RIUNIONE NAZIONALE AS.I.A.-USB

Venerdì 6 maggio ore 15 – via dell’Aeroporto 129 a Roma.

 

Roma -

La questione della dismissione del patrimonio pubblico o del suo mancato colpevole utilizzo, basta guardare il caso Milano con i suoi 5000 alloggi vuoti e non assegnati; la maledizione degli sfratti per morosità e per finita locazione legati ad una crisi profonda che produce una forte riduzione del potere d’acquisto dei salari, azzannati da affitti e mutui non più sostenibili; la vendita degli alloggi degli enti privatizzati che colpisce Roma in maniera violenta, sono le conseguenze di una politica abitativa che con la legge 431/98 ha puntato sulla casa di proprietà e ha progressivamente cancellato l’edilizia residenziale sovvenzionata. Dalle grandi città metropolitane, alle piccole città di provincia si assiste a una crescita costante e inesorabile del problema abitativo, anche in quei territori che fino a pochi anni fa sembravano immuni.

Per rimettere in moto un percorso che sappia invertire la tendenza in atto, rappresentata dal piano casa di Berlusconi e dai piani regionali, occorre stabilire legami forti e produrre iniziative all’altezza della situazione. È evidente che puntare sull’housing sociale come sta facendo questo governo, accompagnata dalla vendita degli alloggi pubblici, significa eliminare definitivamente la “casa popolare” così come l’abbiamo conosciuta. Oltretutto si incentiva l’idea che dentro la crisi sia utile far ripartire l’edilizia “sociale”, attraverso grandi piani, grandi opere e grandi eventi, dove il sociale viene rappresentato da una sorta di nuovo utilizzo del territorio, che viene messo a reddito in cambio di oneri concessori “socialmente utili”. Per questo le Regioni semplificano le procedure per l’inizio lavori e di fatto liberano da ogni controllo chi vuole costruire anche in aree protette o con vincoli paesaggistici. In gioco ci sono i nuovi interessi della rendita e il futuro dei suoli.

Crediamo sia necessario cominciare a impostare un lavoro organizzativo sul piano nazionale che ci consenta di incidere sul piano legislativo:dalla modifica della 431/98, a una moratoria per gli sfratti per morosità a un finanziamento in grado di mettere in campo un vero piano straordinario di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica Sovvenzionata. Chi oggi fa attività sui territori confrontandosi fondamentalmente con le amministrazioni locali avverte immediatamente quanto sia necessario dotarsi di strumenti per aggredire un piano più alto, vista la complessità e la portata che il tema casa ha in sé. Dobbiamo quindi costruire un ambito comune di discussione e di azione, che consenta ad ogni iniziativa di essere amplificata da una cassa di risonanza nazionale e di essere assunta da tutti come propria. 

Dopo le mobilitazioni del 13 e 14 aprile, che hanno visto più città attive sul fronte del diritto alla casa e la nostra organizzazione sindacale protagonista, reputiamo necessario un confronto da allargare anche ad altre realtà impegnate sul tema dell’abitare.

Come conciliare la nostra battaglia per il diritto alla casa, la necessità di avere nuovi alloggi popolari, la convinzione che non va consumato ulteriore suolo, l’indisponibilità ad accettare opere devastanti e nocive per la salute? Con l’esperienza di “Abitare nella crisi”, rete nazionale che ormai un anno sta cercando di creare un coordinamento tra realtà diverse sul tema dell’abitare, abbiamo prodotto percorsi interessanti e importanti. Proprio dentro questo protagonismo ora l’AS.I.A propone questo momento di confronto anche oltre le filiere sindacali dell’USB.
Vederci per affrontare questi temi sarà utile per la struttura sindacale nel suo interno, ma potrà anche sfruttare la contaminazione che conseguirà da alcuni inviti a realtà non sindacalizzate.


Roma, 28 aprile 2011