ROMA, SFRATTO DI MARCO: LEGALITA’ FA RIMA CON PROPRIETA’?

Roma -

In un quartiere blindato dalla polizia, ingiustizia è fatta. A Monte Stallonara dopo la truffa arriva lo sfratto. Marco si incatena in regione per poter parlare a quegli stessi Uffici che non lo hanno aiutato.
Oggi una rete cittadina larga contro gli sfratti composta da ASIA-USB, Movimento per il Diritto All’Abitare, Cambiare Rotta e solidali di varie realtà e parti della città si è mobilitata davanti al Consiglio della Regione Lazio a supporto di Marco, inquilino per anni tenuto a sua insaputa in subaffitto a canone di mercato dentro un piano di zona, e oggi buttato in mezzo alla strada con un ingente dispiegamento di forze dell’ordine in quanto ‘inquilino senza titolo’, nonostante la truffa accertata e un’udienza fissata a fine novembre per chiedere la sospensione dello sfratto. Contro questa grossolana ingiustizia, dopo essere stato sbattuto fuori di casa, Marco si è incatenato insieme ad un altro attivista ai tornelli della Pisana, ottenendo dopo una lunga trattativa (e l’ennesimo intervento delle FdO a difesa del palazzo) quantomeno che venisse fissato per i prossimi giorni un incontro con l’assessore alla casa regionale, Massimiliano Valeriani, e gli uffici alle Politiche Abitative che non solo avrebbero dovuto vigilare su tutto l’affare Piani di Zona, ma che avrebbero dovuto tutelare la situazione specifica di Marco, essendo la Regione l’ente preposto a controllare i requisiti degli assegnatari degli alloggi di edilizia agevolata.
Tutto questo, infatti, è accaduto dopo diversi accessi, in cui nessun politico della Giunta, né alcuna persona che siede in consiglio alla Pisana, a pochi passi da via Monte Stallonara, si sia mai affacciato stamattina, o in una delle precedenti occasioni, per capire cosa stesse accadendo, tutelare gli interessi di Marco e interloquire con quella città che dovrebbe essere considerata a tutti gli effetti parte sociale contraente nella crisi abitativa, e che invece viene ignorata nel pieno di un’ondata di sfratti che viaggia a ritmi preoccupanti e insostenibili, per giunta nel bel mezzo di una pandemia. A riprova di questo, tutti gli impegni presi dall’Assessore regionale in persona sono stati disattesi e nessuno dei tavoli programmati è stato convocato. Proseguono invece la vendita delle case popolari, la mancata gestione del patrimonio pubblico e il suo svilimento, la totale mancanza di pianificazione nella gestione di quella che continuano a definire ‘emergenza’ abitativa.
Occorre poi prendere nota di come stamane la polizia abbia di fatto isolato un quartiere impedendo l’entrata e l’uscita nel comprensorio perfino ai residenti e dell’atteggiamento provocatorio, e verbalmente violento, dei poliziotti posti all’ingresso del Consiglio. Oltre allo spreco di risorse pubbliche per portare a termine questa prova di muscoli, la determinazione con cui oggi i rappresentanti dello Stato, in testa l’Ufficiale Giudiziario, hanno voluto eseguire lo sfratto, ci confermano per l’ennesima volta non solo che legalità e giustizia sono due cose ben diverse, ma che a quanto pare in questa città legalità fa rima con proprietà, a prescindere dall’uso che se ne fa. Considerato che, poche settimane fa, dopo lo sfratto di Carlos a San Lorenzo, la delegata agli affari sociali del Prefetto in sostanza ci diceva che dovrebbero essere proprio ufficiali giudiziari, e forze dell’ordine, a segnalare e decidere a loro insindacabile giudizio quali siano le situazioni ‘fragili’ per cui sospendere le esecuzioni, c’è ben poco da stare tranquill*!
Al danno inflitto a Marco, peraltro, si è anche aggiunta la beffa dell’appartamento congelato per due mesi, in attesa della decisione del Tribunale Civile sulla sospensione dello sfratto (già eseguito). Che senso aveva perciò intervenire in questo modo, anziché consentire a Marco di avere un tetto sopra la testa (ad esempio in veste di custode), se non affermare l’idea che la proprietà privata sia un diritto esigibile sopra ogni altro, e quello alla casa no?
Di fronte a quanto descritto tocca a noi, Sindacato di base e Movimento per il Diritto all’Abitare, assieme a tutte le realtà e le strutture che si oppongono con ogni mezzo necessario all’arroganza della rendita, il compito di ribaltare la narrazione e di imporre alla politica (a tutti i livelli, dal centrale al periferico) un’agenda in cui la casa ridiventa una questione centrale, di ordine economico e sociale, e mai di pubblica sicurezza. Saremo sempre noi ad esigere, in un modo o nell’altro, da casa a casa, perché vogliamo impedire che la città sia colma di case vuote, di gente in mezzo alla strada, e di proprietari che pensano di poter fare il bello e il cattivo tempo sulle spalle collettive.
Questo percorso può essere lungo e difficoltoso, ma va fatto ed è l’unico strumento di cui ci possiamo dotare per inchiodare alle proprie responsabilità chi fino ad oggi ha favorito qualsiasi tipo di speculazione a danno della città e della collettività. Per una città più equa, il diritto alla Casa per tutti e tutte e contro la prepotenza dei Padroni e dei loro faccendieri politici.

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