Salva Casa, dai mini appartamenti ai condoni, l'Italia è solo dei proprietari.
Condono su abusi passati, standard abitativi al di sotto dell'umana dignità, via libera ai cambi di destinazione di uso per i locali posti ai piani terra. Il Salva Casa di Salvini umilia milioni di famiglie in emergenza o difficoltà, dedicandosi esclusivamente agli interessi della rendita.
La norma voluta dal Ministro Salvini ha abbassato i requisiti minimi richiesti per definire abitabile un alloggio e ha reso possibile cambiare la destinazione d’uso di qualsiasi locale sito al pianterreno o seminterrato. Inoltre nella norma si introducono una serie di allargamenti delle maglie per regolarizzare abusi edilizi passati (condono).
Per quanto riguarda i micro-appartamenti, il macro-ministro renderà abitabili quelli con una superficie di 20 mq per un monolocale, 28 per un bilocale, a 2,40 metri l’altezza minima dei soffitti. Un arretramento degli standard abitativi che difficilmente sarà mitigato dall’asseverazione dell’operato dei progettisti (a cura dei progettisti stessi), strumento necessario per andare in deroga alle misure standard. Non si capisce in quale modo la creazione di migliaia di mini appartamenti dovrebbe calmierare il mercato visto che questo abbonda di immobili inutilizzati, sfitti e vuoti. Probabilmente l’effetto sarà contrario: abbassando il minimo previsto per l’abitabilità si spingeranno i prezzi delle fasce di metratura più grandi.
Ulteriore favore alla rendita è invece quello di rendere possibile la trasformazione di B&B di qualsiasi tipo di locale su strada, come se la tendenza alla turistificazione di massa assieme alla spaventosa gentrificazione delle nostre città non fosse sufficientemente preoccupante. Una mossa geniale per assecondare tutti i processi in corso, favorendo le tendenze più anti-popolari per lisciarsi continuamente la classe dei grandi proprietari, tanto cara a questo dicastero.
Insomma non un passo in direzione del Diritto all’Abitare, ma tante norme approvate per favorire la rendita e tenersela amica. Per i milioni di famiglie che vivono pagando un affitto, capace di assorbire buona parte del salario, neanche mezzo comma. Idem per chi da anni e anni attende che gli venga assegnato un alloggio pubblico. Questi milioni di italiani non sono degni dell’attenzione del ministero delle Infrastrutture, anzi possono tranquillamente essere vessate da emittenti e giornali quando per la perdita del lavoro non riescono a pagare un affitto o quando, come sempre più spesso sta accadendo, i proprietari decidono di non rinnovare loro il contratto di locazione perché si rendono conto di poter avere più profitto da un affitto breve sfruttando il business delle piattaforme.
Peggio di così…