Rinviato lo sgombero di via Irnerio 13, la lotta per la casa resiste e continua! Attivisti ASIA-USB salgono sul tetto di Palazzo D'Accursio.

ULTIMAORA: Due attivisti di Asia-Usb e degli occupanti di via Irnerio 13 sono saliti da pochi minuti sul tetto di Palazzo d’Accursio per rivendicare la fine degli sgomberi e una casa per tutti.

Bologna -

Apprendiamo oggi che il Comune ha rinviato la minaccia dello sgombero che da qualche tempo si abbatteva sugli abitanti di via Irnerio 13, perchè sono esaurite anche le minime soluzioni emergenziali che finora sono state messe in campo attraverso i servizi sociali.

Gli abitanti non hanno ceduto alle solite proposte vuote e minime, come i colloqui con il pronto intervento sociale, che portano al massimo a sistemazioni transitorie nella speranza di un vero e proprio alloggio che non sarà mai assegnato.

Questo ha costretto il Comune a smascherarsi: gli alloggi transitori d'emergenza sono finiti, dunque le promesse di “soluzioni” fatte dalla “faccia buona” dell'amministrazione non sono altro che parole al vento.

Così come lo è stato il tentativo dell'assessore Frascaroli di addossare la responsabilità della decisione di sgombero alla proprietà e ad una presunta perizia dei Vigili del Fuoco, quando in realtà la decisione è stata presa dal comitato per l'ordine pubblico, quindi con la complicità e la partecipazione del Comune.

Capiamo bene che la battaglia per il diritto all'abitare ha come obiettivo la politica di questa città, chi sceglie di non concedere nulla a chi viene privato di diritti fondamentali, se non la dipendenza dai servizi sociali che in questo modo sono costretti a svolgere un lavoro che non gli compete nemmeno. Dopotutto, il partito di maggioranza è lo stesso PD che ha emesso leggi come il Job's Act e il Piano Casa, distruggendo il mercato del lavoro stabile e il sistema di edilizia popolare, lasciando sempre più spazio a proprietari privati e speculatori.

A Bologna, l'amministrazione cittadina ha tentato in tutti i modi di cancellare il movimento di lotta per la casa sgomberando le occupazioni una dopo l'altra, ma oggi hanno incontrato una resistenza e una contraddizione: le persone non accettano di “svuotare l'occupazione” e il Comune non può uscirne pulito dato che non ha a disposizione nemmeno il minimo da offrire.

Allora questo è il momento di cambiare radicalmente strada, anche sgomberando le occupazioni l'emergenza abitativa non finisce, anzi continuerà ad aumentare. Invece di riempire ostelli e strutture disumani (e costosissimi a livello di soldi pubblici!) bisogna aprire le case vuote e assegnarle alle persone!

Questi alloggi dovrebbero essere messi alla pari delle case popolari: si parla tanto di come queste vengono utilizzate male e dei problemi che esistono nell'assegnazione, ma il problema fondamentale è che sono troppo poche. Le richieste sono migliaia ogni anno e le assegnazioni sempre di meno, addirittura il Comune le sta vendendo a privati!

La casa popolare è esattamente la soluzione di cui sempre più persone avrebbero bisogno, data la difficoltà ad avere un lavoro e un reddito dignitoso capace di coprire i costi altissimi degli affitti privati. Invece di discutere su come velocizzare l'assegnazione, o addirittura "commissariare l'Acer", si deve aumentare di molto il numero degli alloggi a disposizione, riutilizzando tutto lo sfitto cittadino. Questa sarebbe una delle poche "grandi opere" utili in questo paese.

Il Comune però piange spaventato di fronte a questa prospettiva, perchè vorrebbe dire compiere un atto di grande responsabilità e cambiamento, togliere potere ai grandi speculatori privati che oggi appoggiano Merola e il PD e chiudere il business dell'accoglienza, il grande giro d'affari tra Comune e cooperative o associazioni che gestiscono l'emergenza tramite strutture di vario genere, intascando molti più soldi di quanti siano destinati ai soggetti in emergenza.

Eppure questa è l'unica via, dato che esisterebbero anche i fondi per ripristinare numerosi appartamenti abbandonati (avanzi del bilancio 2015,

www.comune.bologna.it/news/bilancio-consuntivo-2015-ulteriori-196-milioni-di-euro-di-investimenti-sulla-citt

tanto per fare un esempio).

Tali fondi dunque vanno usati per garantire diritti in maniera stabile, utilizzare lo sfitto pubblico e requisire quello dei grandi proprietari privati, perchè è una vergogna vedere dopo tanti anni di lotta ancora tante case vuote e tante persone per la strada o sotto sfratto.

Questo, dunque, e niente di meno, è quello che ci aspettiamo per gli abitanti di via Irnerio, essere regolarizzati come abitanti del palazzo (che è sfitto da anni e appartiene all'azienda Sant'Orsola) o al massimo avere soluzioni dello stesso livello: veri appartamenti con costi su misura al reddito, sulla base dei canoni della casa popolare.

Questo è quello che rivendicheremo presto al Comune di Bologna, pretendendo che si smetta con le bugie che finora Frascaroli e compagnia ci hanno raccontato, e discutendo con gli assessori competenti, che non si occupano di servizi sociali ma di politiche urbanistiche e abitative, perchè non siamo disposti a giocare in difesa e stare a guardare.

Continuerà la resistenza e le colazioni solidali, perchè il pericolo non è finito, ringraziamo Noi Restiamo, Social Log, Hobo, il Comitato di via Gandusio e tutti coloro che hanno dimostrato solidarietà e sono al nostro fianco in questa lotta che è per i diritti di tutti, non solo degli occupanti di via Irnerio.

LA LOTTA PER LA CASA CONTINUA!

 

Asia-USB Bologna