Roma, ex-Ipab Sant’Alessio. Case dell’ente per ciechi preda di facili appetiti!
Come è potuta finire in mano alla Gabetti la gestione di questo patrimonio pubblico?
L’ingente patrimonio immobiliare del centro regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia è frutto di lasciti, perlopiù del secolo scorso, in favore dei privi della vista e consta di circa 600 appartamenti su Roma, nonché di alcune ville in altre regioni italiane, addirittura un feudo nel senese.
Lo storico Istituto di viale Carlo Tommaso Odescalchi ha purtroppo deciso di dare in gestione il patrimonio o parte di esso creando un fondo immobiliare insieme a Sorgente SGR la quale dovrebbe ripianare il debito del centro.
Ciò sta comportando una gestione privatistica di un patrimonio pubblico, ricordiamo che l’istituto era un Ipab (Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza), il che comporta, a fronte di una decantata e quasi invisibile riqualificazione degli stabili, un aumento dei canoni di locazione ed altre misure inopportune quali ad esempio il pagamento alle agenzie immobiliari del +10% di Iva sul canone da parte dei conduttori che stanno gestendo i nuovi contratti e i rinnovi.
Sorgente, infatti, non essendo in grado e non potendo occuparsi di simili pratiche, ha affidato il servizio ad Abaco Team di Gabetti, quindi un’esternalizzazione che di fatto viene pagata dagli inquilini o aspiranti tali.
Gli inquilini lamentano una scarsa comunicazione, deficitaria e confusionaria, con i differenti soggetti che ora si occupano di case quando in passato era sufficiente rivolgersi agli uffici del centro regionale.
La decantata valorizzazione degli stabili da parte di Sorgente sembra essere quindi a spese degli inquilini che, già in passato, avevano provveduto a riqualificare gli appartamenti in cui vivono e che ora, in taluni casi, si trovano il valore aumentato proprio a causa dei lavori da loro stessi effettuati. Si introducono, così, meccanismi che stravolgono la funzione sociale di questo importante patrimonio pubblico. Pur di fare cassa, vengono applicati meccanismi privatistici, canoni in base ai parametri OMI e della 431/98 (mercato privato), addirittura gonfiando i metri quadri calcolati violando le stesse leggi.
Siamo di fronte a una beffa e ad un sopruso inaccettabile. Senza contare che la documentazione a corredo dei contratti come l’attestazione energetica, sono non conformi al vero e, come dimostrato, più elevata addirittura di tre classi. In pratica una valorizzazione su carta!!!
Gli organi della Regione Lazio, lungi dal porsi a difesa degli inquilini, sembrano piuttosto favorire quella che ha tutta l’aria di essere una semplice mera speculazione edilizia.
ASIA-USB