Aleandro, ucciso a Palermo dalla campagna d'odio di uno Stato servo del capitale e della rendita

Arrivano le prime conseguenze della campagna di odio orchestrata da alcune associazioni di proprietari di case, raccolta a gran voce - per puri calcoli elettorali - da esponenti politici attualmente al governo del Paese, che additano come ladri di casa coloro che per ragioni legate alla crisi economica e pandemica hanno perso la possibilità di pagare gli affitti di una casa. Il risultato è l'uccisione di un giovane palermitano, Aleandro Guadagna, 31 anni e 4 figli.

Palermo -

Manca da decenni la politica pubblica per la casa e la rendita sugli alloggi la fa da padrona, il governo Meloni ha tolto anche i soldi per il contributo all'affitto che in fondo favoriscono proprio la rendita immobiliare. E' un'altro tassello della guerra dichiarata ai poveri dopo la cancellazione di fatto del reddito di cittadinanza.

Oggi Palermo si è svegliata con la tragica notizia di un ragazzo di 32 anni ucciso con colpi di arma da fuoco per mano del proprietario dell'appartamento in cui abitava.

Si parla di diverbi scaturiti dal mancato pagamento dell’affitto di casa, con i debiti dei mesi precedenti che dovevano essere ancora saldati.

È inaccettabile che si vengano a creare situazioni di questo tipo e da mesi ne segnaliamo il pericolo alla massima carica istituzionale provinciale dello Stato italiano, il Prefetto di Palermo.

Non conosciamo i termini di accordo dietro questo affitto e sinceramente non ci interessano neanche.

Ci interessa sottolineare, ancora una volta, che ad un Prefetto che risponde delegittimando le opposizioni e i sindacati e parlando di mancanza di volontà politica per l'applicazione di misure emergenziali all'Emergenza Abitativa (di cui la graduatoria comunale relativa già evidenzia i caratteri drammatici della questione), noi contrapponiamo ancora la Costituzione e soprattutto il suo art.42; ci sembra superfluo dire in un comunicato come questo, cosa contraddistingua il carattere di "interesse generale" in questa situazione sociale.

L'emergenza legata alla casa va risolta in maniera sistemica: devono essere i Comuni e lo Stato a prendersene carico, recuperando gli immobili espropriati alla collettività e rimettendoli a disposizione di chi un affitto privato non può permetterselo, a partire dal patrimonio pubblico e le case sfitte dei grandi proprietari di questa città.

Non si può delegare tutto al mercato privato: se le persone che non possono permettersi un affitto avessero assegnata una casa, in affitto ci andrebbe solo chi può permettersi di pagare.

È una vostra scelta e una vostra responsabilità questa guerra tra poveri.

Per questo ed altro convochiamo lo sciopero generale per il 26 maggio. Partenza del corteo da piazza Marina, ore 10.

Solo la lotta paga!

 

Federazione del Sociale e Asia USB di Palermo