Meloni e le occupazioni: i due pesi e le due misure della destra di governo

Nei territori si approvano le sanatorie, gli occupanti diventano il nemico numero uno del governo.

 

La guerra ai senza casa maschera la volontà di non voler affrontare l'emergenza abitativa nel Paese, risultato di decenni di assenza della politica pubblica per l'abitare.

Roma -

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha detto chiaramente: tolleranza zero nei confronti delle occupazioni, siano esse di case popolari o di stabili. Le priorità quindi saranno gli sgomberi. Tanti, non solo a Roma, cui si sommeranno le centinaia di sfratti per morosità incolpevole che ogni giorno vengono eseguiti.

Ma andiamo con ordine. Il Governo prende parola sugli sgomberi avvenuti a San Basilio, per bocca del Presidente del Consiglio e leader del partito Fratelli di Italia in un video postato sui social. Le parole sono dure e viene riproposto il solito binomio occupanti=clan (addirittura il solito quotidiano romano dei costruttori uscito oggi indica in 10.000 gli alloggi gestiti dal racket dei clan, praticamente tutti i senza titolo sono affiliati ai clan), tesi che abbiamo più volte contestato e clamorosamente smentito nel 2022, in occasione di altri sgomberi che coinvolsero normali famiglie a reddito basso, ossia il profilo più comune fra quanti vivono in un alloggio popolare senza averne un titolo. Fatto sta che la promessa dell’esecutivo è proprio quella di massificare la stagione degli sgomberi  e degli sfratti.

Alle parole pronunciate ieri va aggiunto il preoccupante disinteressamento di questo Governo nei confronti della questione abitativa in termini di politiche attive e non repressive. Di un Piano Casa nazionale finora abbiamo solo qualche vaga dichiarazione data in pasto ai media di cui abbiamo parlato qui.

L’unica novità però è stato il riconoscimento di esponenti della maggioranza di Governo, rispetto al tema casa, di un’emergenza colossale. Emergenza che però ha prodotto solo l’azzeramento dei fondi per morosità incolpevole, fondi che più che gli inquilini garantivano i proprietari, ma che ad oggi erano l’unico strumento per procrastinare un esecuzione.

Sul fronte pignoramenti invece silenzio tombale, ennesima prova che quando dalle promesse si passa ai fatti la sostanza è poca ed è tutta racchiusa in politiche repressive (sgomberi ed aumento delle pene) che propongano la sola lettura dell’emergenza in fatto di ordine pubblico ignorando la vera materia di cui dovrebbero occuparsi  l’emergenza sociale. Il dramma degli sfratti, la mancanza di case pubbliche, lo strapotere di banche e istituti di credito pronti in pochi mesi a togliere un tetto dalla testa di chi salta qualche rata del mutuo per colpa della crisi.

Nei precedenti anni e in quasi tutti i nostri comunicati ci siamo sempre impegnati nello spiegare cosa spinge una famiglia ad occupare, nonostante i rischi di sorta, in seguito o in prossimità di uno sfratto, e quali sono in genere le alternative che vengono loro proposte dalle istituzioni locali. Lo abbiamo spiegato per così lungo tempo e, crediamo, così bene, che gli stessi politici e Ministri oggi al potere, fino a qualche anno fa, recepivano i nostri ragionamenti tramutandoli in legge. Ne è un esempio la proposta di Sanatoria che qualche anno fa proprio Fratelli di Italia depositò in Regione Lazio. Una legge di Sanatoria molto più ampia ed inclusiva di quella poi votata dalla maggioranza regionale nel 2020. D’altra parte nella Regione Abruzzo, governata direttamente da Fratelli di Italia un’altra regolarizzazione larga è stata approvata a fine 2019, dando possibilità a chi occupava una casa popolare di regolarizzare la propria posizione amministrativa.

Insomma la destra dei territori, in cerca di consenso per governare il paese, era pronta a riconoscere il problema abitativo. Fino a pochi mesi fa lo aveva riconosciuto anche il Ministro Piantedosi, quando era Prefetto a Roma. Proprio su suo impulso sia l’Ater che il Comune di Roma avevano chiuso diverse occupazioni romane applicando il principio del passaggio da a casa. Un risultato sbalorditivo, in pochi mesi saltarono fuori centinaia di alloggi popolari fino ad allora tenuti chiusi dagli enti gestori di Edilizia Pubblica. Ora sono tutti pronti a eseguire quegli 48.000 sfratti di case occupate che già Salvini aveva promesso nel suo contratto di governo per il Conte I.

Nessuno invece vuole cogliere il problema così come proposto da Asia-Usb. Il fenomeno delle occupazioni esiste perché nessun governo si è mai preoccupato negli ultimi 40 anni di affrontare seriamente la questione abitativa. Persino l’ultimo Piano Casa (2014) non ha portato altro se non sgomberi e dismissioni. Di alloggi neanche l’ombra. Ora, se si vuole affrontare il problema con un uso smisurato della Forza Pubblica, noi non possiamo che dirci contrari e pronti a salire sulle barricate con chi vorrà difendere il proprio diritto alla Casa. Se invece si vorrà affrontare REALMENTE il problema Casa, come ribadito più volte da Asia, bisognerà necessariamente avviare subito un massiccio programma di recupero dello sfitto e dell’inutilizzato detenuto dalla grande proprietà, per assegnarlo a chi ne ha diritto. Contestualmente si dovrà consentire la regolarizzazione di quanti per requisiti economici hanno diritto ad un alloggio pubblico. Infine, occorre attrezzare tutti gli enti locali per una vera gestione del patrimonio pubblico, efficiente, trasparente ed al servizio dei cittadini

Asia USB