Residenza Irnerio.L' Assessore SEL Frascaroli: "Vi sfratto tutti, per equità e responsabilità"
Il18 settembre, si è tenuto l’incontro con l’assessore Frascaroli, l’ASP poveri Vergognosi e il dipartimento dei Servizi Sociali a proposito della chiusura della Residenza Irnerio. Rinviamo al comunicato inviato nei giorni scorsi la spiegazione di ciò che è successo in questi anni e in questi ultimi mesi in particolare.
Dobbiamo constatare che i nostri timori sono stati confermati:
La residenza Irnerio chiuderà, lasciando più di 60 persone senza soluzione. In particolare, a 44 persone cui è arrivata la decadenza per morosità, verrà detto di trovarsi ”autonoma sistemazione”. Si tratta di persone con bassi redditi, alcuni con malattie, che difficilmente riusciranno ad accedere al “mercato” della casa.
Di fronte ad una propria inadempienza contrattuale (da anni non funziona l’acqua calda e il riscaldamento, condizioni igieniche pessime determinate da infiltrazioni d’acqua, servizi igienici mal funzionanti, e tanto altro ancora) il Comune tenta di scaricare la “colpa” della situazione che si è creata sugli inquilini che non pagano.
Anzi che confrontarsi con la nostra organizzazione e con gli abitanti della residenza su possibili soluzioni e sulle problematiche, l’Assessore ha preso la decisione di sfrattare. Ricordiamo che da più di un anno chiedevamo un incontro per parlare delle condizioni dello stabile, degli affitti troppo alti rispetto ai redditi, della possibilità che fossero direttamente gli inquilini a recuperare lo stabile. L’incontro ci è stato concesso quando le lettere di sfratto erano già state firmate.
L’assessore ha tentato di descrivere lo sgombero come una questione di “equità” e di “responsabilizzazione”dicendo che ci sono tante emergenze da risolvere e che nella residenza Irnerio potranno entrare altre persone in futuro. Siamo sinceramente stanchi di questa litania sull’emergenza, in cui vengono proposte operazioni a somma zero, secondo cui per dare soluzioni a 60 persone, se ne devono sfrattare altre 60, è questa l’equità di cui parlano. Inoltre se c’erano le risorse per rimettere lo stabile in condizione, potevano essere utilizzate prima con gli inquilini ancora dentro. Per quanto riguarda la “responsabilizzazione”, chiediamo all’Assessore come ci si può pagare un affitto quando si guadagnano dai 300 ai 600 euro al mese (alcuni inquilini hanno buste paga di 260 euro al mese)
L’assessore ha dichiarato che per alcuni inquilini potrebbero essere proposte altre soluzioni. Innanzitutto si tratterebbe di condizioni peggiorative (dormitori, strutture, albergo popolare), con spese onerose a carico degli inquilini. In secondo luogo proporre queste soluzioni con la minaccia dello sgombero incombente corrisponde ad un ricatto vero e proprio.
Siamo quindi nettamente contrari alla decisione del Comune e ci opporremo allo sgombero con i mezzi a nostra disposizione. Non abbiamo nessuna intenzione di essere complici nell’”accompagnamento all’uscita” che vorrebbe dire un peggioramento delle condizioni di vita delle persone, ci opporremo all’opera di criminalizzazione degli inquilini che il Comune ha tentato di portare avanti.
Proponiamo pubblicamente che gli inquilini non vengano sfrattati e che sia data loro la possibilità di costituirsi in associazione per recuperare lo stabile e continuare ad abitarci, andando ad eseguire i lavori che in questi anni il Comune, l’ASP e le Cooperative non hanno fatto.
Questa proposta nei prossimi giorni la proporremo al Comune, sapendo che sarà una strada difficile perché le decisioni sulla pelle degli inquilini sono state già prese.
As.I.A.
USB Migranti Bologna