ROMA, SE L'EMERGENZA CASA ESPLODE: ASSEMBLEA CITTADINA
L'assemblea si terrà giovedì 30 ottobre alle ore 18,00 al Centro sociale Intifada in via di Casalbruciato 15.
Ultimamente siamo sommersi da numeri riguardanti l’emergenza abitativa e da ipotesi, proposte, cifre che arrivano da più parti. Istituti di ricerca, organizzazioni datoriali e sindacali, forze politiche e amministratori locali stanno sciorinando dati e progetti per analizzare ed affrontare specifici aspetti dell'ormai inafferrabile accesso alla casa, da ciò che riguarda chi lavora nel pubblico impiego alle giovani generazioni, passando per la spesso nominata (a sproposito) fascia grigia. E’ ormai cosa notoria che le spese della casa erodano fino al 60 percento del reddito dei singoli nuclei familiari (quando la soglia di insostenibilità è fissata al 30 percento), e che il 10% dei nuclei familiari residenti in Italia è a rischio di sfratto e di finire in strada senza soluzioni. Inoltre, è proprio di pochi giorni fa la pubblicazione, da parte del Ministero dell'Interno, dei drammatici (e intempestivi) dati sugli sfratti richiesti ed eseguiti nell'anno 2024.
La tendenza è quella al costante incremento: a fronte di 81.054 richieste di sfratto, oltre 20mila sono state eseguite. È opportuno sottolineare che oltre l'80 percento di questi sfratti è per morosità incolpevole; inoltre, dalla Lombardia alla Calabria le richieste di esecuzione rispetto all'anno precedente (2023) con la forza pubblica sono aumentate dal 50 a oltre il 60percento, mentre tra le singole città spiccano (in negativo) gli incrementi di esecuzioni forzose a Milano (+1100,75% rispetto al 2023), Nuoro (+145,45%) e Cosenza (+105,88%).
Roma detiene poi il poco invidiabile primato di provincia con il maggior numero di sfratti in termini assoluti, laddove a fronte di 5286 sentenze di sfratto emesse (6.101 nel Lazio) le richieste di esecuzione sono state ben 4.041 (nel Lazio 5.349) di queste 1.724 (nel Lazio 2204) sono state "soddisfatte". Ciò vuol dire che più di 2000 nuclei familiari sono stati messi in strada senza soluzione solo nella nostra regione. Se a questo aggiungiamo 26mila senza fissa dimora, perlopiù quarantenni, segnalati dalla Caritas di Roma, ci possiamo rendere conto di come il disagio abitativo sia visibile ad occhio nudo. Anche perché, come ci dicono altri dati di pochi giorni fa, in Italia 5,7 milioni di persone vivono in condizione di povertà assoluta.
Questi e altri drammatici dati enunciano che ognuno di questi pezzi della crisi abitativa, per essere affrontato adeguatamente, richiede l'investimento di miliardi di euro di risorse statali, regionali, e comunali. Sollecitazioni che arrivano da più parti e da soggetti diversi, comprese ANCE, Confindustria e Legacoop. La richiesta, rivolta anche all'Unione Europea, è di procurare le risorse necessarie per incrementare l'offerta di alloggi accessibili. Nessuno dei soggetti economici citati propone però di farlo regolamentando i canoni di locazione, ponendo freno alla diffusione selvaggia degli alloggi e immobili a uso turistico, interrompendo la dismissione del patrimonio pubblico in nome del debito pubblico, tassando e riutilizzando il vuoto, come parrebbe invece logico.
Nonostante nella sola Italia ci siano oltre 9,5 milioni di case vuote e incalcolabili edifici pubblici lasciati in malora, amministratori e costruttori (autoproclamati "trasformatori urbani") invocano risorse e norme ancora più rilassate per costruire ancora più case e gestire il fabbisogno abitativo attraverso la partnership pubblico-privato. Si capisce dunque bene quale sia l'intento: finita la sbornia di risorse iniettate dal Next Generation EU e altre misure nazionali, l'emergenza casa è la nuova gallina dalle uova d’oro per rilanciare il settore delle costruzioni e la filiera del cemento in crisi visto che le persone, in tutta Europa, non riescono a permettersi una casa o non vogliono indebitarsi a vita per acquistarne una.
Nel frattempo, le cifre a nove zeri chieste dai costruttori e dagli amministratori in cerca di risorse a Bruxelles fanno amaramente sorridere chiunque abbia invece contezza delle reali risorse sul piatto per le politiche abitative. Queste ultime, ormai da anni, sono affrontate prettamente sul piano locale (a discrezione, dunque, della sensibilità delle singole amministrazioni) con mezzi spesso spuntati ed esigui, visto il tracollo sistematico delle risorse stanziate a livello nazionale per le politiche abitative, e il contestuale definanziamento anche di quei pochi e insufficienti strumenti rimasti a disposizione (come il fondo per le morosità incolpevoli).
La stessa sorte tocca a tutte le risorse di welfare (reddito, salute, istruzione, trasporti) mentre si continua ad aumentare, in Europa e nei singoli Paesi, la percentuale di PIL dedicata alle spese militari per ottemperare alle richieste della NATO e favorire la filiera bellica transnazionale che trae senza vergogna profitto dalle guerre e dai genocidi in corso. Per fare un esempio su tutti: il consenso bipartisan allo stanziamento di un miliardo e mezzo di euro per adeguare il nostro Genio Militare alle richieste di armi e tecnologia previste dal Global Combat Air Program, dove la Leonardo fa da capofila di una cordata internazionale.
Riteniamo necessaria un’inversione di tendenza immediata: chi abita le città e tutti i territori interessati dalla crisi abitativa deve alzare la voce e cominciare a farsi sentire per unirsi e lanciare una campagna capace di affrontare la crisi (e non emergenza!) abitativa fermando chi sogna di sfruttare e mettere a valore ogni centimetro, urbano e non, con o senza il consenso di chi quei luoghi li vive. Facciamolo partendo da una proposta di legge, costruita nel tempo e con l'apporto di soggetti diversi, che afferma un principio molto semplice: di fronte all'intersezionalità della crisi abitativa, l'affitto deve essere calmierato, il vuoto tassato e l'uso turistico regolamentato. Non c'è più tempo, la crisi abitativa esplode!
Su questo appello chiamiamo la città all'assemblea che si terrà giovedì 30 ottobre alle ore 18,00 al Centro sociale Intifada in via di Casalbruciato 15.
Movimento per il Dirito all'Abitare
ASIA-USB Roma