Novara. Lunedì i primi sfratti ai single che vivono al villaggio Tav
Sono ospitati da tre anni. La Lega: “Ora gli alloggi non vadano agli immigrati”
Lo sfratto dei «single» dall’ex villaggio Tav di via Alberto da Giussano questa volta è fissato per oggi, domenica 31 agosto. I senza casa e senza famiglia avevano trovato ospitalità quasi tre anni fa nelle baracche del campo base in origine costruito per albergare i lavoratori della linea ferroviaria ad alta velocità tra Milano e Torino. L’unità abitativa in base al regolamento sottoscritto in via preventiva da tutti i residenti avrebbe dovuto restare a disposizione degli assegnatari per un massimo di sei mesi.
Il primo tentativo di concludere l’occupazione diventata ormai «senza titolo» da parte del Comune di Novara si era concretizzato lo scorso ottobre. Solo due della ventina di «single» sotto sfratto avevano accettato di trasferirsi volontariamente al dormitorio nel frattempo allestito nell’ex circolo ufficiali della caserma Passalacqua di viale Ferrucci. L’ennesima lettera di preavviso dello sgombero è stata recapitata ad una dozzina di «single» nei giorni scorsi:
«Avremo un incontro con il comandante della polizia locale il 4 settembre - dice Giacomo Verrani, uno di loro - per definire la nostra linea d’azione. Ci sono anche questa volta come ad ottobre due anime. A coloro che vorrebbero resistere ed attendere lo sgombero forzoso fa da contraltare chi invece è dell’opinione di cedere e accettare l’alternativa del dormitorio. Di fatto non esistono vie d’uscita poiché è stato messo in atto un vero e proprio ricatto. In caso di mancato abbandono volontario dei container non si avrà mai più diritto ad accedere alle strutture comunali».
La Lega Nord con il capogruppo in Consiglio comunale di Novara Mauro Franzinelli si mette di traverso: «Il Comune vuole sbarazzarsi dei single novaresi per liberare le baracche e accogliere, tanto per cambiare, un’altra schiera di famiglie straniere? Si intervenga inoltre al più presto nell’area esterna al perimetro abitato dell’ex campo Tav in quanto è stata creata una zona franca in cui proliferano abbandono, degrado, rifiuti e perfino una moschea abusiva». Una situazione documentata con un dossier fotografico.