LETTERA DELL'AVV. PERTICARO A SABELLA E CAUDO.
LETTERA DI Risposta dell’avv. perticaro al comunicato stampa degli assessori del Comune di Roma Caudo e Sabella.
Gentili assessori,
perdonatemi se rispondo al comunicato stampa, ma lo faccio con la voce di migliaia di inquilini che seguo da anni proprio in quella giungla dell’edilizia romana nella speranza di non sembrare scortese. Assisto proprio gli stessi inquilini che si sono sentiti colpiti dall’affermazione del ripristino della legalità sull’edilizia pubblica. Sapete perché sono rimasti un po’ sbalorditi ? Perché purtroppo loro hanno una percezione diversa da quella descritta, anzi hanno gli stessi problemi di prima.
Infatti, solo per ricordarlo, la giungla che viene citata nel comunicato, gli inquilini la vivono quotidianamente e da anni, visto che ancora oggi hanno sfratti pendenti sulla base di calcoli di canoni di locazione fuori da ogni logica giuridica. Il tutto nell’assoluta inerzia del Comune e della Regione. E parlo di inerzia perché, non esiste una sola causa di sfratto in cui Roma Capitale o Regione Lazio si siano costituiti a fianco degli inquilini per difendere la legalità.
Signori assessori il TAR ha dato ragione alle migliaia di famiglie che si sono ribellate presentando anche decine di denunce penali, il Comune ha semplicemente redatto un atto dovuto che per “ per mero errore” non era stato fatto prima. Sempre a danno dell’inquilino.
Mentre l’art. 14 andava applicato anni fa, andava utilizzato qualche mese fa nel mentre sfrattavano Giorgio a Castel Giubileo o Roberta o Carla proprio nei piani di zona di edilizia agevolata e ne cito solo alcuni dei casi più eclatanti. Non sto parlando di anni passati ma di qualche giorno fa. Comunque è anche vero che non è mai troppo tardi.
Forse però, andava fatto imponendo l’applicazione delle norme previste in quelle stesse convenzioni – atti pubblici registrati e trascritti- applicando quelle sanzioni note alle amministrazioni e meno note agli inquilini che le hanno potuto conoscere con non poche difficoltà, costringendo chi aveva usufruito dei finanziamenti pubblici a renderne merito alla collettività cosi come prevede la legge. Invece, gli inquilini dell’edilizia agevolata e convenzionata oggi continuano a pagare nei loro canoni: a) gli oneri superficiari; b) urbanizzazioni primarie e secondarie. Basterebbe recarsi sui piani di zona oggetto di contestazione per comprendere che qualcosa non quadra in merito a ciò.
Invero, signori assessori sarebbe nell’attesa delle risposte delle 107 missive , sarebbe apprezzabile verificare se esistono e sono in possesso degli uffici di Roma Capitale in riferimento a tutti i palazzi di edilizia agevolata : a) i collaudi; b) le certificazioni di agibilità; 3) i certificati di fine lavori,; dopodiché fare un semplice controllo su cosa sia stato dichiarato agli uffici preposti in tali autocertificazioni dalle società con particolare riguardo agli obblighi previsti nelle convenzioni, nei disciplinari e negli atti di obbligo.
Ebbene, se si vuole fare qualcosa nell’attesa di “disboscare la giungla”, Roma Capitale e Regione Lazio, per dimostrare tale vicinanza potrebbero quantomeno attivarsi con l’avvocatura per porre in essere “tutte le azioni possibili ” finalizzate alla tutela degli inquilini di edilizia pubblica che ancora oggi, purtroppo, subiscono sfratti ed esecuzioni, sempre nell’attesa di veder trionfare il diritto e di conseguenza la giustizia.
Roma 15 luglio 2015
Avv. Vincenzo Perticaro