INCATENATO AL MARCO AURELIO: "UNA CASA PER CRESCERE MIO FIGLIO"

Roma -

 

 

La disperazione di un romano che abita con il figlio in uno stabile occupato in via Gian Maria Volontè. L'uomo chiede al Comune l'assegnazione di una casa popolare, per la quale non ha i punti. "Vivo con una pensione di 13 euro al giorno, 489 al mese, e non posso permettermi di pagare un affitto"

Si è incatenato alla statua equestre del Marc'Aurelio sulla piazza del Campidoglio, Claudio Paradisi di 66 anni chiede una casa dove "far crescere" suo figlio che, "abbandonato a 4 mesi dalla madre - racconta - ha vissuto 4 anni nella casa famiglia di suor Paola, a Bravetta ed ora, all'età di 10 anni vive con lui che ne è il padre, in uno stabile occupato in via Gian Maria Volontè".

Claudio, che al suo fianco ha il figlio, non è riuscito ad ottenere una casa popolare "ho solo 8 punti e ne servono almeno 10", spiega, ma aggiunge "vivo con una pensione di 13 euro al giorno, 489 al mese, e non posso permettermi di pagare un affitto. Ma mio figlio ha diritto ad una vita diversa, non posso farlo stare in una occupazione. Vorrei almeno poter lavorare ancora". L'uomo spiega anche che ha scritto al sindaco "per spiegargli la mia situazione ma non ho ricevuto nessuna risposta" e per questo "ho deciso di venire qui - ha scritto su uno dei cartelli che espone -, per non essere più un illegale solo perchè non posso permettermi una casa dove far crescere mio figlio". Claudio non vuole "elemosina ma ci serve dove vivere".

Uno dei cartelli è stato scritto dal figlio che rivolge il suo appello a Babbo Natale: "caro Babbo Natale - si legge - sono un bambino che non chiede giocattoli per vivere. Con papà siamo entrati in una occupazione perchè non abbiamo una casa, sono felice del mio papà che mi adora e al quale voglio un mondo di bene, quest'anno sono stato buono la legge non ci aiuta allora Babbo Natale pensaci tu".

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