Lettera alla città di Bologna da ASIA/USB
Questo muro deve cadere. Continua il presidio alla Caserma Sani
Dal 27 gennaio prosegue il presidio sotto la Caserma Sani.
Con questo presidio stiamo chiedendo di aprire quest'area alle persone del quartiere e della città, un'area di 108.000 metri quadri che vede al proprio interno 23 stabili.
Di fronte alle tragiche conseguenze di questa crisi, il RIUSO del patrimonio pubblico rappresenta l'unica soluzione reale per risolvere molti problemi:in primo luogo quello della casa e di un abitare dignitoso.
Il 6 marzo abbiamo avuto un incontro con l'Amministrazione Comunale nel corso del quale si è discusso della proposta, da noi avanzata, di essere nominati custodi sociali dell'area e poter riutilizzare gli stabili al proprio interno.
Nonostante l'evidenza di una situazione che palesa l'assoluta inadeguatezza degli strumenti a disposizione dell'Amministrazione per far fronte alle diverse emergenze (che emergenze non sono più in quanto sono diventate costanti nel territorio) il Comune ha rinviato la discussione, indicando margini di tempo poco definiti per la prosecuzione del confronto, allontanando così la possibilità di giungere a dei risultati.
Evidentemente tra le priorità dell'Amministrazione, la Caserma Sani e tutto ciò che potrebbe rappresentare non ci sono.
Perchè è chiaro che, dopo due aste deserte e nessuna trattativa privata in corso, la valorizzazione immaginata da Comune e Demanio non avrà compimento. E' chiaro che questa fase economica non può garantire sufficiente margini di guadagno a nessuno speculatore.
Allora noi e altre Associazioni abbiamo deciso di assumercene la responsabilità.
Vorremmo aprire al quartiere un'area che potrebbe essere un parco gigantesco, contenere orti urbani condivisi e spazi pubbblici per i bambini, area che invece ora è sede di attività illecite, degrado e, sopratutto, è simbolo dello spreco di tutte quelle risorse che,senza produrre profitto o moneta,potrebbero generare benessere sociale.
Evidentemente l'Aministrazione preferisce aspettare, permettendo il degrado e la rovina degli stabili, pittosto che renderli disponibili a varie associazioni che già hanno proposte concrete, come laboratori per imparare mestieri, spazi di socialità, progetti di inserimento per persone con difficoltà economiche e sociali, in generale attività rivolte a tutti, anche chi non ha possibilità economiche.
E soprattutto quest'Amministrazione preferisce che l'area rimanga come è oggi, abitata in condizioni disumane nel piùtotale silenzio, piuttosto che dare la possibilità alle persone di costruirsi un abitare dignitoso, utilizzando il patrimonio abitativo già esistente nell'area.
Di fronte a problemi di carattere “tecnico”, l'Amministrazione pensa che sia più facile e conveniente lasciare tante persone, senza casa o che la stanno perdendo, che stanno portando avanti il presidio da un mese e mezzo, ad “aspettare”, piuttosto che impegnarsi a continuare questo confronto con l'ASIA e le altre Associazioni che hanno proposto il riuso della Caserma Sani.
Questi “mesi”, necessari all'Amministrazione Comunale, possono essere una rovina per la Caserma Sani. Ogni giorno che passa aumenta la spoliazione degli stabili e degli impianti e il degrado delle aree.
Di pari passo, a causa delle difficili condizioni di vita, e dell'assenza di adeguate soluzioni pubbliche, ogni giorno aumentano sfrattati e persone senza casa. E ogni giorno il presidio cresce e raccoglie le voci, le speranze, le esistenze e la lotta di chi non si può permettere di abitare in questa città, e vuole conquistare questo diritto.