Scatta la protesta, rinviato lo sfratto
Gli attivisti: «L'inquilino è ammalato, la sua salute potrebbe peggiorare» Ha tempo fino al 6 marzo
Il lavoro lo ha già perso nel 2011, e ora l'Agec gli toglie anche la casa. L'unica conquista ottenuta ieri dall'inquilino italiano di 53 anni che vive in un locale in via Scuderlando dell'azienda che gestisce gli edifici comunali scaligeri, è la proroga dello sgombero di poco più di un mese. L'ufficiale giudiziario, infatti, ha rinviato lo sfratto al 6 marzo, grazie alle pressioni della Rete sociale per il diritto alla casa.
«L'inquilino è ammalato, come dimostrano i certificati, e il suo medico ha fatto presente che le sue condizioni potrebbero peggiorare con uno sfratto», dice Giorgio Brasola della rete. «È moroso dal maggio del 2012, e tra affitto e spese condominiali deve sborsare circa 250 euro al mese».
Ieri, nella via di Borgo Roma, geometri e fabbro inviati dall'Agec erano determinati a procedere.
Riprende l'attivista: «È incredibile che si ottengano tempi più dilatati per gli sgomberi dai privati piuttosto che dall'azienda che per prima dovrebbe garantire gli alloggi a chi è in difficoltà». A ogni sfratto, la rete fa appello a prefetto, ufficiali giudiziari e tribunale di Verona dove, del resto, avvocati e giudici stanno già andando in tilt per la mole di lavoro, dato che ogni settimana vengono depositate 80 cause per sfratti.
Interviene Jack Salbego del coordinamento: «Altre città, in attesa che il governo emani il decreto attuativo, hanno già deciso di sospendere gli sfratti per morosità incolpevole come stabilito dall'articolo di legge dello scorso ottobre. Con la crisi siamo di fronte a disagi economici reali: non alla volontà di non pagare, ma all'impossibilità di farlo».
L'8 febbraio la rete si riverserà alle 10 in piazza dei Signori, per invitare il prefetto a rallentare l'uso della forza pubblica negli sgomberi. Oltre al blocco degli sfratti per morosità incolpevole, si preme per il recupero dei 10mila alloggi sfitti a Verona, e per il blocco della vendita delle case popolari dell'Ater e dell'Agec.
Chiara Bazzanella