Piano Casa Italia? Sul Diritto alla Casa non accettiamo prese in giro

L'attuale Governo ha definanziato qualsiasi politica pubblica sull'abitare, millantando ormai da due anni un Piano Casa sbagliato negli intenti e con un finanziamento per il 2027 e 2028 che sembra una barzelletta: 100 milioni.

Al paese servono un milione di case popolari ed una nuova legge sui canoni per aiutare milioni di famiglie ad uscire dalla crisi degli affitti.

Roma -

Il Governo Meloni e il Ministero competente, quello delle Infrastrutture, in soli 25 mesi hanno fatto tabula rasa anche solo dell’idea stessa di politiche pubbliche abitative. Tutto ciò viene aggravato dall’approvazione del famigerato DDL 1660, il quale come è noto si occupa di criminalizzare e reprimere ancor più duramente il bisogno abitativo stesso, in tutte le sue forme, sia quella spontanea che quella organizzata e conflittuale.

Come primo approccio l’attuale Governo non ha rifinanziato il fondo per le morosità incolpevoli e/o sostegno all’affitto. Fondi che sì avevano portato in più di venti anni al dispendio di risorse pubbliche ingenti, finanziando e legittimando i canoni folli richiesti dalla proprietà, ma che di fatto in mancanza di investimenti sul fronte dell’Edilizia Pubblica rappresentavano l’unica ancora di sostegno per i milioni di famigli in difficoltà con la rata dell’affitto o sull’orlo di uno sfratto per morosità incolpevole.

Da allora il dibattito portato avanti dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha escluso le parti sociali rappresentative delle persone in condizioni di bisogno, puntano ad un dialogo esclusivo con chi ha determinato la crisi attuale, ossia le categorie dei costruttori. Annunciando più volte un Piano Casa strampalato e mal finanziato il Governo ha approvato una serie di norme per sanare piccoli abusi ed ha abbassato i coefficienti di abitabilità degli alloggi, salvo poi stupirsi di fronte ad un annuncio relativo ad un'offerta di affitto di un alloggio di soli 8 mq alla modica cifra di 600 euro mensili. D’altronde il Grande Piano Casa Nazionale per la Borghesia punta ad accontentare la cronica fame di superficie dei costruttori e la “partnership pubblico-privata” è la riproposizione di qualcosa che è già accaduto nei decenni passati all’interno dell’Edilizia Agevolata, ossia il regalo di superfici e fondi pubblici a privati. Questi poi, in assenza di controllo, hanno speculato indisturbati (almeno fino al nostro intervento) su quel patrimonio che doveva avere la nobile funzione di assicurare il Diritto alla Casa e calmierare il mercato. C'è da dire che ogni pubblicazione normativa, fra aggiunte, tagli e ritocchi mantiene le tempistiche previste, rinviando ai prossimi anni gli interventi, mentre l’edilizia pubblica nelle varie regioni muore di una lenta ma inesorabile agonia e gli affitti schizzano a livelli mai visti prima. Un capolavoro che però con le linee guida delPiano potrà sempre peggiorare. Capiamo perché.

Innanzi tutto sono stati subito approvati i vari bonus per il 2025, mentre i fondi per “contrastare il disagio abitativo”, stanziati nel 2024 per il 2027 e 2028 (!) rimangono invariati: 50 milioni per anno. Cioè 100 in tutto! La novità introdotta dal Piano Casa Italia è l’ampliamento (sempre con gli stessi fondi) dell’ambito di applicazione, non più solo Erp ma anche Edilizia Residenziale Sociale. Una presa in giro sia dal punto di vista della tempistica che da quello dell’impegno economico, oltre che sbagliata dal punto di vista strategico, tenuto conto che al paese serve ERP e non ERS. Non possiamo non menzionare infine, la diminuzione dei Fondi per il PINQuA (-268 milioni) e per la rigenerazione urbana (-800 milioni).

Una débâcle totale e su ogni fronte che umilia non solo quel milione di famiglie in attesa di una casa popolare, ma anche tutte quelle che sperano un giorno di poter pagare un affitto più basso.

Asia-Usb