Roma dismette 600 immobili per un valore di 300 milioni. Stop agli affitti a canoni irrisori
Roma dismette ancora immobili pubblici, mentre la stessa maggioranza che governa la città chiede a Lupi di bloccare il decreto sulle dismissione delle case popolari. Con il pretesto della scandalosa gestione di questo importante patrimonio pubblico si sceglie di cancellarlo per risanare i bilanci, anzichè assegnarlo a chi avrebbe diritto ad un alloggio a canoni sostenibili.
Sotto riportiamo l'articolo de Il Sole 24Ore on-line.
Oltre 300 milioni di euro dalla vendita di quasi 600 immobili. È la stima degli introiti che potrebbero arrivare al Comune di Roma dalle dismissioni da avviare entro l’estate.
La delibera approvata dalla giunta, da martedì in discussione in Aula, prevede infatti l'alienazione di una parte del patrimonio comunale: si tratta di 571 cespiti tra abitazioni, locali commerciali, magazzini e cantine, disseminati su buona parte del tessuto urbano.
Così la giunta capitolina intende anche porre fine ai “furbetti degli affitti”: per questi beni c’è infatti chi paga solo 90 euro al mese per una casa vista Colosseo. Qualche esempio? Poco più di mille euro l’anno per una casa di 90 metri quadrati a via dei Coronari, 946 euro per 50 metri quadrati a piazza Trilussa, nel cuore di Trastevere, oppure solo 516 euro per un appartamento di 40 metri quadrati a Largo Corrado Ricci, con affaccio su Fori imperiali. «I numeri sono chiarissimi – ha commentato il sindaco di Roma Ignazio Marino – Se si divide l'affitto annuale di alcuni beni che abbiamo deciso di alienare c'è qualcuno che per un appartamento in via dei Coronari pagava un affitto di 90 euro al mese. Non si tratta di una svendita ma di un'alienazione di appartamenti che non sono di servizio ai romani. Qualcuno per tanti anni ha avuto dei privilegi, e la politica lo ha permesso, che non sono accettabili. Noi invece puntiamo alla trasparenza. Puntiamo a includere questi 300 milioni nel bilancio 2015, perche' sarebbero importantissimi per la il rilancio della città».
L'alienazione avverrà tramite una procedura a evidenza pubblica, basata sugli attuali valori medi di mercato indicati dall'Agenzia del Territorio. Ai locatari delle abitazioni sarà riconosciuto un diritto di prelazione con uno sconto del 30% sul valore di mercato (salvo che si tratti di immobili di pregio) ma verrà imposto il divieto di rivendita prima di 5 anni per evitare fenomeni speculativi. Ai nuclei familiari con un reddito inferiore ai 28mila euro sarà comunque garantita la permanenza negli alloggi (che in quel caso non verranno messi in vendita), mentre chi non raggiunge i 42mila potrà stipulare un contratto con garanzia di permanenza per altri 5 anni.
da IlSole24Ore on-line.