Rifugiati e disoccupati, la Prefettura alza le mani
Ieri mattina , dopo tre ore di presidio mobile tra Comune, Prefettura e Anagrafe, abbiamo ottenuto un incontro con i rappresentanti del Governo che ci era stato negato per settimane. Circa 200 persone tra rifugiati, disoccupati e occcupanti hanno imposto, con grande determinazione, che i loro problemi venissero analizzati e discussi e che chi di dovere si assumesse le proprie responsabilità.
Le risposte della Prefettura sono state vaghe, fumose, tutte tese a proteggere la cupola di isolamento, di terrorismo psicologico, di disinformazione tendenziosa che le cooperative hanno alzato attorno ai centri di accoglienza. Hanno provato a giustificare il loro operato scaricando altrove responsabilità che, invece, sono di loro esclusiva competenza. Le loro parole sono state regolarmente smentite dalle testimonianze dirette, dalle accuse precise dei rappresentanti dei rifugiati presenti all'incontro che, senza paura, forti di una solidarietà costruita in questi mesi di assemblee e con la consapevolezza che oggi, a Roma, altri rifugiati erano in piazza e venivano caricati dalla polizia, smentivano le solite e ormai ridicole menzogne. Alla fine, l'ammissione della Prefettura di non aver strumenti e risorse a disposizione e, quindi, di essere costretta a mettere per strada tutti i rifugiati che ricevono il permesso di soggiorno ha il sapore di una condanna. Ma l'iniziale disperazione si è subito tramutata in rabbia con la dichiarazione che nessuna vessazione verrà più tollerata.
Da tempo Asia-Usb, come membro della Coalizione Internazionale Migranti, Rifugiati e Sans-Papier, denuncia la gestione squallidamente clientelare del sistema di accoglienza e sostiene che una diversa accoglienza è possibile se si rinuncia alle logiche di profitto che ormai caratterizzano tutti i settori dei servizi.
Altro tema toccato nel corso dell'incontro è stato quello delle residenze per tutti. Qui siasmo scivolati nel grottesco quando la Prefettura ha candidamente affermato di non essere a conoscenza dell'atto di indirizzo emanato proprio dal Ministero del quale essa stessa è articolazione territoriale.
E' apparso chiaro, questa mattina, che solo le lotte e l'unità tra tutti i settori di popolazione condannati alla miseria e all'esclusione sociale rappresenta speranza di cambiamento. Oggi è stato un primo passo, il principio di un percorso che, rivendicando casa e lavoro, unisce disoccupati e rifugiati, occupanti di case e lavoratori, famiglie sfrattate e dipendenti delle cooperative. Tuuti accomunati dalla stessa rabbia e dalla stessa detrminazione nel dire no allo sfruttamento. Ci sentiranno presto!!!
Asia-Usb Bologna