LIVORNO. Residenza annullata a Ceraolo «Porterò il Comune in Tribunale»
di Federico Lazzotti
Il Tar si è dichiarato incompetente ora toccherà a un giudice civile. «La mia è una battaglia politica e non personale: spero si risolva in tempi brevi»
LIVORNO. «La mia non è assolutamente una battaglia personale ma squisitamente politica, ecco perché porterò il Comune di Livorno davanti a un giudice civile».
Lo ripete Giovanni Ceraolo il giorno dopo aver letto la sentenza del Tribunale amministrativo di Firenze che si è dichiarato incompetente sul ricorso che l’appartenente all’Ex Caserma aveva presentato all’indomani della decisione del Comune di «annullare la residenza» a lui, alla compagna e al figlio applicando l’appena nato articolo 5. «A chi occupi abusivamente un immobile - recita la legge - non è permesso mantenere la residenza in quell’immobile».
Quattro i punti che il suo legale, l’avvocato Vincenzo Pericaro, aveva messo in evidenza nell’impugnazione. A cominciare dall’illegittimità costituzionale, passando per l’eccesso di potere per il travisamento dei fatti. E ancora «l’insufficienza di motivazioni e ingiustizia manifesta».
Nel procedimento si è inserito anche il Comune di Livorno che «si è opposto nel merito».
«In materia di iscrizione e cancellazione nei registri anagrafici della popolazione - scrivono i giudici - situazioni di diritto soggettivo, e non di mero interesse legittimo, attesa la natura vincolata dell’attività amministrativa ad essa inerente, con la conseguenza che la cognizione delle stesse è devoluta alla giurisdizione ordinaria».
Adesso la palla passa al giudice civile che dovrà decidere se è stata legittima la revoca della residenza nei confronti della famiglia Ceraolo. In una causa che potrebbe fare giurisprudenza.
«Nei prossimi giorni citeremo il Comune. È una procedura di urgenza - spiega il diretto interessato - quindi la speranza è che il giudice la possa risolvere in tempi brevi».