Milano, cronache di un'ordinaria settimana di sfratti. Le nostre storie.

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Milano, cronache di un’ordinaria settimana di sfratti. Le nostre storie.

La prossima settimana si preannuncia particolarmente intensa per la lotta #stopsfratti. Solo il Comitato Abitanti San Siro e As.I.A. Milano saranno impegnate nel blocco di almeno uno sfratto al giorno, ben consapevoli che il ritmo degli sfratti continua a crescere, con una media nazionale di 150 sfratti al giorno nel 2014. La situazione abitativa è ormai da troppo tempo emergenziale e viene affrontata da governi e amministrazioni con false soluzioni, fino all’assurda mancata proroga del blocco degli sfratti per finita locazione nel decreto Milleproroghe di inizio anno.

 

Le false soluzioni sono ad esempio quelle contenute nel Piano Casa di maggio 2014: viene raccontato che l’housing sociale è la nuova forma di pianificare l’abitare sociale quando in realtà si rivolge ad una classe media e non è accessibile alle migliaia di famiglie che vivono sotto la soglia di povertà, vengono stanziati fondi per il sostegno agli affitti che rappresentano solo un “tappabuchi” per le tasche dei proprietari, da un lato vengono stanziati fondi per la ristrutturazione delle case popolari mentre dall’altro si pianificano vasti piani di svendita. [Infografica sul Piano Casa: https://www.youtube.com/watch?v=pGSaf58BlNE]

 

Nel frattempo i numeri degli sfratti continuano a salire inesorabilmente: nel 2013 le richieste di sfratto sono cresciute del 2,15%, ma gli sfratti eseguiti sono cresciuti del 7,7% rispetto all’anno precedente. Dietro alla freddezza di questi numeri si nascondono migliaia e migliaia di persone, ognuna con le sue storie. Persone che in moltissimi casi vivono l’ansia e l’angoscia, il senso di vergogna e di impotenza, nella più completa solitudine delle mura domestiche. In altri casi c’è chi sceglie di non arrendersi e trova la solidarietà di chi come lui vive le difficoltà della crisi, l’emergenza abitativa, la precarietà.

 

Di seguito trovate alcune delle nostre storie. Il Comitato, composto da decine e decine di famiglie, sta lavorando al rinvio di questi sfratti e alla ricerca di possibili soluzioni, nel frattempo sappiamo che queste persone non resteranno sole. Ci vediamo alle prossime colazioni #stopsfratti!

 

LE NOSTRE STORIE:

 

>> Lunedì 19 Gennaio 2015, Mustafa, via Monte Palombino (zona Rogoredo)

Mustafa ha 42 anni e si mantiene con una piccola attività al mercato ortofrutticolo; vive con il figlio di 18 anni che sta finendo gli studi. Abitano in una mansarda di 19 mq che gli è stata affittata per 370 euro al mese. La minuscola mansarda non ha il riscaldamento e nemmeno il bagno, che è all’esterno dell’alloggio. “E’ stata una fregatura!” dice Mustafa, e spiega che fin dal principio aveva notato delle infiltrazioni d’acqua. Per questo si era accordato con la proprietà per alcuni lavori a cui lui stesso ha provveduto, sostituendo finestre e infissi, ma l’opera non è stata sufficiente a risolvere il problema strutturale. Dopo 3 mesi in cui Mustafa ha fatto fatica a reperire i soldi dell’affitto, oltre a minacce e insulti razzisti come “Ti rimando in Marocco a mangiare il cous-cous”,  ha ricevuto l’ingiunzione di sfratto e lunedì aspetta la prima uscita dell’ufficiale giudiziario.

 

>> Martedì 20, A., via Lopez (zona Quarto Oggiaro)

A. ha 21 anni, in tasca un diploma di perito meccanico e, tra la consegna di un curriculum e alcuni lavori saltuari, si preoccupa per conto della sua famiglia di seguire la loro situazione abitativa e le pratiche legate alla casa. Con il papà, la mamma e la sorella di 14 anni che frequenta la prima superiore, vive in una casa popolare gestita da una delle tante cooperative che hanno in consegna diversi alloggi da parte di Aler. Vivono in quella casa da ben 10 anni durante i quali hanno pagato 400 euro al mese. Il padre garantiva il sostentamento di tutta la famiglia attraverso una piccola impresa edilizia, che però nel 2010 è fallita.Facendo sacrifici e continuando a cercare un posto di lavoro, fino al 2012 sono riusciti a continuare a pagare l’affitto. Poi non ce l’hanno più fatta. Hanno provato ad accordare un abbassamento del canone, ma non l’hanno ottenuto, così sono sotto sfratto dal 2013. La beffa è che la loro domanda regolare di assegnazione di casa popolare fatta nel 2008 è al posto 1307 in graduatoria, per nulla male su una graduatoria di 23mila famiglie! A. spera “che anche questa volta ci diano il rinvio. A febbraio uscirà la nuova graduatoria Aler, magari è la volta buona..”

 

>> Martedì 20, Claudio, via Aretusa (zona San Siro)

Claudio ha 41 anni e vive in affitto in una casa Aler da oltre 10 anni. La sua casa è piccolissima, solo 20 mq, ma lui pensa che per le sue esigenze vada benissimo. Claudio ha avuto accesso a questa casa con un bando speciale, vincolato al contratto di lavoro. “Per ironia della sorte, lavoravo come operatore sociale e facevo assistenza ai senza fissa dimora!”. Quando ha perso il lavoro, sono venuti meno i requisiti per cui la casa gli era stata assegnata, nonostante lui continui a lavorare in nero e soprattutto contunui a pagare più o meno regolarmente gli affitti da 200 euro, bollette e spese condominiali. “In questa scala gli altri alloggi con questa metratura sono vuoti da anni, se me ne andassi io la stessa sorte capiterebbe al mio. Io qui sto bene, ho molti legami nel quartiere e continuo a pagare, non tolgo posto a nessuno, perchè me ne dovrei andare?”. Lo sfratto per finita locazione è al terzo rinvio.

 

>> Martedì 20, F., via Rogoredo (zona Rogoredo)

F. ha 59 anni e abita con la moglie A. e il figlio di 21 anni in un bilocale di 47 mq. Per tre anni e mezzo ha regolarmente pagato un affitto mensile di 755 euro. All’incirca un anno fa il proprietario ha chiesto un aumento dell’affitto, che F., con il suo banco di vestiti al mercato, non poteva sostenere. Martedì arriverà per la prima volta a casa l’ufficiale giudiziario.

 

>> Mercoledì 21, Hayane, via Romilli (zona Corvetto)

Hayane ha 30 anni e vive con la moglie Aziza e i due figli, un bambino di 4 anni e uno di appena 6 mesi. Per due anni sono riusciti a pagare un affitto 763 euro mensili, lui fa il venditore ambulante ai mercati. Nel 2013 si è abbassato notevolmente il reddito familiare e più di 750 euro al mese sono davvero tanti in tempi di crisi! Arrivato ad un certo punto ha dovuto scegliere se pagare l’affitto o far mangiare i figli. Lo sfratto è alla settima uscita, mentre la domanda di emergenza abitativa che ha fatto a luglio 2014 giace in qualche ufficio. “Dicono che finchè non c’è lo sfratto eseguito la domanda non viene vista in commissione. Anche ammesso che venga valutata positivamente, poi bisogna attendere i tempi di assegnazione dell’alloggio. Ma io dove vado tra lo sfratto e la consegna della casa?” si chiede Hayane.

 

>> Giovedì 22, Abdul, via Luini (Cesano Maderno)

Abdul, 51 anni, e la sua compagna Naima, 53 anni, due anni fa hanno affittato un appartamento a Cesano Maderno. L’appartamento era completamente vuoto, e loro l’hanno arredato e sistemato. L’affitto era di 500 euro più 200 di spese, per un totale di 700 euro al mese. Lavoravano entrambi con un contratto di artigianato presso la stessa ditta, e le cose andavano bene.. Hanno pagato i 3 mesi di caparra, più le spese dell’agenzia immobiliare e poi per 10 mesi non ci sono stati problemi. Finchè la ditta non è fallita e conseguentemente sparita, senza aver pagato Abdul e Naima per 7mila euro di stipendi arretrati. “A quest’età, anche se hai diplomi ed esperienze, è dura essere riassunti.. Pensavamo di essere stati fortunati con questa ditta, che poi ci ha letteralmente lasciati a secco! Purtroppo siamo in Italia da 20 anni, e al paese d’origine non siamo proprietari di niente. Siamo bloccati in balia degli eventi”. Adesso aspettano la prima visita dell’ufficiale giudiziario.

 

>> Martedì 27, A., via Melzi (Magenta)

A. e C. hanno due bambini di 5 e 3 anni e abitano tutti insieme in un piccolo appartamento di 33 mq. Sono lì dal 2011, a 430 euro al mese. Nel 2012 il marito ha perso il lavoro di carrelliere in un magazzino, in cui era assunto da una cooperativa. Facendo numerosi sforzi hanno continuato a pagare l’affitto, ad esempio vendendo l’automobile di famiglia. Ad un certo punto sono arrivati al limite e hanno iniziato a pagare quando riuscivano, un mese sì e uno no. Nel dicembre 2013 lo sfratto è diventato esecutivo e siamo ormai alla quarta uscita.