#Livorno. Tre denunciati dopo lo sfratto con l'assessore. Interruzione di pubblico servizio per aver aiutato una famiglia
Pubblicato Lunedì, 06 Ottobre 2014 14:49
Lo scorso 12 Settembre, una famiglia residente in via Oberdan, in difficoltà economica e con 3 bambini, sarebbe finita in strada a causa di uno sfratto esecutivo. Nonostante l'interessamento della commissione di graduazione degli sfratti, il prefetto di Livorno aveva deciso di inviare comunque la polizia per sgomberare l'appartamento con la forza. Su questo punto è però utile aprire una piccola parentesi. La prefettura Livornese, nonostante le decine di sfratti previsti in questi mesi, ha deciso di NON applicare la graduazione prevista in questi casi, rendendo di fatto totalmente inutile strumenti di questo tipo come quello della commissione. Per chi come noi ha sempre chiesto un blocco generalizzato degli sfratti a prescindere dalla graduazione, tutto ciò è solo una conferma dell'atteggiamento arrogante e fazioso di chi rappresenta il governo sul territorio, che ha scelto di non rispettare nemmeno le istituzioni cittadine e gli organi previsti per legge.Come se ci fosse bisogno di altre conferme, chi comanda a Livorno sono prefettura e questura, mentre gli altri enti stanno a guardare più o meno tacitamente.Il 12 Settembre, così, il Comitato per Diritto all'Abitare e il sindacato inquilini AsIA decidono di intervenire direttamente per bloccare uno dei tanti sfratti e permettere a questa famiglia di non finire per strada. Quel giorno anche l'assessore alla casa Ina Dhimgjini e l'impiegata comunale Graziella Liberati decidono di partecipare alla trattativa, nonostante per la prefettura il caso fosse già chiuso e la famiglia in questione dovesse abbandonare la propria abitazione.Ma mentre all'interno dell'appartamento erano presenti sia i rappresentanti sindacali che l'assessore Dhimgjini, l'ufficiale giudiziario, di fronte ad un primo diniego da parte dei proprietari ( che avevano rifiutato anche un rimborso in denaro per concedere il rinvio) richiede l'intervento della forza pubblica che viene temporaneamente fermata di fronte al portone in strada dal nutrito presidio organizzato dal Comitato. A quel punto la trattativa prosegue fino al punto che i proprietari decidono di accettare il rinvio dello sfratto di due mesi accettando i soldi (Pubblici) come garanzia.A distanza di 15 giorni tre attivisti del Comitato per il Diritto all’Abitare vengono convocati in questura e denunciati per concorso in interruzione di servizio pubblico.La cosa ci sembra a dir poco paradossale. Da quando, buttare in mezzo di strada con la forza una famiglia con 3 bambini è un SERVIZIO PUBBLICO? Chi impedisce un atto del genere deve essere considerato un criminale?Anche all'assessore non è andata molto bene. Siamo venuti a conoscenza di una mail girata all'interno degli uffici comunali dove, neanche troppo velatamente, il prefetto attacca l'operato dell'assessore che ha osato intromettersi in una trattativa già conclusa (guarda caso male) gestita dagli uffici della prefettura.Questo clima di criminalizzazione e minacce non può continuare. A Livorno non comanda il prefetto o il questore di turno, ma comandano i cittadini con o senza l'appoggio dell'amministrazione. Già una volta in passato la questura e la prefettura deciso di utilizzare l'arroganza e la forza e tutti sanno come andò a finire.Ogni volta che ci sarà bisogno di bloccare uno sfratto o difendere un diritto Invitiamo tutte e tutti a partecipare, dimostrando così che la questura non può permettersi di dividere tra buoni o cattivi, o criminalizzare comportamenti che di criminale non hanno proprio nulla.