Raddoppiano gli sfratti nel riminese, nel mese di marzo sono stati 217
L'assessore alle politiche per la casa della Provincia di Rimini, Vincenzo Mirra: "Numeri crudi che danno conto di una criticità che, se non gestita adeguatamente, rischia di trasformarsi in una vera e propria bomba sociale"
Tommaso Torri12 maggio 2014
Diffusi dalla Provincia di Rimini i dati sugli sfratti del primo trimestre 2014 che, se paragonati a quelli degli anni precedenti, evidenziano come negli ultimi cinque anni il fenomeno dia raddoppiato. Secondo quanto illustrato dalla Provincia, a gennaio le richieste di sfratto sono state 171 e 33 quelle eseguite con la forza pubblica, a febbraio 167 richieste e 33 esecuzioni e a marzo 185 richieste e 32 esecuzioni forzate. Nei primi 3 mesi di quest'anno, i dati parlano di 523 richieste arrivate agli ufficiali giudiziari e altre 98 eseguite con l'uso della forza pubblica. Nello stesso periodo del 2013, gli sfratti erano stati 315, di cui 68 con la forza pubblica, mentre risalendo al 2010 le richieste erano state 289 di cui 60 forzosi.
"I dati relativi ai primi tre mesi del 2014 - sottolinea l'assessore alle politiche per la casa della Provincia di Rimini, Vincenzo Mirra - evidenziano in tutta la loro drammaticità l’aumento delle richieste di sfratto avanzate all’Ufficiale Giudiziario. Un segnale alquanto eloquente di quanto sia costantemente aumentato negli ultimi anni il disagio sociale, che vede nelle problematiche relative alla casa uno dei suoi aspetti più crudi e diretti. I primi tre mesi del 2014 denotano infatti un netto aumento della richiesta di sfratto alle autorità giudiziarie, un impennata che si somma alle crescenti richieste fatte registrare dal 2010 ad oggi. Ad aumentare non sono solo le richieste di esecutività, ma anche gli sfratti eseguiti tramite l’intervento della forza pubblica. Numeri crudi che danno conto di una criticità che, se non gestita adeguatamente, rischia di trasformarsi in una vera e propria “bomba” sociale. Da una parte i dati rendono esplicite le preoccupazioni riguardo i costi sociali della crisi, dall’altro evidenziano anche un altro aspetto sul quale mi sembra altrettanto importante porre l’attenzione; faccio riferimento alle difficoltà da parte degli ufficiali giudiziari e della forza pubblica di rendere esecutivi gli sfratti. Questo aspetto ha una duplice chiave di lettura. Una più tecnica, relativa alla difficoltà di fronteggiare un numero così alto di casi, con strutture e personale non adeguato. L’altra, più etica, che riguarda l’innegabile difficoltà umana, da parte delle forze pubbliche, nell’ eseguire sfratti che, inesorabilmente, pongono le famiglie colpite in un contesto di fragilità sociale. Non si tratto solamente di una questione amministrativa o tecnica, dunque, ma anche etica, sociale ed umana. Una potenziale emergenza sociale a tutti gli effetti verso la quale è necessario intervenire con grande attenzione, rendendo ad esempio ancora più prioritaria la messa al centro delle politiche di edilizia popolare all’interno delle scelte strategiche dei piani strutturali comunali. Penso però anche a forme più innovative da supportare e sostenere come ad esempio il “housing sociale”(che la Provincia di Rimini segue da vicino da tempo, interagendo con i soggetti che operano localmente), attraverso un mix tra pubblico e privato in grado di offrire alloggi a canoni calmierati. Un mix dunque tra politiche di edilizia pubblica tradizionali, da incrementare, e nuove forme di intervento attraverso il coinvolgimento anche di privati e cooperative. Non solo, anche tramite la Regione Emilia Romagna, dal 2012 ad oggi la Provincia di Rimini è intervenuta direttamente per sostenere interventi a sostegno dell’emergenza abitativa, tramite risorse importanti (più di 550 mila euro dal 2012 ad oggi). Speriamo che questo mix di interventi possa intervenire per attutire e progressivamente migliorare i dati che oggi ci troviamo a commentare".