Lazio, il governo impugna il piano casa Regione: «Limitata solo ad alcune norme»

Roma -

 

 

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale la recente legge regionale del Lazio sull'edilizia, il cosiddetto Piano casa, «in quanto contiene alcune disposizioni incontrasto con le norme statali in materia di tutela del paesaggio ed in materia di governo del territorio». Lo si legge sul comunicato finale del Consiglio dei ministri.

La Regione Lazio precisa. «Non risultano impugnate le norme che sono proprie del Piano casa (dall'articolo 1 all'articolo 6 della legge 10/2012) ad eccezione ai cambi di destinazione d'uso degli edifici non residenziali ad altre destinazioni non residenziali nei comuni sprovvisti di piano regolatore generale» fa sapere in una nota l'ufficio regionale competente, precisando che «l'impugnativa è limitata solo ad alcune norme».

In particolare, si tratta delle «modalità previste per la perimetrazione delle aree di interesse archeologico individuate nel Ptpr», dell'unificazione dei Pama (piani di miglioramento aziendale) legati alla attività agricola nelle aree naturali protette con i PUA (piani di utilizzazione aziendale) previsti dalle leggi urbanistica e paesaggistica regionale« e della »procedura per dare attuazione ai programmi integrati nelle aree caratterizzate da valenze naturalistiche ambientali e culturali. Normativa quest'ultima già oggetto di esame presso la Corte costituzionale. Su questi unici aspetti - conclude la nota dell'ufficio - attendiamo sereni il giudizio della Corte Costituzionale».

Decisione che non è piaciuta al sindaco Alemanno. «Non condivido la scelta del governo di impugnare il piano casa della Regione Lazio, che è un bel provvedimento che aiuta molto l'edilizia e le famiglie che cercano casa in un momentio di grande difficoltà economica» ha detto il sindaco di Roma Capitale a margine della conferenza stampa di presentazione della stagione 2013 del Teatro dell'Opera di Roma.

Ciocchetti. «L'impugnativa statale nei confronti della legge regionale numero 12 del 6 agosto 2012, diversamente da quanto strumentalmente affermato dall'opposizione, è limitata a poche disposizioni, 3 su 22, nessuna delle quali relativa al Piano Casa. Quindi le decisioni del governo ne confermano la piena validità ed efficacia» dichiara, in una nota, l'assessore all'urbanistica.

«Inoltre sono state pure confermate le semplificazioni procedurali in materia di rilascio dei condoni edilizi. Introdotte per risolvere per molte famiglie una situazione di stallo che in alcuni casi dura da quasi 30 anni - ha aggiunto Ciocchetti - Per tanto l'effetto che l'importantissima legge regionale ha avuto sul settore dell'edilizia con importanti ricadute sul piano economico- occupazionale e i benefici che ha consentito a tutte le famiglie bisognose di effettuare piccoli ampliamenti delle proprie abitazioni (vedi le migliaia domande presentate), continueranno a prodursi anche con maggiore forza».

Cetica. «Mentre il Piano Casa del centrosinistra è stato bocciato dai cittadini che, di fatto, non l'hanno mai utilizzato, quello della Giunta Polverini ha avuto un riscontro eccezionale da parte delle famiglie che, è bene precisarlo, hanno ancora a disposizione uno strumento pienamente in vigore per ampliare e migliorare la propria abitazione». E' il commento dell'assessore al Bilancio Stefano Cetica.

Di parere contrario Meta (Pd). «Per la seconda volta in un anno il Governo, dopo l'iniziativa dell'ex Ministro Galan, impugna nuovamente il Piano Casa della Regione Lazio - dice il deputato del Pd Michele Meta, membro della direzione nazionale dei democratici - Si tratta di una clamorosa bocciatura per la Giunta Polverini e per una legge che oggi come allora ignora volutamente tutti gli strumenti urbanistici fino a rimuovere i meccanismi di vincolo a tutela del paesaggio».

Montino. «La seconda bocciatura da parte del Governo del piano casa varato da questa Giunta suggella il suo clamoroso fallimento politico e amministrativo - commenta il capogruppo regionale del Pd, Esterino Montino - Per due anni si è insistito a voler varare un testo lacunoso, vergognoso, scritto male, ambiguo per scelta, che è un attentato all'ambiente ed ai beni archeologici del Lazio».