REGIONE LAZIO: DIFENDIAMOLECASEPOPOLARI BASTA ABBANDONO E DEGRADO NEI QUARTIERI

PER IL RICONSCIMENTO DEL DIRITTO ALLA CASA AGLI INQUILINI SENZA TITOLO IN POSSESSO DEI REQUISITI DI LEGGE.

Roma -

 

LETTERA DEGLI INQUILINI
AI CAPI-GRUPPO ED AI CONSIGLIERI DELLA REGIONALE DEL LAZIO

 

L'emergenza abitativa nella città di Roma è ormai incancrenita e va peggiorando soprattutto a causa della crisi crescente del mondo del lavoro: alle fragilità sociali che già non trovavano risposta se ne aggiungono altre giorno dopo giorno. In questo panorama si inserisce il tema dell'Edilizia Residenziale Pubblica, abbandonata dal punto di vista della gestione da decenni. La mancata cura da parte degli enti gestori, l'inefficienza del Comune di Roma e di molti comuni del Lazio nella gestione delle assegnazioni, la scriteriata scelta di svendita delle poche case esistenti (per ultimo vedi Ater di Roma e Tuscania (VT), hanno generato una situazione esasperata. Per mascherare l’incapacità di gestione di questo importante patrimonio si getta sugli inquilini tutta la responsabilità dei mali.  Si sta configurando, anche grazie ai provvedimenti degli ultimi governi (decreti Lupi e Minniti), una guerra vera e propria contro i poveri e non contro la povertà.

I Dirigenti degli enti gestori, in particolare quelli del Dipartimento al Patrimonio del Comune di Roma, invece di assegnare gli alloggi sfitti, di mettere a ‘valore sociale’ questo patrimonio e di offrire soluzioni all’emergenza casa, stanno criminalizzando e perseguendo il settore più povero della società praticando e minacciando solo sgomberi e richieste assurde di arretrati. Durante un incontro ufficiale un dirigente apicale del Dipartimento delle Politiche abitative di Roma Capitale ha preannunciato che sono 9000 i nuclei familiari "senza titolo" che intende sgomberare residenti in immobili ERP.

9000 famiglie che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno tutti i requisiti richiesti per avere diritto alla casa popolare o sono già regolari assegnatari (solo che gli uffici hanno smarrito la documentazione, oppure è stata sottratta dalla Romeo Gestioni quando ha perso l’appalto sulla gestione delle case del Comune).

La criminalizzazione degli inquilini senza titolo, che oggi le ultime scelte politiche portano avanti, denuncia la totale distanza tra la politica e il paese reale. Inoltre quasi 30.000 inquilini dell'Ater di Roma (tra regolari e irregolari) e poco meno di quelli residenti nelle case del Comune di Roma hanno ricevuto lettere relative alle morosità pregresse con importi che vanno dai 50 ai 150mila euro per arretrati mai dimostrati o per spese per servizi mai erogati. 

In questi ultimi mesi sono in corso in molti quartieri popolari sgomberi che stanno causando un forte allarme sociale. Questi sgomberi non riguardano casi di persone senta requisiti per le case E.R.P., ma di inquilini anziani, giovani coppie senza redditi o con redditi più che precari e con figli minori, i quali abitano da molti anni nella case e che spesso per puri cavilli burocratici vengono considerati senza titolo. Stanno arrivando centinaia di sfratti per regolari assegnatari, molti da oltre 30 anni, solo perché gli uffici non dispongono più della loro documentazione di assegnazione, i quali pagano da sempre regolarmente i canoni di affitto.

Gli sgomberi tentati e quelli programmati in nome della legalità, i processi che chiederanno gli sfratti per morosità non tengono conto dell'illegalità in cui le istituzioni si sono mosse fino a oggi: è illegale consentire situazioni di occupazione per decenni, anche perché non sono ancora state lavorate le pratiche di regolarizzazione del 1993 e del 2007; è illegale procedere con lettere di morosità per richieste di arretrati inesistenti e senza tener conto delle prescrizioni previste dalla legge, senza rispettare le regole di trasparenza; è illegale che una pratica di sanatoria venga lavorata dopo 20 anni; è illegale chiedere indennità di occupazione non dovute; è illegale richiedere pagamenti per manutenzioni mai effettuate.

Il problema reale è decidere una volta per tutte che la casa è un diritto, prendere atto che il nostro paese ha bisogno di più edilizia residenziale pubblica e per questo obbligare gli enti gestori (Comuni e ATER) a curare in modo efficace questo importante patrimonio pubblico, per recuperarlo e riassegnarlo tempestivamente a chi ne ha diritto.

Quello della casa e della gestione dell’edilizia pubblica pensiamo che sia un tema che deve essere affrontato da tutto il Consiglio Regionale e non solo dalla Giunta.

Per questo abbiamo chiesto ai Capi-Gruppo del Consiglio regionale un incontro urgente per illustrare i motivi che ci portano a sostenere la richiesta di regolarizzazione di tutti i nuclei familiari, considerati senza titolo, che rispettano i requisiti per avere il diritto ad una casa popolare e la proposta di transazione per i debiti pregressi.

ASIA-USB - Lazio

Roma 3 agosto 2017