Lotta agli sfratti, il Progetto Prendocasa Pisa: "La risposta è affitti più bassi"
A Pisa e Cascina le famiglie del Progetto Prendocasa partecipano al bando indetto dalla Regione Toscana per i contributi alle morosità, ma lo fanno contrattando un abbassamento delle mensilità: "Queste misure di emergenza aiutano solo i proprietari"
Misure straordinarie che aiutano chi non ne ha bisogno, sulle spalle di chi la crisi la sente più di tutti. E' il paradosso denunciato dalle famiglie del Progetto Prendocasa, in fila davanti all'Ufficio Casa di via Cesare Battisti per partecipare al bando di assegnazione dei contributi al pagamento delle morosità degli affitti. Nella lotta agli sfratti, in aumento in provincia di Pisa del 15% rispetto il primo trimestre del 2013, la Regione Toscana ha stanziato per Pisa 150mila euro da distribuire a chi rischia l'esecuzione dei provvedimenti a causa dei ritardi nei pagamenti. Tale misura, secondo gli attivisti, non fa altro che prolungare lo stato di necessità favorendo chi affitta gli immobili.
"Si tratta – spiegano – di un circolo vizioso. Questo bando esce 2 volte all'anno e da dei soldi per pagare gli arretrati e stipulare un nuovo contratto. Esso viene concluso, ma il proprietario può prevedere un canone di affitto pari a quello precedente. Così accade questo: chi affitta si vede pagate le more, mentre l'inquilino torna in pochi mesi a rischio sfratto, per di più con procedure più veloci. E' chiaro che è un meccanismo che favorisce la rendita e i proprietari, garantisce prezzi alti agli affitti e non aiuta in prospettiva chi davvero ha bisogno".
L'obbiettivo è quindi quello di ottenere un sensibile abbassamento degli affitti, da regolare in base ai redditi degli inquilini. "Presentiamo domanda al bando con 5 famiglie, ma lo facciamo sulla base di un tavolo di trattative che abbiamo con le proprietà per abbassare i canoni. Se non dovesse accadere, ci ritireremo e non pagheremo le morosità. Si tratta di una soluzione temporanea, con contratti di un anno per poi partecipare alle graduatorie Erp".
Il campo di battaglia del diritto alla casa riguarda tutta la gestione delle abitazioni sfitte, sia pubbliche popolari che private. "Si deve fare reali passi in avanti – concludono gli attivisti – per risolvere l'emergenza abitativa. Abbiamo 1.600 famiglie sotto sfratto e 5.000 case vuote, 150 delle quali di Apes. Vengono spesi centinaia di migliaia di euro con questi bandi quando i soldi potrebbero essere usati per ristrutturare le abitazioni inutilizzate. Si deve smettere con questi strumenti che non sostengono gli inquilini e andare verso contratti di affitto sostenibili".