INTERVISTA AD ASIA-USB DI TALAIA, RIVISTA DEL SINDACATO LAB DI EUSKADI (PAESI BASCHI)

Roma -

"COME NASCE AS.I.A. E LA RELAZIONE CON LA FEDERAZIONE DEL SOCIALE USB"
 

TRADUZIONE IN ITALIANO DELL'INTERVISTA

1. ASIA nasce negli anni '90 come associazione di inquilini per difendere e attuare il diritto alla casa della classe operaia in Italia. In quale contesto nasce e qual è il suo background storico?

Negli anni ’70 in Italia finisce il miracolo economico, anche grazie alla crisi energetica del 1973, ed ebbe inizio una fase di recessione. Questo causò un forte conflitto sociale che coinvolse tutta la società. Il tema del diritto all’abitare non rimase escluso. Il concentramento del sistema produttivo delle grandi fabbriche al Nord e in parte al centro del paese, in particolare nelle città maggiori, poi divenute delle vere e proprie aree metropolitane, ha fatto registrare il fenomeno della migrazione della popolazione del sud, che viveva principalmente di agricoltura, verso le città industrializzate. Roma, la capitale del paese, dove oltre alle piccole e medie fabbriche era prevalentemente presente il terziario (la città dei Ministeri), fu uno dei luoghi di attrazione, soprattutto di chi lavorava nel settore dell’edilizia.

Ma nonostante la crisi economica proprio nella capitale abbiamo assistito ad un boom edilizio. Nuovi quartieri sono nati dal nulla in pochi anni. Nasceva il fenomeno dei ‘palazzinari’ e si intravvedeva l’alba dei processi di finanziarizzazione del mercato della casa. L’alloggio trasformato da bene sociale primario a bene di consumo capitalistico. La prima contraddizione evidente era rappresentata dal fatto che le decine di migliaia di famiglie emigrate a Roma, i cui capi famiglia lavoravano in larga parte a costruire le case, sono state costrette a vivere per decenni in baraccopoli, nel fango e nella sporcizia, perché non potevano affittare gli alloggi, per i costi elevati, ma anche a causa del fatto che era loro vietato ottenere la residenza.

La crisi abitativa che si viveva già per i ceti sociali più deboli, le giovani coppie costrette alla coabitazione, la mancanza di alloggi a prezzi sostenibili, le famiglie che vivevano in baraccopoli, rappresentarono una miscela esplosiva che esplose e portò ad un fenomeno, inizialmente spontaneo, che vide nel 1973 a Roma l’occupazione di circa 5.000 alloggi dei palazzinari tenuti vuoti.

La nostra esperienza nasce dentro questo contesto di movimento, avevamo costituito il Comitato per la casa, abbiamo organizzato per i successivi anni molte lotte per il diritto all’abitare, anche con l’occupazione di migliaia di alloggi tenuti vuoti dalla speculazione.

Il mercato della casa continuava a produrre crisi, decine di migliaia di famiglie erano sotto sfratto e noi rispondevamo con i picchetti per bloccare gli sfratti, con le occupazione degli alloggi vuoti se gli sfratti venivano eseguiti, con le manifestazioni per ottenere piani di edilizia pubblica da assegnare a chi era senza casa. Negli anni abbiamo ottenuto tanti risultati, migliaia di famiglie di lavoratori, di precari, di pensionati e di disoccupati hanno avuto l’assegnazione degli alloggi a canone sociale.

Molte di queste persone venivano collocate in alloggi popolari costruiti nei nuovi quartieri periferici, costruzioni pubbliche che aprivano la strada a nuovi insediamenti privati. In questi quartieri mancavano i servizi e la gestione delle case popolari era lasciata al degrado.

Per dare stabilità al rapporto con i settori sociali coinvolti nelle battaglie per il diritto all’abitare, per dare continuità alla lotta per una migliore qualità della vita per i lavoratori, per imporre i servizi necessari per i quartieri popolari, per difendere il diritto alla casa come salario indiretto, è nata nel ’90 l’Associazione Inquilini e Abitanti (ASIA), federata prima alle RdB (Rappresentanze di Base) divenute nel 2010 Unione Sindacale di Base (USB).

Nasce a Roma, ma ora l’attività, svolta in gran parte da giovani attivisti, si è sviluppata in più di trenta province italiane, nelle grandi città ma anche in centri minori. La scelta di ASIA di essere interna al progetto della Federazione del Sociale di USB ha fatto da volano per la crescita delle lotte nei vari territori e degli aderenti all’associazione.

2. Il rapporto con il sindacalismo è stato molto presente in questo percorso. In una prima fase con un rapporto federale con Rdb e poi USB, oggi come parte di USB.

Qual è la sua lettura del rapporto tra sindacalismo e edilizia abitativa? Come e perché le due lotte si incontrano? (Lettura dei problemi, condizioni materiali della classe operaia...) Com'è questa relazione nella pratica, e come si inserisce ASIA nell'USB?

La casa come il lavoro sono due pilastri essenziali per i lavoratori, è contemporaneamente importante la lotta per salvaguardare il potere d’acquisto dei salari o per il reddito per i disoccupati.

Questa battaglia avviene nei territori organizzandosi contro l’aumento dei costi della casa, dei servizi essenziali (sanità, trasporti), delle tariffe delle utenze (luce, Gas, acqua), del caro vita.

Nelle metropoli, delocalizzate le attività produttive, ora divenute nuovo paradigma dell’accumulazione capitalistica, il lavoro è sempre di più parcellizzato, precario e sottopagato, il sindacato del posto di lavoro non ha motivo di esistere. Difronte al lavoro che cambia ci siamo posti il problema di adeguare il sindacato a questo cambiamento.

Usb ha risposto a questo cambiamento nell’ultimo congresso del 2017 con la costituzione della Federazione del Sociale, terza gamba della struttura confederale del sindacato, insieme alle categorie del pubblico e del privato, dando vita ad una nuova forma di rappresentanza sindacale con la nascita dello SLANG (Sindacato dei Lavoratori di Nuova Generazione), strettamente rapportato alla categoria del privato, ma con campo di azione collocato nel territorio, insieme ad ASIA e al sindacato dei pensionati.

Intercettiamo attraverso sportelli aperti nelle molte sedi di ASIA-USB, soprattutto presenti nei quartieri popolari, le problematiche legate alla vita quotidiana dei lavoratori/cittadini, di chi ha problemi di casa, dell’accesso ai servizi, delle mancate manutenzioni degli alloggi pubblici, ma anche dei lavoratori precari ai quali i padroni non pagano gli stipendi o che li tengono a nero. Dove si rende necessario organizziamo le azioni legali o conflittuali che sono alla base costituente della nostra associazione e dell’USB: proprio in questi casi nasce la relazione diretta con la F.d.S. di USB.

3. Quali sono le principali richieste di ASIA in relazione al problema degli alloggi in Italia?

Gli obiettivi di una nostra permanente iniziativa di mobilitazione, messa in campo anche con manifestazioni nazionali, regionali e cittadine, avvenute pure durante il lockdown sotto le sedi delle istituzioni locali e di quelle governative, sono i seguenti: un piano nazionale straordinario di un milione di case popolari, da attuare impedendo nuovo consumo di suolo e recuperando il patrimonio sfitto; il ri-finanziamento della politica pubblica della casa (una nuova Gescal, esisteva fino al 1994); la modifica della legge sugli affitti privati diventati insostenibili grazie alla liberalizzazione del mercato locatizio che ha prodotto negli ultimi cinque anni oltre 300.000 mila richieste di sfratto (il 90% per morosità incolpevole); fermare i processi di privatizzazione e di dismissione degli alloggi pubblici e di quelli degli enti previdenziali e assicurativi; un piano abitativo per i lavoratori agricoli costretti a vivere in disumane baraccopoli per poter recarsi al lavoro nei campi; il blocco degli sfratti, degli sgomberi e dei pignoramenti delle case di chi non riesce a pagare i mutui delle casa; la messa in sicurezza del patrimonio abitativo e del territorio italiano spesso colpito da alluvioni o terremoti; l’intervento abitativo diretto ai giovani e lo sviluppo degli studentati pubblici in difesa del diritto allo studio.

4. E quali sono le linee concrete di azione e in cosa si traduce il lavoro quotidiano di ASIA?

Come dicevo organizziamo iniziative conflittuali nei confronti delle Istituzioni denunciando la mancanza di soluzioni all’emergenza abitativa, alimentata dalla mancanza di politiche per garantire il diritto alla casa per i lavoratori e i settori sociali che sono sempre di più poveri. Ci opponiamo, anche arrivando ad azioni come l’occupazione di palazzi o di alloggi vuoti, ai processi di gentrificazione che favoriscono la rendita immobiliare e allontanano gli strati popolari dalla città consolidata. Organizziamo i picchetti contro l’esecuzione degli sfratti e dei pignoramenti, stiamo impedendo l’esecuzione degli sgomberi dei palazzi occupati, in maggior numero da lavoratori immigrati, imponendo per queste famiglie una soluzione abitativa dignitosa.

Pur essendo riconosciuti dal Governo italiano come sindacato rappresentativo sul piano nazionale non firmiamo gli accordi che vanno contro gli interessi dei lavoratori, accordi invece sottoscritti dalle altre organizzazioni sindacali concertative e complici (Sunia-Cgil, Sicet-Cisl, Uniat-UIL e altri).

Per ASIA-USB
Angelo Fascetti
Esecutivo Confederale USB