IO NON SGOMBERO: LA CAMPAGNA DI DISOBBEDIENZA AGLI SFRATTI DIVENTA EUROPEA!
SI ALLARGA IN SPAGNA LA DISOBBEDIENZA AGLI SFRATTI, SGOMBERI PIGNORAMENTI E' DI OGGI LA NOTIZIA CHE ANCHE I POMPIERI CATALANI HANNO DECISO DI RIFIUTARSI DI ESEGUIRLI, LO STESSO FANNO I FABBRI DI PAMPLONA (PAESE BASCHI)
cantiere.org/art-03989/sfratti-i-pompieri-catalani-dichiarano-la-disobbedienza.html
Milano. In seguito al rifiuto da parte di un vigile di eseguire lo sgombero di una delle tantissime famiglie in difficoltà, che per necessità occupano una delle troppe case lasciate vuote, è nata la campagna Io Non Sgombero. In un contesto di estrema precarietà in cui le politiche di austerity stanno distruggendo il welfare state e aggravando l' emergenza abitativa, in cui gli sfratti per morosità incolpevole dal 2008 al 2012 sono aumentati del 50%. Questo non è solo un gesto di "buon cuore", ma anche responsabile. Crediamo che questo gesto di solidarietà e di responsabilità non debba restare isolato, bensì che vada alimentato perché sempre più persone e categorie si mettano in gioco per fermare la barbarie degli sgomberi
In questo incontro, ospiteremo il portavoce del Sindacato dei Fabbri e un compagno del movimento StopDesahucios di Pamplona-Iruña, che condivideranno con noi la loro esperienza e la loro scelta. Nei paesi baschi, a Pamplona, l'associazione dei fabbri ha preso posizione e ha dichiarato la loro indisponibilità a cambiare le serrature delle case sgomberate: non eseguiranno più gli ordini delle banche che sgomberano e speculano sul bisogno di una casa . Perderanno guadagni sicuri in un mercato purtroppo sempre più florido ma non saranno complici. Un rifiuto che parla della necessità di costruire solidarietà reale, rifiutando di far pagare i costi di questa crisi a chi non l'ha provocata ma ogni giorno sulla propria pelle sempre di più ne paga le conseguenze.
IO NON SGOMBERO
Un gesto di solidarietà. Puoi farlo anche tu.
Contro sfratti, sgomberi e pignoramenti, per il diritto alla casa.
Io non sgombero perchè umanamente non è accettabile vavere un'altra famiglia per strada, quando a Milano ci sono già 13mila senza-tetto e 23mila famiglie in lista per la casa popolare.
Io non sgombero perché so che mentre vengono lasciate per strada delle persone ci sono più di 4mila case vuote del patrimonio pubblico e 81mila di quello privato.
Io non sgombero perché so che il 90% degli sfratti è per morosità incolpevole (difficoltà economiche oggettive dovute alla crisi, come la perdita del lavoro).
Io non sgombero perché so che chi ha interesse a mettere una famiglia per strada spesso è complice dell'emergenza abitativa.
Io non sgombero perché prendo una scelta responsabile: faccio obiezione!
E' partita dal gesto di un vigile che a novembre si rifiutò di eseguire lo sgombero di una donna con tre bambini, la campagna Io Non Sgombero.
E' una campagna di solidarietà che mira ad alimentare l'obiezione di coscienza di quelle categorie che si vedono usate come strumento per sgomberare e lasciare per strada una famiglia.
Famiglie che sempre di più si vedono costrette a soffrire sulla propria pelle le politiche di lacrime e sangue che i politici criminali e i loro fidi amici speculatori, banchieri e immobiliari ci hanno imposto per "superare" la crisi.
Si tratta di occupanti per necessità, morosi incolpevoli, licenziati, disoccupati, anziani soli, giovani precari, studenti...
Si tratta di quel 99% che è letteralmente strozzato dalla finanza e dalla speculazione.
Si tratta di quel 99% che però è capace ancora di mostrare segni di solidarietà e coraggio, nonostante il ricatto di sanzioni, provvedimenti disciplinari,richiami, licenziamenti e che capisce l'iniquità di svuotare una casa e lasciare una famiglia per strada per un richiamo alla legalità che guarda verso il basso e difende le assurde speculazioni e la mala-gestione che ci porta ad avere più di 4mila case vuote del patrimonio pubblico e 81mila di quello privato per lo più di proprietà di fondi immobiliari al fine di mantenere alto il rendimento finanziario del loro patrimonio.
Se il gesto di rifiutarsi di essere complice di uno sgombero o sfratto diventerà il gesto di molti, se la solidarietà di aiutare il proprio vicino in difficoltà e in pericolo di perdere il tetto diventerà un virus e contagerà altri,probabilmente cambierà qualcosa: perchè di fronte all'impossibilità di eseguire sfratti e sgomberi,di obbligare un lavoratore a fare la guerra a un altro lavoratore, o un vicino al proprio vicino, saranno costretti a riconoscere il problema dell'emergenza abitativa. Se molti altri non solo tra i vigili ma anche tra i pompieri,i lavoratori dell'a2a, i servizi sociali, i fabbri, i medici e via dicendo faranno questo gesto di coraggio, allora non potranno più continuare a svuotare le case, e lasciare le famiglie a dormire in strada. Così, vi invitiamo a capire e supportare quel gesto.
E ancora di più vi invitiamo a riprodurlo se fate parte delle categorie coinvolte, o a unirvi ai picchetti antisfratto o anti sgombero se siete abitanti solidali.
ASIA USB
Mercoledì, 20 Febbraio 2013 16:43
Sfratti: i pompieri catalani dichiarano la disobbedienza
www.contropiano.org/it/esteri/item/14659-sfratti-i-pompieri-catalani-dichiarano-la-disobbedienza
Cresce in Spagna l'opposizione popolare di massa contro le banche e gli sfratti. Ed ora in Galizia e in Catalogna i Vigili del Fuoco si rifiutano di intervenire nell'esecuzione degli sfratti, ricordando che il loro corpo "è al servizio della popolazione". Una scelta incoraggiante e da seguire, anche in Italia.
Abbiamo già raccontato che l'altro ieri una signora 47enne disabile e con alcuni figli a carico, disperata per la sua situazione economica, si è data fuoco nel piccolo comune di Almassora (Castellò). Ora la signora combatte con la morte, ricoverata in un ospedale di Valencia con il 50% del corpo ustionato. Vedova del primo matrimonio e separata in seconde nozze, con tre figli, la donna che percepisce uno stipendio di soli 350 euro al mese, non è riuscita a uscire dal tunnel dei debiti ipotecari. Secondo le testimonianze di amici e familiari, aveva perduto una prima e una seconda casa, confiscate per insolvenza del mutuo ipotecario ed era in attesa di un ordine di sfratto esecutivo anche dall'abitazione in cui attualmente vive con i figli. L'altroieri, in preda alla disperazione, la donna si é cosparsa di benzina e si é data fuoco all'interno dell'agenzia bancaria alla quale è debitrice.
Ma una buona notizia arriva da Barcellona. I sindacati dei Vigili del Fuoco della Comunità Autonoma Catalana hanno infatti espresso il loro pieno sostegno ai colleghi galiziani che l'altri ieri, nella città di A Coruña, si erano rifiutati di eseguire lo sfratto di un'anziana difesa tra l'altro da duecento attivisti dei comitati 'Stop Desahucios', evitando così che Aurelia Rey, la signora ottantacinquenne, venisse buttata in mezzo ad una strada. Dopo che i militanti avevano piazzato varie catene davanti alla porta dell'abitazione della signora, in pieno centro de A Coruña, dapprima i pompieri avevano accennato un minimo intervento, e poi erano risaliti sul loro camion esponendo addirittura uno striscione contro gli sfratti.
Le autorità avevano annunciato una sanzione contro i pompieri disobbedienti, sorretti però ora non solo da un'ondata di simpatia da parte della popolazione e dei movimenti sociali ma anche dalla solidarietà dei loro colleghi catalani. Che sull'esempio di quelli galiziani hanno annunciato che da oggi in poi si rifiuteranno di intervenire con la forza nelle operazioni di sfratti di persone perseguitate dalle banche. Un comunicato della sezione sindacale tra i pompieri dell'UGT ha chiarito che d'ora in poi "i vigili del fuoco interverranno solo in casi di emergenza, come prescrive la legge". Nel caso in cui il loro intervento venga richiesto in situazioni non di emergenza i sindacalisti ricorderanno alle autorità che il loro corpo "è al servizio della popolazione".
Intervista al compagno di Pamplona
“I Fabbri di Pamplona si rifiutano di partecipare agli sgomberi”
D: Siamo qui con Armando, un compagno di Pamplona-Iruña, del movimento StopDesahucios , cominciamo chiedendoti qualcosa su oggi, 16F, giornata di mobilitazione nazionale in Spagna contro gli sfratti, e della manifestazione a Pamplona
R:La manifestazione di oggi a Pamplona, è una delle più grandi che ci sia stata negli ultimi anni, tantissime persone, non abbiamo numeri precisi, ma probabilmente sopra le 10000 , che è un numero molto alto per Pamplona. Vi segnalo subito che il comune di Pamplona è governato da una giunta quasi di estrema destra , che per prima cosa ha cercato di vietarci la manifestazione, mettendoci ogni tipo di intralcio burocratico possibile, pero anche il clima si è alleato con noi, è stato una giornata importante, con una partecipazione composta da persone afflitte dall'ipoteca, da chi rischia di perdere la casa, da gente venuta da tutta Navarra. E' stata una manifestazione allegra, in cui la gente cantava, che fermandosi davanti alle filiali bancarie ha voluto gridare e indicare i colpevoli della crisi abitativa e degli sgomberi, i banchieri e la classe politica con loro complice, un corteo determinato e che si è svolta senza incidenti.
D: Sappiamo che a Pamplona c'è un'esperienza molto particolare, che è quella dei Fabbri, che si sono rifiutati di essere complici degli sgomberi delle famiglie, rifiutando di cambiare le serrature; vorremmo ci parlassi di questa esperienza, e ci dicessi se ce ne sono di simili.
R: C'è da dire che è da un mese che anche un'associazione di fabbri di Saragoza ha dichiarato che non parteciperà agli sgomberi e negli sfratti e anche un' altra associazione di fabbri pubblici ha dichiarato lo stesso. Purtroppo queste associazioni non coprono tutto il settore. A Pamplona, invece è stato diverso, perché non c'era un'associazione, ma furono le singole ferramenta, che mettendosi in contatto a vicenda, e tutte tranne una sola, firmarono un manifesto in cui obbligavano pubblicamente a non partecipare e a non essere complici degli sgomberi, non cambiando le serrature .
Questo è stato in parte frutto del movimento 15M , di ciò che è successo in Spagna e a Pamplona, e che ora si è rafforzato con la PAH ( piattaforma degli afflitti dall'ipoteca): molta gente che prima non si occupava di politica, che non collegava il quotidiano con la politica, adesso lo relaziona. Questo anche per i fabbri, che si sono resi conto che il loro lavoro in questo ambito, non ha molto senso : collaborare con i banchieri , gli stessi che li stanno strozzando con crediti che gli fanno chiudere l'attività; hanno deciso di non lavorare più con quei criminali. Per prima cosa, si misero in contatto con noi , come Pah e come StopDesahucios , ed insieme costruimmo una conferenza stampa, che ebbe molto impatto pubblico
D: Infine, come vi state organizzando nei quartieri, e come state collaborando con i Fabbri
R: Allora, in primo luogo, c'è una relazione fluida ed interessante, ma non è una collaborazione quotidiana tra i Fabbri e la PAH , questo perchè legalmente loro hanno problemi a comunicarci certe informazioni, perchè quelle che ricevono sono informazioni giudiziali : non è esattamente legale che loro ci avvisino. D'altra parte i fabbri sono l'ultima istanza del problema : quando dovrebbero arrivare i fabbri, a cambiare le serrature, noi sappiamo già che lo sgombero si avrà , e quindi ci sono altre azioni per fermarli che precedono questo, purtroppo infatti anche se i fabbri si dichiarano in ribellione ,questo debilita , ma il giudice può poi affidarsi ad un autonomo.
Invece per quanto riguarda i quartieri, c'è qui ad Iruña-Pamplona più o meno una piattaforma in ogni quartiere, soprattutto in quelli più afflitti dalla crisi. Ed anche se vi sono assemblee in ogni quartiere, cerchiamo di prendere decisioni comuni come città, facendo assemblee cittadine a cui partecipano delegazioni di ogni assemblea .
D: Grazie per il contributo e ci vediamo presto , il 21 e 22 febbraio , qui al Cantiere e in università insieme al Comitati abitanti San Siro e al sindacato Usb , per l'incontro con voi e con i Fabbri di Pamplona-Iruña nel secondo appuntamento della campagna "Io non Sgombero", nata dal gesto di un vigile che nel dicembre rifiutò di essere complice e scelse di non sgomberare una famiglia