Nuova provocazione contro il movimento per il diritto all’abitare di Roma.

Nazionale -

È scattata ieri mattina una nuova azione di intimidazione e calunnia contro i movimenti per il diritto all’abitare di Roma, con una serie di perquisizioni effettuate dai carabinieri ai danni di alcuni compagni impegnati da anni nelle lotte per la casa. L’accusa alla base di questa ennesima inchiesta è la solita di sempre: i movimenti avrebbero organizzato un business attorno alle occupazioni, estorcendo somme di denaro dagli occupanti. Da decenni, con periodica ricorrenza, alcuni pubblici ministeri si ostinano a tentare di provare un’accusa destituita di qualsiasi fondamento. Fingono di non sapere che la storia dei movimenti di lotta per la casa è parte integrante della storia della città e che sono migliaia e migliaia le famiglie che hanno fatto parte di questa lunghissima esperienza e che pertanto, accusare i movimenti di agire con meccanismi estorsivi è quanto di più lontano sia dalla realtà che dal buon senso.

Il meccanismo innescato è più o meno lo stesso utilizzato già in altre occasioni: si utilizzano le dichiarazioni di qualche soggetto escluso dalle occupazioni per costruire la teoria che le occupazioni siano un racket, come titolano oggi i giornali più reazionari. L’obiettivo è quello di affermare l’idea che i movimenti di lotta non sono organizzazioni genuine finalizzate alla risoluzione di problemi sociali drammatici, come quello per un alloggio dignitoso, e che gli attivisti non sono persone che spendono la loro vita per un desiderio di giustizia e di uguaglianza sociale. Chi organizza le lotte sociali per questi giornali prezzolati (spesso proprio dai costruttori, che sono tra i soggetti maggiormente responsabili del dramma casa) lo farebbe per proprio tornaconto personale.

C’è però probabilmente anche un secondo fine dietro l’operazione di ieri mattina, ed è quello di mandare in crisi una dinamica di gestione delle contraddizioni sociali, soprattutto sulla questione abitativa, che sta consentendo di trovare delle soluzioni concrete in diversi contesti senza ricorrere all’uso della forza. Non è la soluzione del dramma casa, che continua a crescere a Roma, come dimostrano da tempo tutte le statistiche ufficiali, ma è una modalità che evita di esasperare i conflitti e che questa azione di intimidazione punta a mettere in discussione.

L’USB considera farneticanti le accuse ai compagni e alle compagne del movimento per il diritto all’abitare. Non un passo indietro cari compagni e compagne.

Tocca uno tocca tutti.

Giù le mani dai movimenti per il diritto all’abitare

Unione Sindacale di Base