LA DISINFORMAZIONE SULL’EMERGENZA ABITATIVA A ROMA A CHI GIOVA?

Roma -

Prima di scrivere un articolo sull’Edilizia Residenziale Pubblica e sulla drammatica realtà romana occorrerebbe studiare bene i dati, conoscere la materia e se proprio ci si vuole affidare a un’imbeccata, assicurarsi che i suggeritori sappiano il fatto loro. Ci riferiamo al trafiletto apparso su Repubblica a firma di Marco Ruffolo il quale, purtroppo per lui e per i suoi lettori, non ne azzecca (quasi) nessuna.

Il numero totale degli alloggi pubblici destinati all’assistenza abitativa a Roma infatti non è di 45 mila unità, a questa cifra manca l’intera quota di alloggi di proprietà del Comune di Roma (quasi 28 mila, comprese le case a fitto passivo e quelle ubicate nei comuni limitrofi). Nonostante ciò, nell’articolo si sostiene che il Patrimonio sarebbe più che sufficiente. Allora come mai 14 mila nuclei familiari attendono in graduatoria un alloggio? E come mai migliaia di famiglie abitano in occupazioni di stabili, o peggio sono sotto sfratto senza che nessuno muova un mignolo per assicurare loro un alloggio alternativo adeguato, aggiungiamo noi? La risposta che i giornali forniscono a queste domande è sempre la stessa: è colpa degli occupanti (sigh). Lo stesso assessore Montuori a fine mandato della Giunta Raggi ha portato all’approvazione una delibera sulla questione abitativa che quantifica in 57.000 alloggi sociali la necessità per Roma.

Il nostro paese, così come la città che ne è capitale, ha la quota di Edilizia Residenziale Pubblica più bassa di Europa, mentre politiche abitative di tipo espansivo e di carattere massiccio non vengono promosse a nessun livello da quaranta anni. Ecco perché più di un ente di ricerca ha stimato il fabbisogno di alloggi pubblici in un milione di unità. Non c’entra nulla la grandezza degli alloggi (ne sono stati frazionati centinaia senza che ciò alzasse l’asticella di un millimetro) né l’inefficienza degli Uffici, la quale esiste ed è stata più volte denunciata da questo Sindacato e dal Movimento per il diritto all’abitare visto che ci appare come il risultato di un progetto che negli anni ha mirato a demolire l’Edilizia Pubblica e snaturare il ruolo delle Case Popolari. E qual è il ruolo delle Case Popolari? Garantire e tutelare il Diritto alla Casa. D’altronde, 45 mila alloggi pubblici (sic.) non è che sembrano pochi, sono proprio insufficienti a coprire una città con quasi tre milioni di residenti e di un numero che oscilla fra le 150 e 250 mila case vuote, sfitte ed inutilizzate, moltissime delle quali in mano a quella grande proprietà cui il Governo Letta, a suo tempo, condonò il pagamento dell’Imu.

L’investimento promesso dalla nuova Giunta, se verrà realmente stanziato ed i fondi correttamente utilizzati, rappresenterà solo un primo passo, ma occorrerà un progetto più ampio e strutturale. Il finanziamento delle politiche abitative romane (e si spera nazionali) insomma dovrà essere fisso, garantito da una percentuale di bilancio destinata ad esso. Se a Repubblica 220 milioni sembrano troppo può comunque consolarsi con i miliardi di euro pubblici regalati ai privati attraverso i vari Bonus affitto stanziati negli anni. Se gli stessi soldi fossero stati investiti per reperire alloggi e gestire il Patrimonio chi è stato costretto dalla necessità a forzare un alloggio non avrebbe avuto motivo di farlo, poiché facendo la domanda per una casa popolare, in qualche mese se ne sarebbe vista assegnare una. Come succede in altri paesi.

Asia-Usb Roma
Movimento per il Diritto all'Abitare