Occupazioni, scontro fra Sant'Orsola e Comune

Il policlinico vuol vendere e chiede lo sgombero dello stabile di via Irnerio. Malagoli: "Prima trovate un compratore"

 

DI ELEONORA CAPELLI e CATERINA GIUSBERTI

bologna.repubblica.it/cronaca/2014/08/18/news/occupazioni_scontro_fra_sant_orsola_e_comune-93977360/

Bologna -

Braccio di ferro tra Sant’Orsola e Comune sull’occupazione di via Irnerio. Il Policlinico accelera per vendere da settembre l’immobile “libero da persone o cose”, ma il Comune si candida a gestire la situazione fino a che non si troverà un’acquirente, come alternativa “solidale” allo sgombero immediato.

Intanto gli occupanti delle ex Ferrari possono sperare di riavere l’acqua, che è stata staccata il 13 agosto. Della questione si è parlato in un “vertice di Ferragosto” tra la Carisbo, proprietaria dell’immobile, e l’assessore Malagoli che avrebbe lasciato qualche spiraglio per una soluzione.

Intanto il Policlinico ha preparato un nuovo bando, che uscirà in settembre, per mettere all’asta per 4 milioni il palazzo di via Irnerio 13 con i suoi 22 appartamenti, vuoto dal 2009, occupato oggi da 14 famiglie (45 persone di cui 9 minori). Ma per Palazzo d’Accursio la decisione dell’ente di vendere non rende più urgente lo sgombero. «Queste situazioni sono tutte urgenti e nessuna in realtà lo è. Basti pensare che l’Ausl cerca di vendere la clinica Beretta da anni, che è stata occupata proprio dopo che l’ennesima asta è andata a vuoto - dice Malagoli -. La situazione concreta alla fine è quella di immobili in vendita per anni che rimangono vuoti, mentre in città c’è una reale emergenza abitativa. Abbiamo visto che mettere in vendita un immobile non significa automaticamente trovare un compratore».

Per questo Palazzo d’Accursio “alza la mano” e al tavolo convocato in Prefettura si è proposto come mediatore in situazioni come questa. «Noi saremmo disponibili a gestire gli immobili vuoti fino a che non c’è un compratore - spiega Malagoli - con l’impegno di lasciarli liberi nel momento in cui dovessero essere venduti ad acquirenti seri. Ma fino a che sono vuoti sarebbe interessante capire quale forma d’uso possono dare». Le realtà coinvolte al tavolo convocato in Prefettura, però, secondo Malagoli non hanno «dimostrato un grande dinamismo rispetto al problema dell’emergenza casa che tocchiamo tutti i giorni».

Ma è anche vero che ogni ente ha una finalità precisa, e il Comune è quello in prima linea sull’emergenza . «Abbiamo partecipato al tavolo istituito dalla Prefettura e finché possibile abbiamo collaborato - spiega infatti il direttore generale del Sant’Orsola, Sergio Venturi -. Tuttavia abbiamo ricevuto indicazioni molto chiare dalla Regione in merito: presto rimetteremo l’immobile in vendita, e andrà liberato. Noi siamo un ospedale e la nostra mission è tutelare il diritto alla salute dei cittadini, non il loro diritto alla casa: sono due cose diverse. Questo immobile è una delle poche fonti di finanziamento che abbiamo, e la vendita ci serve per finanziare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’ospedale. Cosa direbbero i cittadini altrimenti?»

Si tratta di una questione alla fine anche molto pratica. «Il nuovo bando per l’immobile di via Irnerio è pronto, uscirà a settembre. La base d’asta sarà di quattro milioni, è stata ribassata rispetto all’ultima volta, quando andò deserta - spiega Marzia Cavazza, direttore amministrativo del Sant’Orsola -. Nel bando, ovviamente, c’è scritto che i locali andranno venduti liberi da persone o cose, quindi i locali occupati andranno sgomberati. Cosa che del resto avrebbe già dovuto essere fatta».

Ma il momento è molto delicato, in città ci sono ormai diversi casi di occupazioni che l’assessore al Welfare, Amelia Frascaroli, aveva definito all’epoca «illegali ma non illegittime». Sono coinvolte circa 300 persone, distribuite in tutta la città. Sessantacinque, di cui 6 minori, sono all’ex clinica Beretta, di proprietà dell’Ausl; alle ex scuole Ferrari della Carisbo si trovano circa 60 persone, mentre circa 150 senza casa sono in via De Maria e in via di Mura di Porta Galliera. E la ricerca di strumenti innovativi si dimostra una strada faticosa da percorrere.