L'ODISSEA DEI PIANI DI ZONA. A LA STORTA E BORGHESIANA IL COMUNE NON GESTISCE LE CASE RIACQUISITE E I CITTADINI RIMANGONO SENZA ACQUA
Clamoroso quanto accaduto in queste ore al Pdz La Storta, dove gli abitanti hanno subito il distacco dell’utenza dell’acqua da parte di Acea, nonostante abbiano sempre pagato gli oneri previsti dai contratti. La stessa procedura di distacco dell’utenza idrica è stata avviata per il PDZ Borghesiana.
La stessa Cooperativa dei due PdZ infatti non ha versato, a suo tempo, i pagamenti ricevuti per le utenze. Ma non hanno neanche pagato i mutui accesi con le banche. Questi alloggi di edilizia pubblica stavano finendo addirittura all’asta, pericolo scongiurato grazie all’intervento di questo Sindacato che ha costretto l’Amministrazione ad intervenire con le revoche.
Il Comune di Roma, in seguito a questa revoca della concessione, non ha intrapreso però nessuna iniziativa di gestione: non ha fatto il cambio dell’intestazione delle utenze (ossia la voltura) né si è informata presso gli inquilini delle lacune e nefandezze messe in atto dalla precedente gestione cooperativa.
Il punto dolente di questa storia è, oltre al gravissimo ed inammissibile disagio provocato dal distacco dell’acqua in piena calura estiva, bene pubblico fondamentale così come stabilito dal Referendum del giugno del 2011, è il completo disinteresse da parte degli uffici amministrativi nei confronti di queste importanti quote di patrimonio recentemente acquisite. Ma anche la stessa Acea ci mette del suo: è diventata una macchina da guerra contro i cittadini più deboli, hanno messo in moto un meccanismo crudele che porta al distacco delle utenze ‘in automatico’ senza verificare le conseguenze sociali e senza verificare se c’è qualcuno disponibile a pagare per conto di chi ha sottratto il denaro ai cittadini (in questo caso gli inquilini erano disposti a ripagare le somme richieste).
A sentire gli uffici, l’acquisizione di centinaia di alloggi al Patrimonio Pubblico, sembrerebbe addirittura una iattura da scongiurare! Ovviamente non può essere così. Per qualsiasi amministrazione sensibile ai problemi della città, il recupero di questi alla funzione pubblica rappresenterebbe, oltre che a un problema risolto, un ventaglio di nuove possibilità per affrontare eventuali ed improvvise emergenze presenti e future.
Bisogna urgentemente affrontare il problema di gestione delle nuove forme di alloggi che sono state immesse al Patrimonio, anche in vista dei prossimi passaggi che potrebbero portare (se alle promesse seguiranno i fatti) un consistente aumento di case disponibili per l’emergenza e per l’assegnazione alla graduatoria. È palese che se non interviene un cambio di rotta a monte, capace di aumentare la forza degli uffici sia in termini quantitativi che (soprattutto) qualitativi. Il tutto ovviamente accompagnato dalla volontà di affrontare i problemi e risolverli.
ASIA-USB ROMA