Livorno: verità e giustizia per Denny, precipitato dal quarto piano. Asia USB denuncia l’abbandono delle case popolari
Nella notte tra sabato e lunedì un ragazzo di 29 anni è precipitato dal 4° piano di uno stabile popolare al civico 8 di Via Giordano Bruno. Molti di noi conoscevano bene Denny, ma non è questa la cosa importante: adesso è il momento di chiedere, di pretendere, verità su quanto successo quella notte. Di evitare che, come spesso succede quando si parla di persone che non vantano amicizie importanti, che tutto si chiuda con troppa fretta e superficialità. Sono tante le “voci” che si rincorrono in questi giorni. Abbiamo tutti diritti a sapere come sono andate le cose e che gli eventuali responsabili paghino.
Quando nel settembre di due anni fa, dopo il rogo di una cantina nello stesso stabile di Via Giordano Bruno, organizzammo una manifestazione notturna di fronte al Comune insieme ai residenti del quartiere dicemmo subito che se non ci fosse stato un intervento immediato alla fine ci saremmo trovati a dover assistere a fatti ben più gravi. Così purtroppo è stato.
Perché al di là delle facili conclusioni e sentenze alla base di tutto c’è sempre l’abbandono e il disinteresse, voluto e cercato da tutte le istituzioni, di un quartiere che negli anni è stato trasformato in un ghetto. A costo di essere brutali bisogna dire le cose come stanno. Prima la decisione di concentrare le assegnazioni in emergenza abitativa in quelle vie (attraverso il sistema della vecchia commissione che aveva a disposizione una riserva di alloggi da assegnare direttamente) di persone con problematiche di dipendenza e salute mentale, senza prevedere meccanismi di sostegno quotidiano e continuativo: fu una scelta chiara e consapevole, un modo per confinare tutte le problematiche sociali in un luogo prescelto invece di garantire assegnazioni diffuse sul territorio. Poi la decisione di non investire più un centesimo nelle manutenzioni, nei servizi di quartiere nella cura delle strutture pubbliche. E per finire il disinteresse dei servizi sociali e degli enti che dovrebbero dare un sostegno (anche eventualmente economico) a chi si trova in difficoltà. La pandemia e la crisi economica stanno facendo il resto.
A luglio dell'anno scorso l'omicidio di Ginetta. Anche nel suo caso parliamo di emarginazione, abbandono e difficoltà economiche. Solo qualche giorno fa un anziano è stato trovato in casa dopo 20 giorni dal decesso in Piazza Barriera Garibaldi 21. Quanti esempi potremmo portare?
Perché non è ancora partito il piano di recupero che prevedeva l’abbattimento e la ricostruzione di nuovi alloggi popolari?
Per evitare occupazioni abusive perché gli alloggi non vengono IMMEDIATAMENTE sistemati e riassegnati? Quando crollò il tetto, nello stesso blocco, perché ci vollero mesi e mesi per sistemarlo. Potremmo andare avanti a lungo. Come sindacato Asia-Usb gestiamo da anni un piccolo spazio in cui distribuiamo pacchi alimentari in Via Dodoli e abbiamo decine e decine di iscritti nel quartiere. La risposta a queste domande è semplice, ci sono quartieri (e abitanti) di serie A e di serie B. Per affrontare i problemi servono prima di tutto investimenti e (tanti) soldi. E si fanno delle scelte. C’è chi deve essere abbandonato a sé stesso: in case fatiscenti, senza sostegni economici, senza alcun servizio pubblico, solo perché magari ha avuto la sfortuna di non avere famiglie ricche alle spalle. E c’è invece chi può godere di sostegni e aiuti. Anche la Questura fa delle scelte. Meglio concentrare lo spaccio nelle piazze centrali o tollerarlo quando viene portato avanti lontano da occhi indiscreti? Se non si vuole intervenire seriamente con programmi di prevenzione e aiuto tanto vale, per loro, scegliere “il male minore”.
Oggi regna la rabbia e la sfiducia dopo questa ennesima tragedia. Ma non è il momento di arrendersi. Facciamoci sentire prima che sia troppo tardi.
Asia-Usb Livorno