#Livorno. Il comune abbandona ancora una volta i cittadini e sceglie la demolizione delle case popolari
Il comitato diritto all’abitare, il sindaco Asia Usb ma soprattutto le numerose famiglie che in questo momento vivono in strada a causa della crisi e tutte quelle che attendono da anni una casa, hanno dimostrato in questa vicenda una maturità e un senso di responsabilità oltre qualsiasi aspettativa. Abbiamo scelto di comune accordo di abbandonare il blocco di case popolari in procinto di essere abbattuto dopo aver ricevuto specifiche garanzie da parte di alcuni assessori e dal direttore di Casalp in merito ad una revisione parziale dei cosiddetti piani di recupero che prevedono l’abbattimento di interi blocchi di case popolari senza che contemporaneamente ne siano costruiti altrettanti. Le stesse parole del sindaco in consiglio comunale sembravano confermare questa linea ed è sempre utile ricordare come il consiglio comunale, in data 18 novembre 2013, abbia di fatto autorizzato la giunta ad effettuare questo passo.
Nell’incontro di ieri gli assessori hanno invece dichiarato che non ci sarà nessuna revisione dei piani di recupero
In merito al blocco della Chiccaia a Shangay non esiste ancora neanche un progetto di ricostruzione! E anche per gli immobili di via Giordano Bruno i tempi di ricostruzione non sono stati ancora neanche indicati
L’assegnazione di questi alloggi ,dal punto di vista legale, non andrebbe ad influire nei processi di “svuotamento” degli immobili in questione. Il terrorismo psicologico effettuato in questi mesi dalla stessa Casalp nei confronti degli inquilini che da anni attendono una nuova sistemazione a Shangay, fa parte del solito atteggiamento arrogante e mistificatorio a cui siamo purtroppo abituati
Con questo gesto l’amministrazione dimostra ancora una volta da che parte ha deciso di stare. Non dalla parte dei cittadini e delle cittadine ma da quella dei costruttori e degli speculatori.
In merito alle proposte che abbiamo ricevuto, 15 alloggi pubblici, possiamo semplicemente dire che le strutture in questione erano già da tempo inserite nella lista degli immobili da adibire in emergenza abitativa. A fronte di migliaia di domande per la casa popolare e di centinaia di richieste per emergenza abitativa 15 alloggi sono da considerarsi a malapena adeguati per gestire una “normale” settimana di sfratti alla quale siamo purtroppo abituati ( in questo momento ci sono solo rinvii temporanei ma dopo?). Le case popolari ci sarebbero, basta avere la volontà politica di intervenire in maniera decisa anche a costo di andare “contro” gli interessi di qualche speculatore.
Casa Firenze è invece l’emblema dello spreco di soldi pubblici. Ovviamente siamo ben felici del fatto che sia stata eliminata dalle liste di alienazione ma bisogna sempre ricordare che si sta parlando di una struttura già utilizzata per emergenza abitativa , lasciata all’abbandono più totale , vandalizzata e resa inagibile. Per poterla riassegnare ci sarà bisogno di ingenti finanziamenti pubblici che potevano essere evitati.
L’assemblea riunita al presidio di via Giordano bruno con una votazione a larga maggioranza ha deciso quindi di continuare la protesta fino a quando la giunta non approverà una delibera specifica che permetta l’utilizzo degli alloggi popolari inseriti nei piani di recupero come emergenza abitativa temporanea. In questo senso, nei prossimi giorni verranno organizzati altri momenti di protesta e decideremo se e quando, bloccare nuovamente il cantiere.
Comitato diritto all’abitare. Asia Usb Livorno