Livorno. Le famiglie del deposito ATL resistono e rilanciano la loro lotta.
Tutte le utenze sono state riallacciate autonomamente. Giovedì 7 luglio ore 20 cena di solidarietà.
E’ passato quasi un mese da quando la Prefettura decise di staccare tutte le utenze al deposito ex ATL occupato il 24 di aprile scorso da 23 famiglie in estrema difficoltà economica. Un mese nel quale decine di persone con bambini anche piccoli hanno vissuto in una situazione ai limiti dell’incredibile. Una vera e prova emergenza sanitaria e sociale come non si vedeva da decenni nella nostra città. Questa esperienza è servita almeno a far capire, speriamo una volta per tutte, che un intervento in favore delle famiglie che vivono in difficoltà economica a causa della perdita del lavoro ( e successivamente della casa) non è più rimandabile. E’ dovuta intervenire la protezione civile per evitare il peggio.
Nonostante tutto questo le famiglie hanno resistito con dignità e lo hanno fatto perché purtroppo non avevano altre alternative . Nelle strutture occupate non ci sono né “furbi” né approfittatori, ci sono esseri umani che lottano per la loro stessa sopravvivenza. Sull’occupazione del deposito Atl si è detto di tutto, che sono tutti stranieri( anche se fosse?) che provengono da fuori città, che creano problemi al quartiere. Tutto assolutamente falso. Nella palazzina di via Meyer vivono 23 famiglie ( italiane e straniere) che hanno subito uno sfratto per morosità incolpevole, molte di loro vivono in estrema povertà. Solo 4 nuclei provengono da altri comuni Toscani. Sono letteralmente scappati dalle loro città perché alcuni assistenti sociali avevano avviato le pratiche per l’affidamento dei loro figli. La loro unica colpa era quella di aver perso il lavoro dopo anni di contributi... Su questo punto è bene essere chiari una volta per tutte. Quando vediamo un enorme patrimonio immobiliare lasciato all’abbandono dai soliti palazzinari e speculatori, di fronte ad un pugno di famiglie di imprenditori che continuano ad ingrassare grazie ai ricatti e alla manodopera a basso costo, quando si decide, ad esempio, di regalare 125 milioni di euro pubblici per sovvenzionare infrastrutture inutilizzate come il rigassificatore OLT, per noi non esistono requisiti che tengano. Chi è in difficoltà va sostenuto con ogni mezzo. Noi non siamo né la Caritas né il comune. Il nostro percorso è un percorso collettivo di lotta e riappropriazione. Quello che ci prendiamo è solo una piccola parte di ciò che ci spetta. Comprendiamo la diffidenza di chi per fortuna riesce ancora sopravvivere tra mille difficoltà. Proprio a loro vogliamo dire una cosa. Chi vi sta rubando il futuro non sono certo le famiglie che occupano. Loro non stanno rubando “diritti” a nessuno, stanno semplicemente cercando di riconquistarli. Chi ci ruba il futuro va cercato altrove e bisogna iniziare presto, prima che sia troppo tardi.
Asia-Usb Livorno