi vedono i tassi fluttuare verso l’alto e i loro redditi erosi dall’inflazione. Agli affittuari presto non sarà concesso più nessun aiuto, non avendo il Governo Meloni finanziato i fondi previsti per la morosità incolpevole ed avendo addirittura cancellato il Reddito di Cittadinanza, cui una quota era riservata proprio ai canoni. D’altro canto l’aumento del tasso di interesse fino al 31% sta mettendo in crisi anche famiglie con redditi mediamente più alti. In sintesi la platea dell’emergenza si allarga e il Governo o non fa nulla o gioca addirittura parte attiva nello smontare quel poco che c’era di esistente.

A ciò noi aggiungiamo i dati sugli sgomberi (48 mila circa) e tutte quegli abusi che quotidianamente si consumano nei territori ove affittuari in nero vengono minacciati ed infine cacciati con la violenza dai proprietari non appena saltano una rata di affitto.

Va da sé che i continui attacchi nei confronti degli inquilini delle case popolari che per necessità sono entrati in alloggio lasciato vuoto per anni, ha lo scopo di distogliere l’attenzione da questi dati e dalla reale portata della crisi economica e abitativa che il paese attraversa. Crisi che non fa altro che peggiorare col passare dei mesi. Anche la politica di sgomberi intrapresa a Roma e subito rivendicata dal Presidente del Consiglio, che ha prodotto nuove esecuzioni proprio ieri a San Basilio, non ha nessun impatto sulla città se non quello di peggiorare la situazione. Ad oggi gli alloggi liberati a febbraio non sono stati riassegnati. L’ulteriore attacco riservato addirittura alla quota di riserva del patrimonio, dedicata all’emergenza e, come noto, prevista dalla Legge. Quota che serve a coprire situazioni emergenziali come l’evacuazione di un edificio pericolante o che abbia subito un incendio, per fare alcuni esempi.

Di fronte a tutto questo il Governo dovrebbe prendere provvedimenti in modo rapido e consistente, come da anni Asia-Usb chiede a gran voce. Abrogare la legge sui canoni e sostituirla con una che contenga forti criteri di calmierazione, aumentare il patrimonio pubblico destinato a garantire il Diritto alla Casa, intervenire sui mutui e sui tassi di interesse nonché sulle procedure di pignoramento per impedire che centinaia di famiglie perdano casa, bloccare le nuove speculazioni dei palazzinari ed ogni ulteriore consumo di suolo, tassare pesantemente la rendita parassitaria, costringendola a utilizzare tutte le unità abitative che tengono vuote e sfitte con una norma ispirata a quella al vaglio in Belgio.

Sono tutti provvedimenti di cui il paese ha urgente bisogno e che non possono più essere rimandati, ma sui quali il Governo al momento tace, nonostante l’ammissione da parte di suoi esponenti del problema e i dati di recente pubblicazione che ne delineano le dimensioni.

Asia USB