Piano casa da un miliardo e mezzo

Preannunciato dagli organi di stampa il Piano casa del governo Renzi: dalle notizie trapelate tramite i soliti ben informati è la solita ricetta. Regalare i soldi ai privati a alle banche, senza accennare minimamente ad un piano nazionale di rilancio dell'edilizia pubblica che tenga conto dell'utilizzo del patrimonio sfitto e che tuteli i settori sociali colpiti dall'emergenza casa.

Roma -

Arrivano bonus per le ristrutturazioni, mutui agevolati e taglio al 10% della cedolare secca sugli affitti. Lupi: priorità, è emergenza sociale

Economia

Il lavoro è un’emergenza «allucinante», come ha detto il neopremier Matteo Renzi, ma non è certo l’unica del paese. Una - e non delle minori e più pressanti - è quella della casa, con milioni di persone male alloggiate e un mercato immobiliare in grave crisi. Ecco dunque che al governo Renzi può tornare decisamente comodo il secondo elemento del «piano casa» che a suo tempo, quando il premier era ancora Enrico Letta, aveva sostanzialmente già messo a punto il ministro delle Infrastrutture Maurizo Lupi. Un piano da un miliardo e mezzo di euro che tra l’altro prevede il taglio al 10 per cento della «cedolare secca» sui redditi da affitto. 

«Porteremo in settimana il secondo Piano casa in Consiglio dei ministri - spiega il ministro del Nuovo centrodestra - al ministero ci abbiamo lavorato a lungo, confrontandoci con le Regioni e i Comuni. La casa è un’emergenza sociale che abbiamo subito assunto come priorità. Dai bonus ristrutturazioni ai mutui per l’acquisto, dai fondi per gli affitti sino all’housing sociale, abbiamo voluto affrontare il problema in modo completo e non con provvedimenti tampone». Se tutto andrà liscio, il provvedimento verrà esaminato già al Consiglio dei ministri in programma per venerdì prossimo.  

Cominciamo proprio dagli interventi rivitalizzare il mercato dell’affitto immobiliare, che mirano da un lato ad aiutare gli inquilini deboli o in difficoltà a pagare l’affitto, e dall’altro a convincere i proprietari - con sconti fiscali e garanzie su morosità e danni - a mettere sul mercato nuovi alloggi a canone concordato.  

Il primo passaggio è l’ulteriore alleggerimento della «cedolare secca», ovvero dell’imposta forfettaria che grava sui redditi da locazione che incassano i proprietari che concedono immobili a canone concordato. Se con il governo Letta era stato introdotto un taglio della cedolare secca dal 19% al 15% per i contratti di locazione a canone agevolato, il nuovo provvedimento dovrebbe ridurre ulteriormente l’imposta del 5%, portando dunque l’aliquota dal 15% al 10 per gli affitti a canone concordato per il periodo dal 2015 fino al 2018. La misura riguarderebbe anche gli affitti degli enti no profit e quelli delle cooperative per gli alloggi subaffittati a studenti universitari. Sempre in materia di affitti, si prevede un sostanziale rifinanziamento dei fondi a sostegno degli affitti e per fronteggiare la “morosità incolpevole” (ovvero la situazione di chi non riesce a pagare l’affitto perché ha perso il lavoro), la cui dotazione passerà dagli attuali 140 milioni ad almeno 300 milioni. 

Sul versante della proprietà, invece, il piano dovrebbe garantire un rifinanziamento del fondo per i mutui, Ma soprattutto la creazione di un nuovo fondo di due miliardi di euro (messi dalla Cassa depositi e prestiti) che si chiamerà «Plafond casa». Il nuovo servirà come garanzia per le banche che erogheranno mutui in via prioritaria a giovani coppie che vogliono comprare o ristrutturare casa, famiglie di cui fa parte un soggetto disabile e famiglie numerose. Avrebbero sinora aderito al progetto già 20 istituti di credito, tra cui molte delle più importanti a livello nazionale. In teoria, dice il ministro Lupi, basterà andare dalle banche che hanno firmato la convenzione con la Cdp per accedere a queste risorse. 

Sul fronte dell’edilizia sociale si pensa invece a un piano di recupero dell’edilizia popolare e una serie di agevolazioni fiscali per gli enti proprietari e gli inquilini degli alloggi sociali. Inoltre si consentirà (con un decreto dei ministeri delle Infrastrutture, dell’Economia e Finanze e degli Affari regionali) agli inquilini di poter riscattare la casa dove abitano; i relativi proventi verranno destinati alla realizzazione di appartamenti sociali o per la ristrutturazione di quelli esistenti.

02/03/2014 - il caso


roberto giovannini
roma

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