RASSEGNA STAMPA: NINO DEVE TORNARE A TRASTEVERE

Roma -

Epolis Roma

LA STORIA. ORA VIVE A CENTOCELLE MA LAVORA IN UN LOCALE DI VIA BERTAMI
Nino, stornelli di protesta per tornare a Trastevere
L'anima popolare del quartiere sfrattato qualche settimana fa ha improvvisato un "concerto" all'assessorato
di Marta Rossi

 

Roma - Semo romani trasteverini, semo signori senza quatrini", canta Nino, stornellatore di professione, da oltre quarant'anni è l'anima popolare di Trastevere dove vive fino a qualche settimana fa. Poi, nonostante il blocco degli sfratti, nonostante la fascia protetta (ultra 65enne con figlio disabile a carico) si è trovato in mezzo alla strada. L'Asia Rdb si è messa di traverso, riuscendo a far ottenere a Nino e a suo figlio Claudio un alloggio in una pensione di Centocelle fino al 31 luglio. Ma ogni sera Nino va in un ristorante in via Bertami a Trastevere per le sue stornellate e il viaggio gli costa 25 euro di taxi, visto che la sera il bus è difficoltoso da prendere per un anziano. Ieri mattina, a pochi giorni dallo scadere della permanenza a Centocelle, con l'Asia Rdb è andato a stornellare davanti alla porta di Alfredo Antoniozzi, assessore alla Casa. E mentre aspetta di essere ricevuto, allieta i presenti con gli stornelli, aiutato dalla tradizione popolare ma spesso andando a braccio. Dedica qualche verso a tutti, ai sindacalisti, ai giornalisti e ai fotografi e anche al personale dell'assessorato che fa capolino dagli uffici. «Se la ricorda mamma?», gli chiede Antoniozzi quando lo incontra e lo abbraccia e ricorda anni trascorsi a Trastevere. Nino annuisce e con la chitarra stretta in braccio racconta dello sfratto, della difficoltà di ogni giorno. Quello che non racconta è il dramma di chi viene deportato da casa sua dopo 40 anni, da un giorno all'altro, senza essere moroso e, per giunta, essendo "protetto" dal blocco degli sfratti per le fasce protette. «Sono venuti - racconta - con un foglio in mano: Via, sono io il padrone, m'hanno detto». «Non sono riusciti nemmeno a portare via le loro cose», spiegano i sindacalisti. Antoniozzi, che conosce bene la situazione, assicura: «Mi metterò in contatto con la proprietà, troveremo una soluzione che sia rispettosa della sua storia, che si riannodi con la città». Adesso Nino aspetta, a Centocelle, di poter essere riannodato a Trastevere. Canta ancora mentre se ne va, "Roma bella, Roma mia, Roma nun te ponno porta' via".

 

Il Tempo

STORNELLI PER ANTONIOZZI

AIUTERA’ L’ULTIMO CANTORE

Casa. L’assessore comunale ha ricevuto  l’anziano di Trastevere sfrattato dal rione dopo 50 anni. Con lui i supporter del sindacato Asia- Rdb

di Cinzia Tralicci

Una stornellata per salvare Nino, la sua storia e anche un pezzetto della nostra storia, quella più antica e legata alla tradizione popolare degli stornelli e di chi li canta. L’impegno è di Alfredo Antoniozzi, assessore comunale alla Casa che ha ricevuto l’ultimo cantore sfrattato da Trastevere. «Bisogna trovare una soluzione dignitosa anche della tua storia. Domani o lunedì ti chiamerò per darti notizie», con queste parole l’assessore ha rassicurato Nino, al secolo Giovanni Meloni.

Quello dello stornellatore è un mestiere o forse meglio un’arte quasi del tutto sparita. E’ un tipo di poesia improvvisata molto semplice, d’argomento amoroso o satirico, simile alla filastrocca, dal numero di strofe imprecisato ma dalla rima baciata. E’ un genere di componimento caduto in disuso e mantenuto vivo da pochi appassionati, tutti coi capelli bianchi.

Nino appartiene a questa tradizione popolare e al rione dove ha vissuto per oltre mezzo secolo fino a dieci giorni fa, poi l’11 luglio con lo sfratto dall’abitazione per cessata locazione, Nino e suo figlio disabile si sono trovati soli e in grave difficoltà. A prendere a cuore questa vicenda il sindacato dell’Asia- Rdb che dal giorno dello sfratto ha cominciato una mobilitazione in difesa dell’ultimo stornellatore di Trastevere che per il momento ha trovato ospitalità presso un pensionato religioso. «Oltre al trauma dello sfratto – sottolineano le Rdb- Cub- Giovanni Meloni che ha 83 anni, per continuare a recarsi nei locali dove è solito eseguire i suoi stornelli è ora costretto ad attraversare la città, servendosi di taxi per il rientro serale. Ricordiamo che Nino è stato sfrattato per finita locazione, con una successiva morosità poi sanata, e che il suo nucleo familiare pur rientrando nelle categorie protette, non è stato tutelato da nessuna istituzione».

Adesso si spera in una soluzione che possa restituire serenità e dignità a questo anziano signore che ieri – accompagnato da una trentina di supporter muniti di cartelloni per chiedere che Nino trovi una sistemazione nella sua Trastevere – ha raccontato la sua vicenda all’assessore e poi ha declamato stornelli negli uffici comunali a Lungotevere de’ Cenci. L’incontro con l’assessore capitolino è stato all’insegna della cordialità, della canzone romana e della battuta scherzosa. Infatti, Alfredo Antoniozzi è stato accolto dal suono della chitarra di Nino e dalle sue rime baciate, scherzose e un po’ irriverenti. Come i romani.

 

Libero

 

Lo sfratto di Trastevere

Antoniozzi promette: Nino lo stornellatore avrà presto una casa

di Rita Cavallaro

 

«Fatece largo che passamo noi, li sfrattati de ’sta Roma bella». A suon di stornelli in romanesco ieri mattina Giovanni Meloni, detto “Nino”, l’ultimo stornellatore a braccio di Trastevere, è entrato negli uffici dell’Assessorato alla Casa del Comune di Roma per chiedere ad Alfredo Antoniozzi di trovargli una sistemazione a Trastevere, il quartiere dove ha vissuto per 50 anni e dove la sera intrattiene con i suoi stornelli turisti e amici. Nino, a causa di uno sfratto per finita locazione, l’11 luglio scorso ha dovuto abbandonare l’appartamento di via Bertani, dove risiedeva insieme al figlio disabile. Il Comune allora lo ha sistemato, fino alla fine del mese, in una pensione in viale della Primavera, a Centocelle. Un alloggio momentaneo e per l’ottantatreenne troppo lontano dal suo amato Trastevere. «Ogni notte per tornare a dormire al residence devo prendere il taxi e spendo 25 euro. Anche mio figlio lavora a Trastevere. Abbiamo necessità di un alloggio più vicino». E a sostenere la causa di Nino c’erano una trentina di attivisti dell’Asia Rdb, l’Associazione inquilini e assegnatari, con manifesti su cui c’era scritto: «Nino deve tornà a Trastevere». E nonostante il grave disagio che sta vivendo, lo stornellatore non ha smesso di sorridere. Con in braccio la chitarra, ha dedicato strofe ai presenti e non si è trattenuto neppure davanti ad Antoniozzi, a cui ha lanciato rime ironiche. Poi l’uomo ha raccontato all’assessore la sua storia, i 50 anni di vita a Trastevere, lo sfratto, l’acquisto della sua casa da parte di due avvocati «che non gli fanno neppure  prendere i suoi effetti personali ». «Al di là degli aspetti legali va trovata una soluzione che sia rispettosa della tua storia», ha detto Antoniozzi rivolgendosi a Nino. L’assessore capitolino alla Casa  ha rassicurato l’uomo e si è preso personalmente carico della situazione.  

 

Eidon agenzia fotografica

di Andrea Rossi

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