SANATORIA PER LE CASE POPOLARI NEL LAZIO: ASSUMERE IL DECRETO RENZI/LUPI E' STATA UNA SCELTA POLITICA!

Roma -

SI E' PERSA UNA VERA OCCASIONE PER DISCUTERE SULLA GESTIONE DEL PATRIMONIO ABITATIVO!

Ripartiamo da qui per rilanciare la lotta per il diritto alla casa!

Venerdì 21 febbraio il Consiglio regionale del Lazio ha approvato l’emendamento sulla regolarizzazione degli inquilini senza titolo, un provvedimento limitato alla data del 23 maggio 2014, oneroso per i più poveri, anche se, grazie alla nostra mobilitazione, sono stati apportati al testo iniziale dei miglioramenti.
La Giunta Zingaretti ha utilizzato il decreto Renzi/Lupi come scusante per limitare alla data del 23 maggio 2014 l’efficacia di questo provvedimento, escludendo così migliaia di inquilini, i quali rischiano che ricominci nei prossimi mesi l'odiosa politica degli sfratti.
Grazie a questa scelta iniqua inquilini con gli stessi requisiti avranno trattamenti diversi.
La rivendicazione del decreto Lupi è stata una scelta politica e non, come qualcuno ha voluto invece sostenere, un obbligo di legge.
Non vogliamo ancora in questa sede disquisire se la materia della politica della casa è o meno di esclusiva competenza delle Regioni, ma sta di fatto che altre Amministrazioni regionali (Campania, Sicilia, Abruzzo, ecc.) hanno approvato in questi ultimi due anni provvedimenti di regolarizzazione di inquilini senza titolo con date di gran lunga superiori a quella relativa all'emanazione del decreto Renzi/Lupi. Per negare questo alcuni hanno addirittura sostenuto che in Campania simile provvedimento sia stato impugnato. Bisognerebbe avvisare di questo l'Aler e il Comune di Napoli che invece stanno distribuendo in questi giorni i moduli per la domanda di sanatoria
Ma, comunque, possiamo dire che questa norma regionale è il risultato di anni di battaglia di ASIA-USB e che rispetto alla proposta iniziale della Giunta (tenuta fino all'ultimo nascosta), sono stati recepiti alcuni miglioramenti (ridotto l'assurdo sistema sanzionatorio, limitate a 5 anni le richieste di arretrati, riconosciuta anche a chi ha il reddito di permanenza la regolarizzazione, protezione per le situazioni di fragilità), ma rimane un atto iniquo perché aver fissato la data del 23 maggio 2014 escluderà alcune migliaia di persone, che hanno i requisiti per l’edilizia pubblica.
Siamo particolarmente insoddisfatti di questo provvedimento soprattutto perché si è persa un'occasione per discutere sulla funzione delle case popolari, sulla gestione di questo importante patrimonio pubblico.
Non si è voluto dibattere fino in fondo su questo, ci sono stati sottoposti solo testi "prendere o lasciare", lasciando il tema in mano alla demagogia di chi ha come profeta la stampa dei costruttori, pronta a raccogliere le loro menzogne, che descrive gli inquilini delle case popolari come burattini tutti in mano alle cosche malavitose. Purtroppo siamo stati costretti ad ascoltare argomenti assurdi da parte di chi, pur amministrando la nostra città, non conosce le leggi e la legalità la applica a senso unico, solo per favorire i potenti a danno dei più poveri.
La sanatoria non sana delinquenti ma donne e uomini che vivono le difficoltà economiche dei nostri tempi, vittime della mancanza decennale della politica della casa. Al contrario chi non gestisce le case popolari, le lascia al degrado e all’abbandono, è il vero complice dei comportamenti poco consoni con la funzione delle case popolari. Comportamenti che sono biasimati dalle norme sull’edilizia pubblica, in casi gravi fino allo sfratto, che puntualmente non vengono applicate.
Non si nega a nessuno un “prima la casa agli italiani” e “la sanatoria è un premio per gli zingari”: ma la facile propaganda su questo tema, se si conoscono veramente come vanno le cose in questa città e in questa regione, diventa un boomerang per tutti coloro che ne fanno uso.
Rimane il fatto che si continua con le campagne psicopolitiche e contemporaneamente si sta distruggendo tutto l’apparato che dovrebbe sostenere una politica pubblica per la casa.
Questo non si fa casualmente in una città dove regna la “libera” stampa tutta in mano ai costruttori e dove gli stessi hanno sconvolto il tessuto sociale e ambientale, costruito e tengono vuoti, centinaia di migliaia di appartamenti e centinaia di palazzi.
L’ASIA-USB invita tutte le forze sane di questa città a continuare la battaglia per la difesa delle case popolari, per chiedere un piano straordinario regionale di sviluppo dell’edilizia pubblica senza consumo di nuovo suolo, per il finanziamento di una nuova Gescal, per tutelare tutti gli inquilini, per cancellare l’infame art. 5 e tutto il decreto Renzi/Lupi

ASIA-USB