Dopo la settimana del diritto alla casa, martedì 16 Asia USB nelle piazze a fianco degli studenti in lotta

Proteste e iniziative si susseguono in tutta Italia. Da Milano a Bologna, da Roma a Bari, studenti e lavoratori rivendicano il Diritto alla Casa. Verso la mobilitazione studentesca del 16 maggio e lo sciopero generale del 26 maggio.

Roma -

Le proteste e le rivendicazioni infiammano le piazze delle maggiori città italiane. Dalla questione studentesca a quella complessiva, la questione casa fa esplodere tutte le contraddizioni del nostro sistema. Dalle tende di Milano alle pesanti cariche nei confronti del picchetto anti-sfratto di Bologna, passando per la manifestazione di Roma per un Piano Casa cittadino, Asia USB il 16 maggio sarà in tutte le piazze a fianco degli studenti in lotta.

La lunga settimana del diritto alla Casa si è conclusa sabato con la conferenza stampa dalle tende poste di fronte il Comune di Milano. Un’iniziativa che alla protesta studentesca ha affiancato le rivendicazioni operaie, in primis la questione salariale. Una settimana importante dunque, fatta di lotte, rivendicazioni e momenti conflittuali importanti, scandita da proteste, manifestazioni e picchetti in tutta Italia.

La questione abitativa è ormai un tema centrale nel dibattito pubblico del Paese. Avendo raggiunto gli affitti prezzi altissimi ed essendo i salari reali in forte calo a causa della forte inflazione, le contraddizioni prodotte dalla Legge 431/98 (la norma che ha liberalizzato i canoni) emergono nelle loro reali dimensioni, evidenziando così la carenza di politiche abitative negli ultimi quaranta anni e la mancanza di patrimonio pubblico utile a fronteggiare le emergenze ed a garantire il Diritto alla Casa. Non è un caso che negli ultimi mesi tutte le testate giornalistiche si siano interessate del problema, spesso riprendendo proprio i punti programmatici promossi da Asia USB, in alcuni casi utilizzando  proprio i dati sugli sfratti da noi elaborati.

All’interno della questione abitativa vi è inoltre una gigantesca questione giovanile e studentesca, data sia dalla mancanza di case popolari che di studentati, oltre che dall’assenza di strumenti creati per moderare direttamente i canoni di locazione. Per questo gli studenti di Cambiare Rotta, dopo aver aderito alla protesta che ha portato decine di tende all’ombra dei più importanti Atenei italiani, hanno elaborato una piattaforma di rivendicazioni che comprende sia l’abolizione della Legge n. 431 del 1998 che l’adozione di un reddito studentesco, oltre naturalmente l’aumento di posti letto in studentati pubblici. Giuste a nostro avviso le contestazioni alla segreteria del Pd ed al segretario della CgilL, i quali in sedi diverse hanno  provato a cavalcare la protesta dimenticando che finora sia il Partito Democratico che i Sindacati concertativi, hanno sempre sostenuto e protetto lo status quo, e che i canoni concordati sono spesso in linea con quelli puramente “liberi” offrendo in cambio una tassazione ancora più leggera (cedolare secca al 10%) . Di fronte ad un problema come quello abitativo gli studenti chiedono misure più radicali, cioè in grado di risolvere il problema alla radice, colpendo direttamente la rendita parassitaria. Non per niente la “requisizione dello sfitto” sta diventando un concetto familiare a sempre più persone e, in alcuni posti di Europa, anche un argomento di legiferazione (vedi la Catalogna).

Battersi per il Diritto alla Casa quindi non è una passeggiata ma un impegno sia di analisi e lettura della realtà che militante, come ci ha ricordato la violenta carica della Polizia al picchetto antisfratto di Bologna. Decine di attivisti di Asia e CR hanno difeso una famiglia sotto sgombero in un alloggio popolare, usando l’unico mezzo in loro possesso: il loro corpo. Questa pratica, sempre più criminalizzata dai vari Governi succedutisi, è quella principale con cui i militanti mettono in atto l’estrema difesa ad un bene irrinunciabile, la casa appunto. Gli attivisti purtroppo hanno riportato vari traumi, cui probabilmente si aggiungeranno le denuncie che quasi sicuramente si ritroveranno a carico. Questa è il risultato di un decennio di criminalizzazione delle lotte sociali. È evidente l’importanza dei momenti di rivendicazione pubblica e collettiva, come quello di giovedì pomeriggio, a Roma. Nella città dei palazzinari e dell’infinita emergenza abitativa, la Giunta Gualtieri tarda ad approvare il Piano Casa, strumento che se  votato (e soprattutto attuato) potrebbe finalmente dare una risposta concreta a decine di migliaia di famiglie, intervenendo sull’emergenza, sull’inutilizzato e sul cosiddetto welfare abitativo, ad oggi inadeguato. La marea umana di occupanti, sfrattati, senza casa, inquilini degli enti e delle case popolari, hanno ricordato al Sindaco quanto urgente sia la questione abitava a Roma.

Abbiamo voluto fare un bilancio della settimana che ci ha visti impegnati in tutta Italia, fianco a fianco coi giovani, a difesa degli sfrattati e del Diritto all’Abitare, non per un mero esercizio di stile, ma per rilanciare le nostre proposte: un milione di case popolari utilizzando ciò che i signori del mattone lasciano colpevolmente vuoto, più studentati pubblici, alloggi pubblici per chi lavora nei campi, abrogazione della legge n. 431 del 1998 ed introduzione di una nuova legge che vincoli l’importo del canone ai redditi delle famiglie, interrompere ogni processo speculativo legato al mattone.

Asia USB