La casa è un diritto, non un business! Racket e Aler due facce della stessa medaglia! Liberiamoci da chi specula sulle nostre vite!
Cogliamo l'occasione visto anche l'articolo uscito Lunedi su Repubblica rispetto al racket per prendere parola sul quartiere di San Siro.
San Siro è uno dei tanti quartieri popolari abbandonatI da anni : centinaia le case lasciate sfitte da ALER e dalle Istituzioni di governo locale, mentre l'emergenza abitativa cresce. A che pro lasciare per anni e anni migliaia di case popolari sfitte, più di 5000 in tutta Milano con 23.000 famiglie in graduatoria e altre migliaia che grazie agli sfratti per morosità incolpevole e all'incapacità di pagare le rate dei mutui si stanno aggiungendo a questo lungo elenco?
E' troppo aspettarsi che le case vuote vengano immediatamente assegnate? Ben sappiamo che, vista l'emergenza, gli appartamenti si potrebbero assegnare anche 'in stato di fatto', lasciando ai nuovi inquilini l'onere dei lavori di ristrutturazione scalando poi le rate dagli affitti.
Uno dei punti su cui i comitati per la casa hanno infatti sempre lottato è l'assegnazione delle case sfitte per questo vediamo le dichiarazioni del sindaco Giuliano Pisapia sulla possibile ordinanza per l'assegnazione delle case in stato di fatto come un primo passo che può segnare la differenza con quello che fino ad ora è stata la gestione dell' edilizia popolare,sempre se dalle parole si passera' ai fatti.
Se tale provvedimento non è stato preso prima e non viene preso ora, lo si deve evidentemente al fatto che l'unico obiettivo di Aler e Regione è il profitto, tanto che, su 2.900 case in ristrutturazione, nel 2012 le case in corso d'assegnazione erano 353 e all' asta ben 534.
Non è più una novità infatti dire che ALER è un carrozzone mafioso che negli ultimi 15 anni ha accumulato più di 400 milioni di euro di buco di bilancio e che i dirigenti che si sono susseguiti negli anni non erano altro che delle pedine comandate da un ben più altro sistema di potere che vedeva in primo piano gli uomini di Formigoni ex governatore di Comunione e Liberazione che ha sempre lavorato per arricchire la cricca di CL. Non a caso i vari Domenico Ippolito, Loris Sraffa dirigenti da 90.000 euro all'anno arrivano tutti da quei partiti di cui questi personaggi erano parte fin dall' inzio, quando si chiamavano socialisti o forza Italia fino ad arrivare al Pdl
Un sistema di potere legato alla famiglia La Russa che tramite Marco Osnato ha gestito l'area tutela del patrimonio di Aler alimentando il meccanismo di delazione nei quartieri popolari e concedendo spazi in maniera gratuita a organizzazioni dichiaratamente NEOFASCISTE E NEONAZISTE.
I vertici di questa partecipata sono finiti più volte sotto inchiesta per turbativa d'asta - guarda caso - e corruzione. La verità, ora sotto gli occhi di tutti, è che il sistema di favori e clientelismo che garantisce i profitti di alcuni, è talmente strutturato e oliato da potersi permettere di promuovere l'assunzione in Aler di amici e parenti dei dirigenti e di assegnare case al giro di parentele dei boss mafiosi.
Perchè di un sistema mafioso si tratta, il racket delle case popolari rappresenta l'altra faccia della medaglia dello stesso sistema clientelare, di chi considera il diritto alla casa una merce su cui speculare per fare profitto che lo faccia dalle poltrone della Regione o porta a porta nei quartieri popolari, una strategia per mantenere intatto un sistema di privilegi, truffe, favori ad amici di amici con l'unico obiettivo di arricchire le proprie tasche, guadagnare potere, e crescere gli " affiliati". Non è certo un segreto per nessuno che la mafia in Lombardia esiste eccome, esiste per le strade con meccanismi come il racket ed esiste nei palazzi del potere, forse è utile ricordare che fu proprio l'assessore alla casa Domenico Zambelli ad essere eletto con i voti dell'ndragheta
Il racket è cosa ben diversa da un occupazione, per racket si intende una serie di attività criminali finalizzate a controllare determinati settori delle attività economiche e commerciali, essenzialmente con estorsione di denaro con minaccia ed intimidazione e punendo materialmente chi si rifiuta di sottostare a questo sistema. Questa e la definizione di racket, occupare una casa è cosa ben diversa è innanzitutto liberare ,senza pagare nessuno,riqualificare e far vivere degli spazi che prima erano abbandonati a meccanismi di speculazione edilizia.
Occupare e cosa ben diversa da generare estorsione e sottomissione è riprendersi un diritto necessario per poter vivere con dignità. Non è retorica affermare , che chi non ha un reddito sufficiente in assenza di qualsiasi politica abitativa e sostegno istituzionale, occupa per necessità, in mezzo alla strada non si può vivere ne crescere i figli, occupare è lottare perché non ci siano mai più persone senza casa e case senza persone
Il racket nei quartieri popolari, crea paura e divisioni, educa alla cultura mafiosa dell'omertà e della sottomissione, ricatta proprio chi è in difficoltà perché è più disponibile a subire
Meccanismo totalmente opposto è quello di chi, come noi, rivendica alla luce del sole i propri diritti di chi lotta per la casa quale bisogno primario e non quale merce su cui speculare attraverso il racket o giochi di potere e guadagno istituzionale
Di chi si autorganizza in comitati e sindacati di base, per prendere parola e vivere con un tetto sopra la testa, libero da meccanismi di ricatto e sottomissioni
Premessa e mezzo di questa lotta è un lavoro costante di costruzione di legami di mutuo soccorso sul territorio che tolgono spazio e gioco a chi vorrebbe mantenere il silenzio dell'omertà, ma anche a tutto un sistema imperniato sui privilegi e sulla corruzione. In definitiva, a chi al pari del racket, fa della casa una merce di scambio che genera profitto e sudditanza.
Da 5 anni esiste a San Siro un comitato di abitanti del quartiere e un sindacato di base, dove, a partire dalla lotta per la casa, aggreghiamo e costruiamo delle comunità solidali e resistenti che praticano mutuo soccorso come forma di lotta per resistere alla crisi, che si organizzano per bloccare sfratti e sgomberi e per costruire dei quartieri più coesi.
Tutto ciò attraverso le tante attività sociali che gli stessi abitanti del quartiere promuovono per rendere un piccolo pezzo di questa città un luogo migliore. Un territorio in cui la solidarietà quotidiana punta a sconfiggere la logica della guerra tra poveri, la guerra contro il proprio vicino.
Decine e decine le attività realizzate dal comitato per il quartiere in questi anni: dal mercatino dello scambio C_rise nato in piazza Selinunte per abbattare i costi delle crisi e diventato un progetto che coinvolge decine di abitanti tutti i giorni, scuola e corsi di lingue, corsi di autoformazione, giochi per bambini, attività di educazione alla sostenibilità e alle differenze, presentazioni di libri e dibattiti. Riflesso della capillarità di questa rete, fatta di obiettivi comuni e di legami in uno spazio meticcio e creativo un lavoro quotidiano contro la dimensione di ghetto nella quale vorrebbero farci vivere in questo senso da 4 anni costruiamo la festa di quartiere un vero è proprio festival che vede per 3 giorni piazza selinunte attraversata da migliaia di persone da tutta milano che grazie ai concerti, ai dibattiti, alla cucina meticcia, alle proeizioni e alla socialità arrivano in quartiere apposta in piena estate proprio quando le istituzioni se ne vanno in vacanza abbandonando migliaia di persone all'afa milanese.
San Siro è anche questo, da anni qua nella periferia di Milano esiste anche grazie a noi un' esperienza unica di attivazione degli abitanti del quartiere per rendere il territorio in cui vivono più solidale e coeso, contro ogni guerra fra poveri e razzismo. Una lotta per i diritti, per DNA contro chi della casa ne fa un bene di profitto, che sieda in poltrona , i nostri governanti, o che stia per strada, il racket, una lotta che crea anticorpi a ogni forma di sopruso e sottomissione , contro la paura di essere da soli a soffrire la crisi centinaia di persone si sono attivate per diffondere esperienze solidali di mutuo soccorso, iniziative partecipate e riproducibili, spazi pubblici liberati e conquistati per costruire insieme un quartiere differente.
Per i diritti, continueremo la nostra lotta, per costruire dei quartieri in cui nessuno mai più possa lucrare su un bisogno primario come la casa, per dei territori liberi e e partecipati da chi li vive, perché la casa è un diritto e non una merce.
Comitato abitanti San Siro, AS.I.A